Il 25 settembre 2022, quasi esattamente due anni fa, il centrodestra guidato da Giorgia Meloni vinceva le elezioni politiche, conquistando una solida maggioranza nel nuovo Parlamento della XIX Legislatura. Rispetto alle dinamiche a cui ci ha abituato la politica nazionale, bisogna dire che si è trattato di due anni relativamente ordinari, senza particolari sconvolgimenti o rivoluzioni del quadro. Ma due anni sono comunque un lasso di tempo non indifferente, ed è quindi opportuno allargare un po’ lo sguardo e tracciare un quadro dello stato di salute dei partiti rispetto alle ultime elezioni (anche vista la sostanziale stabilità rispetto alla situazione delle ultime settimane). Da questo confronto emerge come questi due primi due anni di legislatura abbiano decisamente premiato quelli che già alle Politiche 2022 si erano affermati come i due partiti e le due coalizioni principali.
Come si nota già a un primo sguardo, i rapporti di forza sono rimasti sostanzialmente immutati. Fratelli d’Italia era il primo partito alle elezioni e lo è ancora oggi, con una crescita rispetto al dato registrato nelle urne (+3,2%) che in buona parte è avvenuta già nel primo anno di legislatura. Molto interessante è anche la crescita del Partito Democratico, che dalle elezioni è cresciuto di oltre 4 punti: nel caso del PD, però, la crescita si è manifestata quasi interamente nell’ultimo anno, e in particolare dopo le elezioni europee. Non può essere solo una coincidenza il fatto che il guadagno del PD sia praticamente identico e speculare al calo del Movimento 5 Stelle, anche questo avvenuto in modo piuttosto repentino in coincidenza del voto europeo.
Difficile però ipotizzare l’esistenza di un flusso monodirezionale da PD a M5S. Anche perché vi è un altro soggetto che sembra aver attratto molti consensi attingendo allo stesso bacino: si tratta, ovviamente, di Alleanza Verdi/Sinistra, che rispetto alle elezioni ha quasi raddoppiato i propri consensi, peraltro (anche qui) sull’onda di una campagna molto efficace per le elezioni europee. Se AVS può essere annoverato tra i “vincitori” di questi primi due anni di legislatura, lo stesso non si può dire di quello che fu il Terzo Polo, la lista unica con cui Azione e Italia Viva raggiunsero un buon 7,8% alle elezioni politiche. Oggi queste due forze, tornate a dividersi già durante il primo anno di “convivenza”, valgono complessivamente poco più del 5%. È possibile che quel paio di punti persi per strada siano andati in direzione del PD, ma anche del centrodestra.
Centrodestra che, oggi come due anni fa, è nettamente la prima coalizione/area politica, perfino in crescita di consensi rispetto alla vittoria elettorale del 2022: il dato complessivo del centrodestra è cresciuto di due punti nel primo anno, e altri due punti nel secondo. Una crescita trainata in primis da quella di Fratelli d’ Italia, ma anche dal buono stato di Forza Italia, che ha dimostrato un’ottima capacità di ripresa dopo lo shock della scomparsa di Silvio Berlusconi. Dei tre principali partiti di governo, la Lega appare come quello meno tonico, pur essendo sostanzialmente stabile sui valori di uno e due anni fa.
Nel complesso, sembra quindi che questo primo biennio di legislatura abbia premiato le due principali forze politiche, forse anche per effetto di una dinamica governo/opposizione che, in presenza di una maggioranza ben connotata ideologicamente, si è enfatizzata rispetto agli anni precedenti quando tale dinamica rifletteva posizionamenti trasversali o prodotti da situazioni di emergenza.
A fare le spese di tutto ciò sono state le forze centrali, marginali o periferiche. Centrali come il già citato (ex) Terzo Polo, schiacciato dalla rediviva dinamica centrodestra/centrosinistra, la stessa che potrebbe aver danneggiato anche il M5S. Marginali come le forze più piccole delle coalizioni: Più Europa da un lato, Noi Moderati dall’altro (quest’ultimo nemmeno più rilevato nei sondaggi da parte di diversi istituti) sembrano non essere mai riusciti in questi due anni ad avere un appeal tra gli elettori delle rispettive coalizioni di appartenenza – per non dire tra quelli esterni. Periferiche, infine, come quei soggetti catalogati sotto la voce “Altri”, spesso portatori di una linea politica eterodossa rispetto ai partiti sopra citati, ma destinati perlopiù a trovare spazio nei media (e nei consensi) in corrispondenza di appuntamenti elettorali nazionali, per poi tendere a scomparire del tutto o quasi: sembra essere il caso di Italexit (quasi il 2% alle Politiche) e forse anche di Pace Terra Dignità, che dopo un buon 2,2% alle Europee di quest’anno vede già gradualmente affievolirsi il suo consenso.
NOTA: La Supermedia YouTrend/Agi è una media ponderata dei sondaggi nazionali sulle intenzioni di voto. La ponderazione odierna, che include sondaggi realizzati dal 13 al 25 settembre, è stata effettuata il giorno 26 settembre sulla base della consistenza campionaria, della data di realizzazione e del metodo di raccolta dei dati. I sondaggi considerati sono stati realizzati dagli istituti Demopolis (data di pubblicazione: 18 settembre), Eumetra (19 settembre), Piepoli (24 settembre), Quorum (23 settembre), SWG (16 e 23 settembre), e Tecnè (14, 17 e 21 settembre). La nota metodologica dettagliata di ciascun sondaggio considerato è disponibile sul sito ufficiale www.sondaggipoliticoelettorali.it