di Giacomo Amadori e Francois De Tonquèdec *
I media italiani stanno de-dicandosi a reti unificate alla storia del tenente Pasquale Striano e ai suoi presunti dossieraggi. Un suo ex collega del finanziere scuote la testa: “Ogni giorno alzano il livello. Ora dietro avrebbe i servizi esteri, domani gli Ufo». In effetti l’ex investigatore della Direzione nazionale antimafia è un bersaglio facile. Mica come certi pm intoccabili. Che hanno fatto il bello e il cattivo tempo e che, con la complicità di certi giornalisti, hanno impallinato questo o quel collega, colpevole solo di non essere allineato.
Per tre giorni vi abbiamo raccontato quanto è accaduto a Perugia durante l’inchiesta su Luca Palamara, dove gli inquirenti, con accu-se mai dimostrate, sono riusciti a far saltare la nomina a procuratore di Roma di Marcello Viola. Per capire che cosa sia successo davvero bisogna aprire il capitolo dei rapporti dell’allora procuratore di Perugia Luigi De Ficchy (a partire dal gennaio del 2015) con il suo “amico”, il lobbista Fabrizio Centofanti . Quest’ultimo è il personaggio da cui è partita l’i n-chiesta per corruzione nei confronti di Palamara .
Peccato che sino a fine maggio 2019 non sia mai stato iscritto sul registro degli indagati, né infettato con il trojan, per poter captare le sue conversazioni. Il presunto corruttore è rimasto ai margini del fascicolo sino a quando l’1 giugno 2019 De Ficchy non è andato in pensione. Ma intanto la microspia in-serita nel cellulare di Palamara aveva già fatto il suo sporco lavoro, captando conversazioni relative alle nomine del Csm, che nulla c’entrava n o con la corruzione, ma che sono servite a far saltare la promozione di Viola , esponente di punta della corrente moderata di Magistratura indipendente.
Il Gico della Guardia di Finanza, in un’annotazione di 13 pagine consegnata a Firenze l’8 febbraio del 2022, ricostruisce, sulla base dell’analisi del materiale informatico sequestrato a Centofanti nel 2018 dalla Procura di Roma, il legame tra i due. Il nominativo di De Ficchy compare, ad esempio, in un file Excel, tra le persone invitate a una festa nel settembre del 2015, così come in quello dei nominativi a cui mandare l’invito per la presentazione del libro “Grassi dentro”, di Nicola Sorrentino, prevista per il 18 febbraio 2016.
Il procuratore risulta anche “tra gli occupanti» di un tavolo, chiamato “Lex Hadriana”, a una cena “non meglio specificata”. Va detto che chi ricopre cariche importanti riceve spesso inviti non ri-chiesti per eventi di ogni gene-re, ma nel caso dei rapporti tra il lobbista e il magistrato, emerge qualcosa di più perso-nale. In un altro file, contenente l’elenco delle persone a cui inviare le tradizionali strenne natalizie, gli investigatori trovano, “in corrispondenza del nominativo “Luigi De Ficchy”, presente all’interno del foglio “Panettoni 5 kg” oltre al suo indirizzo di residenza, il recapito telefonico accostato alla specifica “NON CHIAMARE ( maiuscolo, n.d.r) ”.
Non è finita: il procuratore, in una “listacena”, risulta “accostato alla specifica “magistrato- accompagna Paradiso“. Quest’ultimo è, verosimilmente, Filippo Paradiso, ovvero l’ex poliziotto collegato al faccendiere Piero Amara e con lui imputato in alcuni procedimenti. Nel testo di una mail inviata da una collaboratrice del lobbista al procuratore, quest’ultimo, “come da accordi con il dottor Centofanti” , veniva invitato alla cena di gala di “giovedì 5 novembre (2015, n.d.r.) presso il Roof dell’Hotel Valadier, ubicato a Roma“.
Nella lista dei regali del 2016, De Ficchy è di nuovo associato ai panettoni da 5 chili, da consegnare con le stesse modalità. Ma in più gli investigatori annotano che, “all’interno del foglio “SET ASCIUG 2015” si trovano «le iniziali del suo nome, “L.D.F.” insieme a quelle “del nome della moglie” della toga. Lo stesso nominativo è presente, anche “sul foglio elettronico denominato “SETENERGIENUOVE”, probabilmente una lista di nominativi a cui inviare una serie di prodotti brandizzati “Energie nuove“, la società di Centofanti .
Dai dispositivi di quest’ultimo gli uomini del Gico estraggono anche tre file dell’agenda, contenenti data e orario di altrettanti appuntamenti con De Ficchy: 22 settembre 2015, dalle 8.45 alle 9.00; 11 novembre 2015, dalle 8.30 alle 8.45 e uno dell’1 aprile 2016, dalle 21 alle 22, accompagnato dalla descrizione “festa di laurea De Ficchy”. Il party per il figlio del magistrato. Nell’ iPad di Centofanti , oltre ai recapiti telefonici e le mail del magistrato, gli investigatori trovano anche una chat tra i due, che, però non contiene nessun messaggio.
Per mesi De Ficchy si era occupato di Centofanti come inquirente, senza astenersi. Anche perché nell’i nc h ie sta romana che aveva portato al-l’arresto del lobbista nel 2018, nessuno aveva evidenziato i rapporti telefonici tra i due. Solo un’annotazione del 29 ottobre 2021, sempre del Gico e sempre depositata a Firenze, elenca 26 contatti, “intercorsi, nel periodo dal 31 dicembre 2014 al 18 dicembre 2015″. Sino ad allora erano clamorosamente sfuggiti. I tabulati analizzati dai finanzieri riportano 9 sms e 17 telefonate, di cui 13 effettuate dal magistrato (che ha inviato anche 3 sms) verso l’utenza del lobbista. Nella chiamata più lunga, avvenuta il 5 dicembre 2015 al-le 10.46 ed effettuata da Centofanti , i due parlano per 4 minuti e 51 secondi.
Le Fiamme gialle evidenziano in particolare una conversazione risalente al 3 novembre 2015. La telefonata parte dal cellulare del magistrato alle 13.40 e dura poco meno di due minuti. Quello stesso giorno, annotano gli investigatori, la pm della Procura di Perugia Anna Duchini iscrive sul registro degli indagati, per il reato di riciclaggio, Massimiliana Battagliese, magistrato in servizio presso il Tribunale di Roma. Quel reato verrà, poi, sostituito con quello di corruzione per i rapporti della donna con Centofanti , a sua volta iscritto solo dopo l’arrivo a Perugia del nuovo procuratore Raffaele Cantone.
Ieri l’ex presidente dell’Umbria, Catiuscia Marini, che è stata sentita come persona offesa in un procedimento poi archiviato, è rimasta colpita dalla ricostruzione che abbiamo fatto del lavoro del cancelliere Raffaele Guadagno e dei suoi amici giornalisti. Infatti il funzionario avrebbe scaricato illecitamente anche atti riguardanti il procedimento in cui la Marini è tuttora imputata. “Oggi il quotidiano nazionale La Verità dedica un lungo articolo alle vicende di Perugia sui file “acquisiti”e resi noti alla stampa in barba alla tutela delle persone. Ovviamente ben 282 documenti sono stati acquisiti dal mio fascicolo e trasmessi almeno a una decina di giornalisti, molti dei quali umbri…Di alcuni di loro ho avuto sempre chiaro gli anomali rapporti con alcuni Palazzi di giustizia, di altri sono davvero turbata. È giunto il tempo davvero della Verità” e del disvelamento di “come un corto circuito tra uffici del Palazzo di giustizia, giornalisti, esponenti politici di vari partiti abbiano agito in maniera a dir poco equivoca!“. E conclude che “ovviamente” non si ha notizia di chi sia stato indagato tra i cronisti.
Poi, con persone a lei vicine, ha chiosato il suo post, mostrando di apprezzare l’editoriale di ieri di Maurizio Belpietro: “La libertà di stampa e il diritto di cronaca non sono lo sputtanamento degli indagati e il processo fuori dalle aule di giustizia”. L’ex governatrice ha anche ricordato che una delle pm d’assalto della Procura, Gemma Miliani, è sposata con un giornalista che fa la cronaca giudiziaria a Perugia, in una piccola Procura di provincia. “È normale? Non esiste conflitto di interessi? Ha seguito il nostro processo esaltando sempre le posizioni dei pm e nascondendo gli atti delle difese“. E a proposito di quanto sta emergendo, ha ricordato di quando ricevette l’avviso di garanzia e un cronista del Corriere della Sera molto addentro ai segreti delle Procure e portavoce ufficiale dei principali magistrati volle incontrarla a quattr’occhi: “Era venerdì. Io non avevo potuto leggere nessun atto del mio fascicolo, tranne l’avviso. Ma il cronista disse di aver visto il fascicolo e di aver incontrato De Ficchy. Io rimasi sbalordita“.
Il ministro Carlo Nordio prenda appunti. E si ricordi che certe storie rischiano di restare nell’ombra , solo perché non convengono ai grandi giornali.
*tratto dal quotidiano La Verità
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