Ieri pomeriggio l’aula del Senato a maggioranza assoluta ha acceso “semaforo verde” , con 167 sì e 76 no, al conflitto di attribuzioni presso la Consulta contro i magistrati che hanno indagato Matteo Renzi per finanziamento illecito. Quella che veniva chiamata la cosiddetta “coalizione giallorossa” nella votazione si è divisa: hanno votato contro la posizione espressa da Renzi il M5S e Leu, mentre il Pd, si è espresso a favore del leader di Italia viva, insieme a tutti gli altri partiti.
L’esito del voto era scontato, anche se è da segnalare un evento senza alcun dubbio la circostanza che il Senato della Repubblica si sia espresso con tale nettezza, a maggioranza assoluta su una questione del genere. Quasi a voler approvare non solo il ricorso al conflitto di attribuzioni ma anche una delle frasi pronunciate da Renzi che è stata la più applaudita non a caso: “Fare politica non è reato”. Per il fondatore di Italia Viva, non spetta ai magistrati stabilire cosa sia un partito e cosa no: Renzi ha parlato di “denari trasparenti” e “bonificati“, ed ha posto un accento sul fatto che i giudici, stando alla sua opinione, avrebbero imbastito una indagine “non è sui soldi ma su che cosa è un partito e che cosa non è”.
Prima del voto, è intervenuto anche il senatore Alberto Balboni, esponente di Fratelli d’Italia, che ha annunciato il voto favorevole da parte del partito guidato da Giorgia Meloni alla sollevazione del conflitto d’attribuzione .
Matteo Renzi, rivolto all’Aula del Senato prima del voto ha detto “Chi oggi dice che siamo in presenza del tentativo di un senatore di allontanarsi dal suo processo, mente sapendo di mentire. Questo è un conflitto di attribuzione e non ha niente a che vedere con la posizione personale dell’imputato: non cambia niente nel processo che mi riguarda. Siamo qui perché si parla non di me, ma di un principio di civiltà giuridica“.
La grande attesa nell’Aula di Palazzo Madama era rivolta soprattutto per l’intervento del leader di Italia viva. Matteo Renzi nel suo intervento non ha risparmiato critiche: “Siamo tutti uguali davanti alla legge, l’impunità non è consentita a nessuno, nemmeno ai pm”. riferendosi ai magistrati che lo hanno indagato. Chiaro il riferimento a Giuseppe Conte ed il Movimento 5 Stelle: “Si vergogni chi pensa che attacchiamo la magistratura. Mi auguro che non vi accada quello che è accaduto a me”. Critiche anche per la stampa: “Ha ceduto il ruolo di guardiano della democrazia. Una velina delle procure conta più delle sentenze della Cassazione“.
Renzi basa la sua richiesta di conflitto di attribuzioni proprio sulle decisioni della Corte di Cassazione che “per 5 volte ha stabilito che i magistrati di Firenze hanno agito in modo illegittimo” aggiungendo “Non lo dico io, lo dicono altri giudici, quindi è un fatto pacifico, i pm di Firenze non hanno seguito le regole”. Sempre sui magistrati ha aggiunto: “Nelle democrazie non è un giudice che definisce cosa sia un partito o una corrente. È saltata la separazione dei poteri. I pm pensano di fare un processo alle modalità con cui si fa politica. E vogliono fare anche i padri costituenti”.
L’ex premier ha difeso la sua decisione di denunciare i magistrati che lo hanno indagato: “Non è stata eversione, ma un atto di civiltà giuridica”. Non è mancata una riflessione personale, che riguarda la lettera di suo padre contenuta negli atti e resa pubblica dai soliti giornali: “La mia vita privata è stata data in pasto a una clamorosa campagna, non solo di stampa. Non è consentito a nessuno violentare la vita delle persone”.
Renzi al termine della votazione è soddisfatto convinto che “non sia stata ferita la prerogativa di un parlamentare ma sia stato ferito il Parlamento nella sua interezza”. E si concede con alcuni colleghi di Italia viva qualche battuta sull’atteggiamento dei grillini: “Che farebbero se arrivasse una richiesta di processo per uno di loro?”. E pubblica un post su Facebook: “Una bella giornata“.
Matteo Salvini parlando con i giornalisti nel pomeriggio difende Renzi : “Non conosco le carte del suo processo, non giudico i processi degli altri. Aver letto sui giornali gli estratti conti di un cittadino italiano e una lettera di un padre ad un figlio è un atto indegno di un Pese civile e qualcuno dovrebbe pagare per questo errore”. Salvini conclude: “Mi separa tutto da Renzi ma non lo combatterò mai a colpi di magistratura“.
“Un intervento molto misurato oggi di Matteo Renzi in Senato – ha commentato il senatore Pd Andrea Marcucci dopo il voto – “Il leader di IV non ha parlato a nome di una parte o dell’altra, ma a nome di tutti coloro che hanno a cuore la dignità della politica. L’Aula oggi ha detto che tutti devono rispettare la Costituzione: i parlamentari certo, ma anche i magistrati”.
Di tenore completamente opposto il ragionamento fatto da Conte per spiegare la posizione del Movimento 5 Stelle: “Non è un voto contro o a favore di Renzi, ma a favore dei principi e dei valori del M5S. I politici devono difendersi nei processi e non dai processi“. È proprio a Conte ed il M5S che il leader di Italia Viva si riferisce quando dice: “Io non scappo dal processo. Ci vado a testa alta, udienza per udienza”.