ROMA – Non è piacevole preoccuparsi dei problemi editoriali di un concorrente, ma non ci si può esimere allorquando si tratta dell’organo di stampa del Consiglio Nazionale Forense, cioè l’ Ordine Nazionale degli Avvocati. Stiamo parlando del quotidiano Il Dubbio diretto dal bravo collega Piero Sansonetti, edito con la dichiarata intenzione di far sentire la voce dell’avvocatura sui temi di attualità. L’Associazione Nazionale Forense cui aderisce il Sindacato Avvocati di Bari nella scorsa primavera ha aperto una vera e propria guerra interna, con un ricorso depositato dinnanzi al Tar Lazio.
Nella giornata di oggi il Sindacato Avvocati Bari (ANF) e Avvocati Ora hanno divulgato sui social network stralcio del bilancio di esercizio al 31.12.2016 della società editrice del Dubbio, che riporta una perdita di esercizio pari a € 836.500 depositato della Edizioni Diritto e Ragione srl , società editrice costituita il 10 dicembre 2015, avente socio unico la FAI-Fondazione per l’Avvocatura Italiana, istituita dal CNF, che ha stanziato all’atto del “lancio” sul mercato editoriale, un contributo-finanziamento complessivo di 1.100.000 euro. A contestare l’operazione editoriale del CNF anche l’ Organismo Unitario dell’ Avvocatura
Sul piede di guerra anche il Movimento forense, da sempre contrario all’iniziativa editoriale del Cnf. Il segretario Massimiliano Cesali al debutto in edicola del quotidiano Il Dubbio scriveva, “è un’iniziativa in conflitto con le funzioni che la legge riconosce all’Ente e comporta un ingente impiego di denaro degli avvocati”. Peraltro, proseguiva il segretario del Movimento forense, questa scelta “rende sempre più evidente l’ambizione da parte del CNF di svolgere una funzione politica non sua, in antitesi con l’art. 39 della Legge Professionale. Ciò genera confusione negli avvocati e offre giustificazioni alla politica“.
Il progetto editoriale del Dubbio si sarebbe impantanato secondo quanto ci ha raccontato una fonte interna a causa di impegni editoriali e pubblicitari assunti dal Gruppo Sole24Ore, la cui concessionaria pubblicitaria avrebbe dovuto garantire delle entrate pubblicitarie, mai arrivate, motivo per cui Sansonetti si sarebbe rivolto recentemente alla “benevolenza” del Cav. Silvio Berlusconi, sperando nel supporto editoriale-pubblicitario della Mondadori Pubblicità e di Publitalia, società controllate dall’ (ex) Cavaliere.
Dalla Nota integrativa al Bilancio 31.12.2016 della società Edizioni Diritto e Ragione Srl si legge: “In recepimento dell’art. 1 del D.Lgs. n. 173/2008, la società ha stipulato i seguenti accordi in funzione della natura e dell’obiettivo economico, dell’effetto patrimoniale, finanziario, economico: la società è stata costituita dalla Fondazione dell’Avvocatura Italiana per dar seguito alla convenzione stipulata dalla stessa con il Consiglio Nazionale Forense che mediante la Fondazione ha dato seguito all’iniziativa editoriale decisa nella seduta straordinaria del 29 ottobre 2015 e approvata nella seduta amministrativa del 19 novembre 2015. Con la stipula della predetta convenzione il CNF si è impegnato a dare copertura finanziaria e a determinare in via anticipata l’ammontare dei contributi che erogherà alla FAI tenendo conto dell’entità e della rilevanza del progetto editoriale, delle risorse di personale, mezzi e servizi necessari, nonchè delle attività svolte da quest’ultima in attuazione del predetto affidamento”
“L’articolo 2427, comma 1, numero 22-quater del Codice Civile – continua la nota integrativa al bilancio 2016 – richiede che debbano risultare i fatti di rilievo avvenuti dopo la chiusura dell’esercizio. Si considerano fatti di rilievo quelli che, richiedendo o meno variazioni nei valori dello stesso, influenzano la situazione rappresentata in bilancio e sono di importanza tale che la loro mancata comunicazione comprometterebbe la possibilità dei destinatari dell’informazione societaria di fare corrette valutazioni e prendere decisioni appropriate. A tal proposito, si illustra la seguente informativa, nella quale viene posta evidenza della stima dell’effetto sulla situazione patrimoniale, finanziaria ed economica ovvero le ragioni per cui l’effetto non è determinabile. In ottemperanza agli impegni assunti dal CNF per l’attuazione del progetto editoriale per tramite della FAI è stato deliberato per il 2017 un finanziamento a copertura delle eventuali perdite pari a euro 1.000.000,00.”
Pertanto se la matematica non è un opinione, ad oggi il quotidiano Il Dubbio è costato agli avvocati italiani la modica….cifra di due milioni di euro ! Il problema è che non basta trovare i soldi o far scrivere qualche bravo giornalista per mantenere in piedi un quotidiano con ambizioni di diffusione nazionale. Bisogna innanzitutto trovare qualcuno capace di fare l’editore.
Invecese secondo gli avvocati che contestano l’iniziativa editoriale, l’ “’iniziativa grava nell’immediato quanto ai costi sugli Avvocati italiani, visto che viene finanziata dal CNF attraverso i contributi richiesti dagli ordini forensi agli iscritti, ha sollevato perplessità e dubbi circa la sua legittimità rispetto alle norme che disciplinano l’editoria e alle norme dell’ordinamento professionale“.
L’iniziativa del COA Bari su Il Dubbio
ESTRATTO VERBALE DEL 20 APRILE 2016
Punto n. 11 all’Ordine del Giorno
(Assemblea straordinaria degli iscritti del 15/03/2016 – deliberato- determinazioni)
Il Consiglio, vista la delibera assembleare degli iscritti del 15 marzo 2016, ritenendo di dover dare corso alle ulteriori indicazioni provenienti dagli iscritti, approva il seguente deliberato:
Il Consiglio dell’Ordine degli avvocati di Bari,
facendo proprio il deliberato dell’Assemblea degli iscritti del 15 marzo 2016, che demanda al COA di Bari la richiesta di intervento del Ministro della Giustizia e delle Autorità competenti
PREMESSO
– che costituisce ormai fatto notorio, per averlo più volte comunicato il Presidente Mascherin sia negli incontri periodici con gli Ordini circondariali, sia in riunioni degli Ordini distrettuali appositamente convocati, che il CNF si è reso editore di un quotidiano generalista (“Il Dubbio”);
– che l’iniziativa editoriale, presentata, in termini mediatici, come potente mezzo di comunicazione degli avvocati e, in termini politici, come strumento di contrasto ai cc.dd. “giornali delle procure”, desta perplessità in numerosi avvocati, fra i quali, quelli del Foro Barese e il Consiglio dell’Ordine che li rappresenta;
– che, dalle notizie diffuse, risulta che il CNF e la propria Fondazione (FAI – Fondazione Avvocati Italiani), ha costituito una società di capitali (Edizioni Diritto e Ragione srl.), che provvederà alla pubblicazione del quotidiano;
RILEVATO
– che la società di capitali, denominata “Edizioni Diritto e Ragione srl”, ha quale socio unico la F.A.I., presieduta dall’avv. Mascherin, presidente del CNF;
– che, ai fini della diffusione del quotidiano, i componenti del CNF, con il direttore responsabile, hanno partecipato a numerose riunioni degli ordini distrettuali, invitandoli ad offrire contributi ovvero ad abbonare “di ufficio” gli iscritti ai rispettivi albi.
CONSIDERATO
– che il CNF, secondo la legge 247/2012, è un Ente pubblico non economico, “soggetto solo alla vigilanza del Ministro della giustizia”, la cui funzione istituzionale è unicamente quella di “garantire il rispetto dell’Ordinamento professionale e delle regole deontologiche”, “con finalità di tutela dell’utenza e degli interessi pubblici connessi all’esercizio della professione e al corretto svolgimento della funzione giurisdizionale” (art. 24);
– che l’art. 35, nel definire in modo puntuale i compiti e le prerogative del CNF, prevede unicamente che quest’ultimo possa curare “mediante pubblicazioni, l’informazione sulla propria attività e sugli argomenti d’interesse dell’avvocatura” (lett.p);
– che, conseguentemente, il vigente Ordinamento professionale non sembra consentire nè la pubblicazione di quotidiani generalisti, né la utilizzazione dei contributi annuali degli avvocati per fini diversi da quelli istituzionali (“necessari per coprire le spese della sua gestione”, art. 35 comma 2);
RILEVATO ALTRESI’
– che l’art. 1 comma 13 della legge 5.8.1981 n. 416, riguardante la disciplina delle imprese editoriali, conferma la impossibilità, per il CNF, di pubblicazione di un giornale, facendo espresso divieto agli Enti pubblici di costituire o, comunque, di acquisire partecipazioni in aziende editoriali di giornali o di periodici “che non abbiano esclusivo carattere tecnico inerente l’attività dell’Ente”
Tanto premesso, rilevato e considerato,
CHIEDE
che il Ministro della Giustizia, nell’esercizio dei suoi poteri di vigilanza e le altre Autorità interessate, nell’ambito delle rispettive competenze, con riferimento all’iniziativa editoriale assunta dal CNF con i contributi dovuti dagli avvocati (pena la sospensione dall’albo), vogliano esperire ogni opportuna indagine, operare le necessarie valutazioni ed emettere gli eventuali provvedimenti di rispettiva competenza. In particolare, chiede
a) se sia conforme ai fini istituzionali del C.N.F. ed alla legge sull’editoria la pubblicazione di un giornale generalista tramite la F.A.I.;
b) se al C.N.F. sia consentito utilizzare risorse degli avvocati sia provvedendo al pagamento degli stipendi dovuti al direttore e ai redattori, sia riservando al corpo redazionale appositi locali presso la sede consiliare di via del Governo vecchio.
c) se sia consentito al C.N.F. sollecitare gli Ordini e le Associazioni forensi a fornire contributi e abbonamenti degli iscritti e se sia consentito, da parte di questi ultimi, abbonare “di ufficio” i propri iscritti, senza la previa acquisizione del loro espresso consenso, trattandosi non già di rivista tecnica o notiziario informativo interno, ma di normale quotidiano generalista.
d) se, supposta la legittimità e correttezza dell’iniziativa, siano corrette le modalità di assunzione dei giornalisti, di scelta dei fornitori (carta, tipografo, distributore, raccolta pubblicitaria), di selezione dei collaboratori e di utilizzo delle risorse e di appostamento in bilancio delle relative voci spesa.”
Si delega il sig. Segretario alla trasmissione del deliberato al Ministro della Giustizia, all’Autorità Garante per le Comunicazioni, all’Autorità Nazionale Anticorruzione, al Garante per la protezione dei dati personali, a tutti gli Ordini forensi nazionali ed ai Consiglieri.
Il ricorso presentato successivamente al Tar Lazio verte su alcuni quesiti: può un ente pubblico, quale è il Consiglio Nazionale Forense, esercitare l’attività di editore di un giornale generalista? Può farsi rientrare tra le pubblicazioni su temi di interesse specifico dell’avvocatura attribuite dalla legge professionale alla cura del CNF un quotidiano che tratti temi di attualità, finanziato con i contributi degli iscritti agli ordini e che, peraltro, a meno di un anno dall’uscita, è già difficile reperire nelle edicole della città?
E resta da capire un particolare a dir poco “strano” segnalatoci da non pochi avvocati. Il quotidiano Il Dubbio risulta essere stato registrato al Tribunale di Bolzano (n. 7 del 14 dicembre 2015). Eppure il Consiglio nazionale Forense, FAI-Fondazione per l’Avvocatura Italiana, e la società editrice Edizioni Diritto e Ragione srl hanno tutti sede legale ed operativa a Roma, come anche la redazione del giornale. Cosa c’entra Bolzano ?