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22 Novembre 2024 02:33

Il presidente del Parlamento europeo Tajani visita la Ladisa di Bari

Unione Europea che funziona. Con fondi europei stabilizzate 400 persone

BARI – “Vediamo qui concretamente come si può realizzare una realtà industriale moderna, competitiva rispettosa dell’ambiente, impegnata nella tutela della salute utilizzando anche i fondi comunitari. Questo è un grande successo. L’Europa che funziona, si trasforma in una grande industria che dà lavoro a tante persone“. Lo ha detto il presidente del Parlamento Europeo, Antonio Tajani, che, prima di partecipare ai lavori di un forum che si tiene a Bari, ha visitato lo stabilimento “Ladisa” della zona industriale del capoluogo pugliese. L’azienda di ristorazione, finanziata con fondi Ue, ha consentito la stabilizzazione di 400 persone: dieci volte di più la meta iniziale. Il Presidente Tajani ha manifestato anche vivo apprezzamento e soddisfazione per l’organizzazione dell’impianto produttivo realizzato secondo tecnologie d’avanguardia e ispirato ai canoni della ristorazione green per la valenza ambientale del ciclo lavorativo.

Il Presidente del Parlamento Europeo ha visitato le varie zone dello stabilimento della zona industriale di Bari, considerato uno dei più avanzati del Mezzogiorno, passando dalla piattaforma logistica, al laboratorio di sezionamento carni, ai semilavorati salumi e formaggi, all’ortofrutta e infine al centro cottura.  Tajani è stato accolto dai fratelli Sebastiano e Vito Ladisa contitolari dell’azienda, ed ha visitato l’opificio: costato circa 12 milioni di euro, di cui 4,1 milioni con contributi europei e a fronte di un obiettivo iniziale di 39 assunzioni, il nuovo impianto ha consentito l’assunzione di circa 400 persone, dieci volte di più la previsione iniziale. La Ladisa opera nella ristorazione collettiva scolastica, ospedaliera, istituzionale (Ministeri, Forze armate), aziendale: produce circa 20 milioni di pasti annui, dà lavoro a oltre 3mila e 500 persone (il 70% costituito da donne) e gestisce oltre 600 commesse in diverse regioni italiane dove è presente con 18 sedi produttive. Nel 2016, l’azienda Ladisa Ristorazione ha registrato un volume d’affari di oltre 100 milioni di euro (il 20% in più rispetto al 2015), con una previsione per il 2017 di un 40% in più grazie a nuove commesse. Nel prossimo quadriennio è previsto un piano di investimenti da circa 40 milioni di euro, tra cui un innovativo progetto di ricerca con il Cnr sulla sicurezza alimentare.

 

Lo stabilimento ubicato della zona industriale di Bari occupa una superficie di oltre 10mila metri quadrati, ha una capacità produttiva di circa 50mila pasti giornalieri, è attrezzato con un laboratorio per il sezionamento delle carni munito di bollo Cee (con pochi eguali), dispone di una piattaforma logistica in grado di movimentare decine di migliaia di referenze al giorno (tra food e no food) tutte di filiera certificata, ed è stato realizzato secondo innovativi criteri della ristorazione c.d. “green”. L’impianto produttivo, autonomo dal punto di vista energetico grazie a un sistema di 800 pannelli fotovoltaici (che hanno prodotto oltre 253 Megawatt nel 2016), si è assicurata un sistema in grado di monitorare continuamente ogni consumo energetico. L’attenta policy di rispetto ambientale ha consentito alla Ladisa Ristorazione di ottenere recentemente la certificazione UNI CEI EN ISO 50001:2011 che certifica l’efficientamento del ciclo produttivo (nel 2016 sono state risparmiate 134 tonnellate di CO2 )

“Il nostro obiettivo  non è quello di fare un favore agli industriali – ha aggiunto il presidente  Tajani – , noi li vogliamo aiutare perché loro rischiando ci mettono la faccia, ma senza il loro impegno non si creano posti di lavoro. L’obiettivo è quello di creare posti di lavoro, nuova occupazione soprattutto per i giovani. Se noi aiutiamo le imprese moderne e competitive queste potranno offrire posti di lavoro ai nostri ragazzi”.

I titolari dell’azienda i fratelli Sebastiano e Vito Ladisa  rivolgendosi al Presidente Tajani  hanno detto  “oggi abbiamo fornito garanzie che i fondi dell’Europa sono spesi bene. Quando i finanziamenti pubblici non finiscono per costruire cattedrali nel deserto o fabbriche fantasma, ne beneficia una intera collettività. Oggi, grazie soprattutto all’impegno della nostra famiglia ed ai finanziamenti europei, siamo orgogliosi di aver raggiunto l’obiettivo, anzi di averlo superato. Un dato su tutti: avevamo previsto 39 assunzioni in più, questo investimento ne ha realizzate dieci volte tanto. Perché, per noi, il vero patrimonio dell’impresa è il capitale umano”.

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