di Alessia Di Bella
La Ferrari non vinceva dal 2003 a Spielberg in Austria e questa è sicuramente una bella soddisfazione, nel feudo della Red Bull sul circuito che porta il suo nome, cogliendo la seconda vittoria di fila, dopo Silverstone che ha visto Sainz al suo primo successo in carriera. Un segnale di grande vitalità che con la terza vittoria stagionale restituisce il sorriso a Charles Leclerc, che dopo Silverstone aveva masticato amaro e sabato, nella gara Sprint in Austria, non era riuscito a battere Verstappen.
Ma mentre ci sono segnali positivi sui piloti , c’è un dato negativo: l’affidabilità della monoposto. Sulla Ferrari guidata da Carlos Sainz è saltato tutto (in settimana si capirà cosa abbia dato il via alla rovinosa rottura, tra fuoco e fumo, si presume il motore) , su quella guidata da Leclerc c’è stato un piccolo malfunzionamento al pedale dell’acceleratore che ha reso i giri finali un vero e proprio terno al lotto. Guidare negli ultimi giri in quelle condizioni e vincere la gara è stata una vera impresa, testimonianza che la sua maturazione di pilota è ormai un fatto acquisito. Il fronte dell’affidabilità è quindi ancora instabile come ammesso subito dopo la gara da Mattia Binotto, il quale ha ammesso che c’è ancora da lavorare su questo fronte .
Carlos Sainz, potenzialmente secondo è stato costretto purtroppo a ritirarsi così interrompendo il suo momento magico. Adesso che il gap di punti tra Leclerc e Sainz è cresciuto, dovrebbe essere più semplice per la Ferrari decidere le gerarchie in squadra e puntare tutto sul monegasco. Sul fronte della classifica il passo è stato di soli 7 punti, ma in quanto a morale, a casa Verstappen-Marko-Mateschitz, è un gran toccasana. Ora il pilota olandese ha 208 punti, Le Clerc ne ha recuperati appena sette arrivando a 170, ma per la bellezza di come li ha recuperati sembrano (e pesano per il morale) molti di più.