Dopo non aver pagato fior di parcelle ai più impostanti studi legali d’ Italia a cui la Morselli, amministratore delegato di Acciaierie d’ Italia nel recente passato si era affidata nei vari contenziosi intrapresi contro Invitalia, l’ ex Mise, ed il Governo Italiano, il nuovo studio legale (LCA di Milano) è uscito perdente e sconfessato dal Tribunale di Milano nel tentativo di inibire l’avvio dell’ amministrazione straordinaria dell’ ex Arcelor Mittal Italia (ora Acciaierie d’ Italia) riuscendo però a farsi pagare in anticipo per il proprio petrato.
Il ricorso di Acciaierie d’ Italia rigettato dal Tribunale
Ricorso-ADI_LCALa Seconda Sezione Civile del Tribunale di Milano questa mattina ha rigettato il ricorso depositato da Acciaierie d’ Italia spa, rappresentato in giudizio dagli avvocati Salvatore Sanzo (originario di Brindisi) , Diana Burroni, Angela Petrosillo ed Anna Porcari dello studio legale milanese LCA, con il quale si è cercato di inibire ad Invitalia di richiedere al Ministro delle Attività Produttive Adolfo Urso (oggi Ministro delle Imprese e del Made in Italy) l’emissione del provvedimento di apertura dell’ amministrazione straordinaria.
I legali che hanno assistito Acciaierie d’ Italia, ma in realtà gli interessi negoziali del Gruppo Arcelor Mittal e dell’ amministratore delegato Lucia Morselli alla quale a questo punto non resta altro che fare le valigie e togliere il disturbo dallo stabilimento siderurgico di Taranto (possibilmente senza utilizzare a spese dell’ azienda e dei contribuenti l’ennesimo volo privato), non sono riusciti neanche ad ottenere dal Tribunale di Milano di inibire alla Camera di Commercio “di disporre l’archiviazione su richiesta di Invitalia o d’ufficio della domanda ex art.12 CCII n. 0000002829″ presentata da Acciaierie d’ Italia lo scorso 15 gennaio 2024.
Il Tribunale di Milano inoltre ha dichiarato la manifesta infondatezza della questione di legittimità costituzionale contestata dai legali di Acciaierie d’ Italia , in quanto “il socio (Invitalia n.d.r.) può in prima istanza, soltanto segnalare all’organo gestionale la sussistenza dei requisiti di cui all’art. 1, comma 1, D.L. n. 347/2003 e poi – ma unicamente in caso di inerzia o rifiuto da parte dell’ organo amministrativo – può formulare l’stanza di ammissione” quindi “il potere riconosciuto al socio (Invitalia n.d.r.) non incide direttamente sulle prerogative dell’ organo gestorio che vengono anzi del tutto salvaguardate dalla norma. Tale potere ha piuttosto carattere meramente sostitutivo ( o meglio, surrogatorio dell’ inerzia) di tale organo che non provveda “pur ricorrendone i requisiti”.
Secondo il giudice designato dr. Francesco Pipicelli della II Sezione Civile del Tribunale di Milano “anche la dedotta questione di legittimità costituzionale appare manifestamente infondata, in disparte la necessità di dover sospendere eventualmente il presente giudizio a quo per l’eventuale rimessione alla Corte Costituzionale, circostanza che appare confliggere con la tutela cautelare ed urgente richiesta in questa sede dalla ricorrente ” e quindi è stata rigettata la domanda di parte ricorrente Acciaierie d’ Italia spa e dichiarata manifestamente non fondata la questione di legittimità costituzionale.
L’ordinanza della II sezione civile del Tribunale di Milano
AdI_Invitalia_AmmStraordinariaI commenti dei sindacati sulla decisione del giudice
“L”ordinanza del Tribunale di Milano nei confronti di Acciaierie d’Italia mette un punto fermo a questa vicenda che diventa ogni giorno piu drammatica. E fallito l’ennesimo tentativo di ADI di prendere ulteriore tempo, da questo momento si puo finalmente provare a risollevare le sorti dell’ex Ilva senza il socio privato che in questi anni ha portato gli stabilimenti al minimo storico di produzione e che ha accumulato oltre 3 miliardi di debiti“. con queste parole il Segretario generale Uilm, Rocco Palombella ha commentato la notizia arrivata dal Tribunale di Milano che ha respinto il ricorso dell’ad Morselli di Acciaierie d’Italia,.
L’ ispezione dei commissari ILVA in a.s.
Questa mattina si è svolta a Taranto l’ispezione di due dei tre commissari e dei tecnici di ILVA in amministrazione straordinaria sullo stato degli impianti di Taranto dati in gestione ad Acciaierie d’Italia. I due commissari di Governo presenti Franco Ardito e Antonio Lupo. L’ispezione dei commissari si è interrotta presto.
I commissari dell’ ILVA in amministrazione straordinaria proprietà a tutt’oggi dello stabilimento, che avanza oltre 890 milioni di euro dall’ ex Arcelor Mittal Italia, poi rinominata Acciaierie d’ Italia, hanno finalmente potuto verificare sul posto lo stato di manutenzione dello stabilimento da parte dell’affittuario. fabbrica che secondo sindacati rischiava di essere prossima allo spegnimento, essendo rimasta a funzionare con un solo altoforno ( il 4) su tre . Fonti interne allo stabilimento hanno riferito all’ ANSA che “non sono state date informazioni circa l’attuale produzione” e che sarebbe stato detto ai commissari “che la fornitura di dati relativi alle quantità di materie prime presenti in magazzino è esclusiva competenza del Cda“. L’ennesimo ostracismo dei dirigenti “fedelissimi” dalla Morselli.
I debiti di Acciaierie d’ Italia spa “gestione Morselli”
I debiti della società Acciaierie d’Italia Spa controllata al 60% da Arcelor Mittal ammontano a 3,1 miliardi di euro. alla data del 30 novembre 2023. Il profilo finanziario delineato dal ricorso degli avvocati di Acciaierie d’Italia Spadelinea la drammatica condizione della finanza di impresa della ex Arcelor Mittal Italia. I debiti commerciali scaduti hanno un valore di 548 milioni. I debiti non scaduti ammontano a 508 milioni di euro. Di seguito l’elenco depositato in Tribunale a Milano. Fra i creditori primari Ilva in AS, Unicredit, Snam, Eni, Enel e A2A.
Elenco Creditori Acciaierie d’ Italia
Elenco-creditori-ADI| © CDG1947MEDIAGROUP – RIPRODUZIONE RISERVATA |