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31 Gennaio 2025 02:48

Il processo sulla truffa all’Inps della Santanchè e Visibilia resta a Milano

Il 10 febbraio in Parlamento il passaggio delicato del voto sulla sfiducia

La decisione della Cassazione di dichiarare la competenza della magistratura di Milano a giudicare Daniela Santanchè, imputata per truffa aggravata all’Inps, spinge la ministra del Turismo a dare l’addio al governo. La decisione della Suprema Corte di rigettare la questione della competenza territoriale in favore del foro di Roma sollevata dalla difesa non rallenta il procedimento, mentre l’avvocato Nicolò Pelanda, “allineato” allo stile, se vogliamo definirlo tale… della sua assistita Santanchè , attacca i giudici lamentando di aver appreso in anteprima dalla stampa l’esito della camera di consiglio, .

L ‘udienza preliminare riprenderà il prossimo 26 marzo e potrebbe chiudersi entro maggio, ma ancor prima c’è un’altra scadenza delicata per la Santanchè: quella del 10 febbraio, quando la Camera dei Deputati si riunirà per discutere la mozione di sfiducia presentata dal M5s nei confronti dell’ex proprietaria del Twiga e fondatrice del gruppo Visibilia, dal quale è uscita, ma il suo operato precedente le sta creando non pochi guai la giustizia

La votazione sulla mozione di sfiducia sarà palese. Un passaggio che potrebbe diventare cruciale – si ragiona in alcuni ambienti della coalizione della maggioranza- perché potrebbe esporre la maggioranza ad un voto di fiducia che blinderebbe un esponente del governo che di lì a poco, però, potrebbe essere rinviato a giudizio, come possibile conseguenza, portarlo comunque alle dimissioni. Un teorico cortocircuito che potrebbe essere superato, si sottolinea, anticipando politicamente certe decisioni.

Di rientro a Milano dall’Arabia, dove si è recata per la prima tappa in terra saudita del veliero Amerigo Vespucci, la Santanchè ha dunque molto su cui riflettere. Nei giorni scorsi aveva dichiarato “Non mi dimetto, vado avanti” salvo poi rettificare di fronte all’irritazione del suo partito, Fratelli d’Italia, e sembra anche di Palazzo Chigi, per queste dichiarazioni, smentite, anche dopo la pubblicazione dell’audio sui siti dei quotidiani, “se me lo chiede la Meloni me ne vado” .

Adesso, però, la questione è diversa, perché ci sono tempi più certi sull’iter della vicenda giudiziaria. Non è un caso che il presidente del Senato Ignazio La Russa, da sempre vicinissimo alla ministra, suo “traghettatore” prima in Alleanza Nazionale e poi in Fratelli d’ Italia, e compagna di partito, di cui è amico, definisca la decisione della Cassazione un “elemento di valutazione” aggiungendo “Credo che Daniela, quando ha detto che avrebbe valutato, può darsi che valuti anche questo”.

Molti, dentro FdI, lo interpretano come un segnale di un crescente isolamento per Santanchè. Sabato mattina la senatrice potrebbe presentarsi alla direzione nazionale del partito dove, dopo il suo “chissenefrega” delle critiche, non è escluso un momento di confronto. A cui, prevede chi la conosce bene, la ministra non si sottrarrà.

Gli ermellini con la loro pronuncia in favore della competenza del Tribunale di Milano, hanno in sostanza ridato vitalità al procedimento in cui la senatrice, il suo compagno Dimitri Kunz e una una terza persona, rispondono di truffa aggravata in uno dei filoni dell’indagine su Visibilia (ora risanato dall’amministratore giudiziario) per presunte irregolarità legate alla cassa integrazione ottenuta per 13 dipendenti durante il Covid con ingenti danni per l’Inps.

Anche se non sono ancora disponibili le motivazioni, qualche passaggio dell’intervento della rappresentante della Procura Generale della Cassazione Simonetta Ciccarelli, potrebbe dare una traccia su quale sia stato il loro ragionamento. “Si ritiene venga accordata prevalenza alla tesi dell’Inps – ha detto in udienza la sostituta pg – che fa osservare come la dichiarazione della società del 31 maggio 2020 per ottenere la Cassa Integrazione per i dipendenti è stata presentata” nella sede del capoluogo lombardo. Inoltre non può essere accolta neppure la tesi del difensore, l’avvocato Nicolò Pelanda, che ha insistito oltre che per il trasloco del procedimento nella Capitale, anche per la rideterminazione del reato in “indebita percezione a danno dello Stato di erogazioni pubbliche”.

Intanto gli atti del fascicolo a breve ritorneranno a Milano per l’udienza preliminare che, tra meno di due mesi, potrebbe essere celebrata davanti a un nuovo Gup, in quanto Tiziana Gueli, assegnataria iniziale del procedimento, prenderà servizio come giudice del dibattimento. Quel che è quasi sicuro è che, salvo complicazioni, essendo tre gli imputati ed essendo stata risolta la questione della competenza, si ricomincerà con la discussione della procura di Milano che insisterà senza alcun dubbio sulla propria richiesta di rinvio a giudizio della senatrice di Fdi. Dopo di che toccherà alla parte civile Inps e quindi infine alle difese. La previsione è che il procedimento si possa risolvere in due o tre udienze.

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