di Turista Pugliese
C’e’ una Puglia che sa cosa vuol dire turismo e sa coniugare turismo e cultura. Bellezze naturali e architettoniche e iniziative di un certo livello fatte crescere nel corso degli anni da una sinergia positiva fra gente che ama la sua terra e associazioni, supportate da istituzioni e aziende che lavorano soprattutto nel settore alberghiero e della ristorazione.
Cittadine come Martina Franca pullulano di turisti italiani e stranieri grazie ad un centro storico che è un gioiello dell’architettura fatta di case bianche in pietra e palazzi barocchi. Grazie ad una Valle d’Itria costellata di trulli e masserie e, in questo periodo anche grazie ad un Festival del bel canto che richiama melomani da mezza Europa. Spostandosi di poche decine di chilometri, a Polignano a Mare, c’è un altro esempio del binomio vincente cultura e turismo. La rassegna di incontri con gli autori riempie le piazze fino a notte fonda.
C’era anche un pezzo di Taranto, del dilemma fra salute e lavoro che attanaglia questa città. Per promuovere l’edizione 2016 e’ stato utilizzato il protagonista del carro vincitore dell’ultima edizione: il colosso siderurgico trasformato in un gigante pronto a divorare tutto. Una satira efficace che trasforma un dramma in risorsa.
Di questa Puglia, purtroppo, non fa parte Taranto. Prima di parlare di turismo, nel capoluogo jonico e in alcune zone della Litoranea bisognerebbe parlare di pulizia e decoro. Bisognerebbe svolgere i lavori più elementari di sistemazione delle strade e di eliminazione di erbacce e rifiuti, realizzare infrastrutture e servizi.
Le presenze fanno muovere l’economia ma il turismo a Taranto non può essere certo il pernottamento dei parenti dei militari della Marina per il giuramento. La capitale della Magna Grecia e i centri costieri non possono certo accontentarsi delle briciole ma possono ambire a diventare una delle mete turistiche più importanti. C’è molto da lavorare ma da qualche parte bisogna pure cominciare per voltare pagina.