Nonostante Salvini non molli il “pressing“ il Ministero dell’ Interno , dovrebbe andare al prefetto di Roma Matteo Piantedosi. La Lega chiede le Infrastrutture per Salvini , gli Affari regionali per il ligure Rixi, la Disabilità (Erika Stefani), la Transizione ecologica (in calo le aspettative per all’Agricoltura) e il Mef, dove prende corpo la candidatura di Giancarlo Giorgetti.
“Se verrà chiesto alla Lega di occuparsi di temi fondamentali come economia, sicurezza, opere pubbliche e autonomia, sappiamo come farlo e con chi farlo – dicono dal partito – per Salvini sarà un onore. Nessun veto, preclusione o impuntatura, massima disponibilità ad assumersi tutte le responsabilità“. Oltre al nome di Giorgetti restano in campo quello di Domenico Siniscalco e quello di Biagio Mazzotta, ragioniere generale dello Stato.
Molto teso e complicato il confronto tra Meloni e Berlusconi. Archiviata la candidatura di Licia Ronzulli che ripiegherà alla guida dei senatori di Forza Italia, si registra semaforo verde per Antonio Tajani alla Farnesina. La presidente di FdI ha alzato le barricate sullo Sviluppo economico ha in tasca il nome di Antonio D’Amato, e Giustizia dove salgono le quotazioni di Carlo Nordio, con Elisabetta Casellati destinata a finire alla Pubblica amministrazione. A Forza Italia dovrebbe andare l’Università, per Anna Maria Bernini. Un quarto ministero, forse per Gilberto Pichetto Fratin, rieletto alla Camera.
Per la Difesa restano in campo i soliti noti per FdI: Crosetto (che in alternativa potrebbe anche finire al Mise), Urso e Cirielli. Per i Beni culturali i candidati in campo sono due: Fabio Rampelli e Gennaro Sangiuliano, attuale direttore del Tg2.
Due “tecnici” per Lavoro e Salute. Marina Calderone, presidente del Consiglio nazionale dell’Ordine dei consulenti del lavoro, per il Lavoro; Guido Rasi, medico ed ex direttore dell’Ema, per la Salute. Alla Scuola, invece, girandola di nomi: Elena Donazzan, Paola Frassinetti, Ilaria Cavo, Giuseppe Valditara.