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23 Dicembre 2024 03:56

Il Sindaco di Taranto e la “staffista”: storia a luci rosse … ? No, di ordinario squallore !

In esclusiva per i nostri lettori il VIDEO che compromette il Sindaco di Taranto e la sua (ormai ex) "staffista" del cuore ripresi in un incontro clandestino .

di Antonello de Gennaro

Era il 22 maggio quando sull’ Albo Pretorio del Comune di Taranto apparve la Determinazione Dirigenziale n. 269/2018  con la quale si è accertata la vera e propria “truffa” ai danni del Comune di Taranto , e quindi a tutti i contribuenti tarantini, da parte della Imbimbo la quale aveva consapevolmente “spacciato” il proprio diploma ottenuto dall’ Istituto Europeo di Design per  una laurea mai conseguita , ma la circostanza ancor più grave è che dal 29 settembre 2017 nessun dirigente, funzionario, impiegato, avvocato del Comune di Taranto abbia mai avuto  la dovuta accortezza di controllarne la veridicità . Altra circostanza a dir poco vergognosa è che nella delibera non viene mai indicato il nome della Imbimbo, che invece compariva ed era presente nelle precedenti delibere citate nell’ultimo atto del Comune !

Come raccontavamo in un nostro articolo del 30 maggio 2018 è stato infatti grazie ad un esposto-denuncia alla Procura della Repubblica presentato da Francesco D’ Eri un sindacalista dell’ UGL di Taranto,  che si è accertato l’indebito avvenuto pagamento di oltre 28mila euro alla (ormai ex) “staffista del Sindaco Melucci, senza che quest’ultimo abbia sentito il dovere morale di dimettersi, o chiedere scusa alla città, considerando che la nomina della Imbimbo è stato un suo “atto pubblico” di natura esclusivamente “fiduciaria”. Giusto per fare un esempio, a Roma, il sindaco Ignazio Marino a suo tempo  venne dimissionato dalla sua stessa maggioranza di centrosinistra per una vicenda di spreco di denaro pubblico, per  un importo persino inferiore a quello della Imbimbo.

 

ESCLUSIVA ! ecco il video girato sabato mattina a Massafra (Taranto) che ritrae Melucci con la Imbimbo

 

Come mai i “burocrati” del Comune di Taranto, cioè i dirigenti e funzionari comunali,  ma anche i consiglieri comunali, non hanno sinora proferito  una sola parola sulla richiesta di rimborso di spese sostenute (e da verificare)  presentata il 28 dicembre 2017 dal sindaco  Melucci nel suo viaggio-missione a Roma per il “Tavolo istituzionale Ilva“, all’interno del quale compare la richiesta di rimborso spese di un albergo, la cui documentazione fiscale però è stranamente intestata alla “staffista” Doriana Imbimbo ? Forse i due avevano dormito insieme per far risparmiare il C0mune di Taranto ? 

Sono passati ormai mesi a  Taranto nel “silenzio complice” dei consiglieri comunali che sostengono e fanno da “stampelle” alla maggioranza comunale di centrosinistra che sostiene il Sindaco Melucci, non hanno avuto finora MAI  quella onestà intellettuale e morale, di chiederne le dimissioni, o ancora meglio di dimettersi tutti quanti insieme, facendo così decadere il consiglio comunale e mandando a casa l’intera giunta composta in maggioranza da “nominati” e cioè non eletti dai cittadini ed elettori di Taranto.

Determina Imbimbo

Questa mancanza di onestà, morale e dignità politica della stragrande maggioranza dei consiglieri comunali di Taranto, conferma il teorema, diventato un fatto inconfutabile che  è ben “noto” che a Taranto il ruolo di consigliere comunale e/o assessore , altro non è che uno “stipendificio pubblico” grazie al quale molto spesso questi politicanti da marciapiede vivono e sopravvivono, come una recente inchiesta della Procura della Repubblica di Taranto ha confermato e dimostrato proprio sui rimborsi ai consiglieri comunali. Dai banchi dell’opposizione il silenzio più assoluto. Sarà forse perchè fra gli indagati compare anche il loro “collega” di (sterile) opposizione Mario Cito ?

Il nostro giornale cari amici ancora una volta dimostra di essere una voce libera ed indipendente fuori del coro dei “pennivendoli” che sopravvivono di mancette e markette pubblicitarie, di quelli che si fanno pagare per intervistare il Sindaco Melucci, o quelli che vengono “pilotati” per oscure trame, ben note a chi vi scrive che le denuncia senza problemi. E siamo capaci di fare i giornalisti anche senza ricevere i comunicati stampa ciclostilati del Comune di Taranto. La stampa (quella seria però) serve nella democrazia,  non è serva.

Nel dicembre del 1997 un nostro indimenticabile “maestro” e cioè Indro Montanelli sosteneva che il giornalismo sia al capolinea, e scriveva parole che sembrano scritte oggi: “Il pubblico è uno strano animale, sembra uno che capisce poco ma si ricorda, e se vi giocate la sua fiducia siete perduti. Questa fiducia bisogna conquistarsela seriamente e faticosamente, giorno per giorno. Questo non ci mette al riparo dall’errore, ma impone l’obbligo di denunziare noi stessi, quando ci accorgiamo dell’errore, e di chiedere scusa al lettore. Se volete fare questo mestiere, ricordatevelo bene. È un mestiere che richiede molta umiltà, molta, e il protagonismo è in contrasto con questa legge fondamentale” .

Montanelli nel suo editoriale aggiungeva: “Ma noi siamo sempre pagati poco, questo mestiere non si fa per i soldi. Anzi, se incontrate un giornalista ricco, diffidatene. Il giornalismo non conduce alla ricchezza, può condurre al benessere, per carità. Io non mi lamento affatto, ho quanto mi basta e anche di più per campare bene. Ma il giornalista ricco è un giornalista che puzza perché si è servito del mestiere per raggiungere altri obiettivi. Un giornalista che si asservisce al mestiere – chiedendo scusa al procuratore Maddalena – lo fucilerei.”.

Montanelli concludeva rivolgendosi ai propri lettori con un monito: “Chi di voi vorrà fare questo mestiere, si ricordi di scegliere il proprio padrone, il lettore. Si metta al suo servizio e parli la sua lingua“. A Taranto invece in molti, troppi giornalisti,  la lingua la usano per fini meno nobili ed umidicci…

Ecco perchè cari amici, ma sopratutto, mi rivolgo ai nemici, ai critici, ai diffamatori seriali, ai nostri persecutori e stalker : quando fate accertamenti e ricerche sul sottoscritto, sul giornale che state leggendo (spesso contro voglia !)  non trovate nulla di appetibile… La mia, la nostra vera ricchezza, è la liberta. La libertà di fare del giornalismo serio e non colluso o corrotto. Un giornalismo libero ed indipendente da tutto e da tutti. Con un solo padrone: il lettore.

 

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Grazie, Antonello de Gennaro

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