UN’INDAGINE DURATA oltre tre anni , ed un’udienza preliminare durata 13 mesi di udienze per il presunto disastro ambientale di Taranto che sarebbe stato causato dallo stabilimento siderurgico ILVA, ed oggi il gup del Tribunale di Taranto Vilma Gilli farà sapere chi e quanti dei 47 imputati , che sono 44 persone fisiche e tre società ( Ilva spa, Riva Fire e Riva Forni Elettrici) che non hanno richiesto il rito alternativo abbreviato, verranno rinviati a giudizio e quindi dovranno sottoporsi ad un processo penale, e contestualmente emetterà la sentenza per i cinque imputati che hanno fatto richiesta ed ottenuto di venire giudicati con il rito abbreviato che consente una riduzione di 2/3 sulla pena.
La schiera degli imputati è quanto mai nutrita, aperta dai vertici della famiglia Riva, come il figlio Fabio, costituitosi ed arrestato lo scorso 5 giugno scorso all’aeroporto di Fiumicino a Roma, dopo aver trascorso due anni e mezzo di comodo esilio a Londra (ed attualmente detenuto) ed il fratello Nicola Riva , ex managers del gruppo siderurgico, a politici e amministratori locali fra i quali compaiono l’ex presidente della Regione Puglia Nichi Vendola, accusato di concussione aggravata in concorso, funzionari ministeriali e regionali. Oltre a Vendola, tra i politici a rischio processo compaiono un deputato di Sel ed ex assessore regionale, Nicola Fratoianni, un consigliere regionale Pd appena rieletto, Donato Pentassuglia, accusati di “favoreggiamento personale“, il sindaco (Ippazio Stefano, di Taranto), al quale viene contestato l’abuso d’ufficio, e l’ex presidente della Provincia di Taranto Giovanni Florido, accusato di concussione per induzione.
E’ sotto accusa persino l’Autorizzazione integrata ambientale rilasciata all’ ILVA lo scorso 4 agosto 2011, ex consulenti del Tribunale, un legale ( ex difensore dell’ ILVA), un poliziotto, un carabiniere ed un sacerdote .
Nei confronti di 11 degli imputati, tra i quali i vertici Riva, pende la pesante accusa di di associazione per delinquere; in 17 rischiano il processo per disastro doloso oppure per rimozione o omissione dolosa di cautele contro gli infortuni sul lavoro. 15 sono gli indagati, accusati di avvelenamento di acque o sostanze alimentari, con la contaminazione di nove allevamenti ovino-caprini, e l’abbattimento di 2.271 capi di bestiame, e delle acque del primo seno di mar Piccolo, con distruzione delle coltivazioni di mitili.
Dal Gup Vilma Gilli verranno giudicati dal gup con rito abbreviato l’ex assessore regionale all’Ambiente Lorenzo Nicastro, magistrato in aspettativa (che viene accusato di favoreggiamento personale), il luogotenente dei carabinieri Giovanni Bardaro (rivelazione di segreti d’ufficio), il funzionario dell‘Arpa Puglia e già consulente della Procura Roberto Primerano (falso ideologico, concorso in disastro doloso e avvelenamento di acque o sostanze alimentari), l’avv. Donato Perrini (rivelazione di segreti d’ufficio) ex-legale dell’ex assessore provinciale Michele Conserva anche egli imputato e il sacerdote don Marco Gerardo (favoreggiamento personale) ex segretario di monsignor Benigno Papa, l’ex vescovo della Diocesi di Taranto.
Le parti civili presenti, sono più più di 800 tra le quali i ministeri dell’Ambiente e della Salute, ma anche associazioni ambientaliste, parenti di operai deceduti e centinaia di privati cittadini, soprattutto residenti del quartiere Tamburi, a ridosso dell’ILVA, che quotidianamente hanno respirato sostanze inquinanti. Anche l ‘ILVA in amministrazione straordinaria aveva presentato istanza per il patteggiamento, ma la possibilità processuale per l’azienda di uscire dal processo è saltata per il parere contrario espresso dalla Procura, che non ha ritenuta poco congrua la pena rispetto alle presunte respsnsabilità