La giudice delle udienze preliminari del Tribunale di Bari dr.ssa Anna Perrelli ha rinviato a giudizio l’imprenditore Nicola Canonico ex consigliere regionale ed attuale presidente del Foggia calcio, insieme all’ex consigliera del Comune di Bari Francesca Ferri difesa dagli avvocati Massimo Lubelli e Enzo Operamolla ed il suo compagno Filippo Dentamaro assistito dagli avvocati Mario Malcangi e Carmelo Stefanelli. Rinviati a giudizio anche gli altri 16 persone per lo più ritenute appartenenti al clan Buscemi operanti nel comune Valenzano, alle porte di Bari.
“L’illecito mercimonio dei suffragi” che sarebbe stato alla base dell’elezione dell’ex consigliera comunale barese Francesca Ferri ha provocato “un danno di immagine al Comune di Bari”, suscitando “allarme e sdegno fra i cittadini”. È questo il motivo per cui l’amministrazione di Antonio Decaro ha deciso di costituirsi parte civile nel processo affidandosi all’avvocato Tommaso Pontassuglia, con l’obiettivo di tutelare l’immagine dell’ente che si ritiene essere stata lesa. “L’amministrazione – è scritto nella delibera con cui si autorizzava la costituzione – intende affermare la volontà di perseguire ogni attività criminosa, idonea a colpire gli interessi della collettività d di impedire il radicarsi nel proprio territorio di attività che determinano nocumento anche allo sviluppo turistico e alle attività produttive“.
Ferri, Dentamaro e Canonico, secondo quanto emerso dall’indagine della Direzione Distrettuale Antimafia di Bari avrebbero realizzato un sistema di controllo elettorale in grado di intercettare consensi elettorali sia per le elezioni amministrative al Comune di Bari ed in quello di Valenzano, dovranno rispondere dell’ipotesi accusatoria di scambio elettorale politico-mafioso, associazione a delinquere e corruzione elettorale, reati indicati in alcuni dei capi d’accusa della Procura.
Secondo l’impianto accusatorio della Procura di Bari i tre “ideavano e definivano il programma criminoso di corruzione elettorale, assumendo insieme le decisioni strategiche necessarie per realizzarlo” ed “individuavano i collaboratori portatori di voto sui quali “puntare”, con la conseguente stipulazione di accordi scellerati per la campagna elettorale della Ferri e degli altri candidati”. Con gli imputati compare Salvatore Buscemi, “boss” dell’omonimo clan, affiliato al temuto “clan Parisi” di Japigia.
Nel caso della consigliera Francesca Ferri eletta inizialmente al Comune di Bari nella lista civica “Sport Bari – Di Rella Sindaco” (centrodestra) e subito dopo migrata nella maggioranza che sostiene la giunta guidata dal sindaco Antonio Decaro. Fondamentale secondo la Procura di Bari, il contributo offerto per il raggiungimento dell’elezione da Nicola Canonico presidente del Foggia Calcio, che avrebbe rivestito il ruolo di garante, economico ed organizzativo.
Sulla base dell’impianto accusatorio prospettato dagli inquirenti, sarebbe stato proprio l’ex consigliere regionale Canonico ad ospitare presso la sua abitazione gli incontri pre-elettorali che avevano come scopo quello di finanziare l’elezione di Francesca Ferri compagna di Filippo Dentamaro, retribuendo una cifra tra i 25 e 50 euro a voto, in maniera tale da poter contare all’interno del Comune di Bari qualcuno che potesse agevolare i loro interessi economici. Analogo modello sarebbe stato applicato per le elezioni amministrative nel Comune di Valenzano, dove i candidati della lista “Valenzano – Trasparenza – Legalità” costituita a supporto del candidato sindaco Giampaolo Romanazzi, appoggiati da Ferri, Canonico, Dentamaro.
In questa competizione elettorale Filippo Dentamaro avrebbe accettato da Salvatore Buscemi la promessa di procurare “voti della malavita” a sostegno di alcuni candidati indicati dalla coppia barese che in cambio avrebbero garantito una influente collaborazione con l’amministrazione, in particolar modo la futura acquisizione di terreni da rendere edificabili in occasione della predisposizione del piano regolatore generale del Comune di Valenzano.
La Ferri e Dentamaro che erano finiti entrambi in carcere a fine ottobre 2022 e tuttora detenuti agli arresti domiciliari, sono stati prosciolti dalla Gup Perrelli da alcune delle accuse che la Procura muoveva loro: lo scambio elettorale politico mafioso relativo alle elezioni al Comune di Bari e l’associazione per delinquere finalizzata alla coercizione elettorale per Valenzano, “perché il fatto non sussiste”, mentre sono stati mandati a processo per i fatti connessi alle elezioni a Valenzano. La giudice Perrelli ha anche prosciolto da tutte le accuse di corruzione elettorale Luciano Marinelli e Carmine Pastore, due dei dieci presunti “portatori di voti”. Prosciolto con la stessa formula anche il 50enne Carlo Alberto Baresi, uno dei pochi pregiudicati rimasti in udienza preliminare, il quale rispondeva dell’ipotesi accusatoria della Procura di Bari di aver fatto da intermediario per l’acquisto di 150 chili di droga in cambio di una somma dei proventi.
Andranno a processo oltre Ferri, Dentamaro e Canonico, anche l’ ex sindaco di Grumo Appula Michele D’Atri , Vito Caggianelli, Felice Carulli, Lorenzo Dentamaro, Gaetano Muscatelli, Marianna Portaccio, Mario Pugliese, Luigi Ressa, Giovanni e Vito Michele Zaccaro, Francesco Zizza, tutti ritenuti presunti procacciatori di voti comprati o, in alcuni casi, loro stessi elettori corrotti, Antonio Campanale, Umberto Cannone, Gaetano Natilla (accusati di traffico di influenze illecite), Salvatore Petragallo (spaccio di sostanze stupefacenti) e Giovanni Giancotti imputato per una presunta aggressione mafiosa risalente a marzo 2021 ai danni dei titolari di una pizzeria.
Nell’udienza del processo che si terrà il prossimo 13 ottobre insieme al boss Salvatore Buscemi, andranno 19 imputati, che hanno chiesto il rito abbreviato che consente la riduzione ad 1/3 delle pene.