ROMA – “Mi rivolgo al presidente Emiliano e al sindaco Melucci facendo appello alla loro responsabilità e alla sensibilità istituzionale che ben conosco. Vi chiedo di ritirare il ricorso al Tar e di non mettere a rischio interventi per la bonifica ambientale e il lavoro che Taranto aspetta da anni”. È l’appello su Ilva del premier Paolo Gentiloni. “Da parte del Governo c’è piena disponibilità al confronto sulle questioni che avete sollevato. Conto su di voi, l’Italia e la Puglia hanno bisogno di leale collaborazione“, aggiunge.
Il presidente della Regione Puglia Michele Emiliano “è a disposizione del presidente del Consiglio dei ministri, Paolo Gentiloni, ove voglia incontrarlo per illustrargli le ragioni del ricorso e il punto di vista della Regione Puglia sul piano industriale e sul piano ambientale dell’Ilva di Taranto“. Lo si legge in una nota della Regione Puglia, in riferimento all’appello rivolto stamani dal premier al governatore pugliese, Michele Emiliano, e al sindaco di Taranto, Rinaldo Melucci. (usato come una sorte “cavallo di Troja” di Emiliano) “Il ricorso – prosegue la nota – ha il fine esclusivo di tutelare la salute dei cittadini e dei lavoratori da uno stabilimento per il quale è attualmente in corso un processo penale per disastro ambientale e avvelenamento di sostanze alimentari davanti alla Corte d’Assise di Taranto e per il quale – conclude la nota – occorre impedire che le condotte di reato siano reiterate“.
La viceministra Teresa Bellanova, al termine dell’incontro odierno al Mise con le organizzazioni sindacali e Arcelor Mittal. ha dichiarato che “Noi abbiamo il dovere di portare avanti un confronto di merito sul piano industriale e ambientale, sulle condizioni di lavoro e sul numero dei lavoratori che transiteranno nella nuova società. Oggi abbiamo fatto un calendario che vede impegnate le parti per tutto il mese di gennaio con un nuovo incontro generale il 10 di gennaio prossimo per tentare una stretta finale tra la fine di gennaio e l’inizio di febbraio mettendo così al riparo migliaia di posti di lavoro e un importante sito produttivo” aggiungendo che “il confronto continua perché questo è il tavolo principale, quello che vede la presenza del governo con le organizzazioni sindacali, i rappresentanti dell’azienda e l’amministrazione straordinaria“,aggiungendo di avere il dovere “di avere un confronto di merito sul piano industriale e ambientale, sulle condizioni di lavoro e sul numero dei lavoratori che transiteranno nella nuova società“. “L’obiettivo sull’Ilva – ha proseguito la vice ministro Teresa Bellanova – è provare tra la fine di gennaio e inizio di febbraio ad avere una stretta finale in una trattativa per la quale bobbiamo fare ogni sforzo per mettere al riparo da contrapposizioni strumentali o anche da rapporti logorati tra persone una trattativa che riguarda decine di migliaia di persone ” concludendo ” I tavoli sono questi, le relazioni industriali in questo paese sono abbastanza consolidate e dicono che queste si fanno tra le organizzazioni sindacali e le aziende“, puntualizzando e chiarendo ancora alla assurda autoconvocazione tratteggiata ieri dal Governatore della Puglia.
“Appoggio e condivido l’appello del premier Gentiloni al presidente Emiliano e al sindaco Melucci a ritirare il ricorso al Tar sul decreto Ilva, nel solo ed esclusivo interesse dell’ambiente e dei lavoratori. Credo che sia ora di mettere fine al dissidio tra governo regionale e nazionale sulla questione e, in tal senso, il presidente del Consiglio è la migliore garanzia per l’avvio di un confronto sulle questioni che la Regione Puglia ha sollevato e che sono alla base del ricorso davanti al tribunale amministrativo di Lecce”. ha dichiarato il consigliere regionale e segretario del Pd Puglia, Marco Lacarra, commentando quanto dichiarato oggi dal presidente del Consiglio, Paolo Gentiloni, che ha fatto appello “alla responsabilità e alla sensibilità istituzionale” del governatore pugliese, Michele Emiliano, e del sindaco di Taranto, Rinaldo Melucci.
Alla luce di questo ping-pong mediatico è necessario fare alcune riflessioni sullo scontro della Regione Puglia ed il Comune di Taranto contro il Governo, sulla vicenda dell’ ILVA di Taranto. Vediamo un po’: il Governo chiede a Governatore e Sindaco di ritirare i ricorsi, pena interruzione delle trattative, ma è lecito immaginare che il Governo avrà sicuramente fatto esaminare i ricorsi dai propri consulenti (Avvocatura dello Stato istituzionalmente) che li avrà ritenuti fondati o non fondati. Sulla base di questa valutazione: se il ricorso è stato valutato fondato, il Governo starebbe “scientemente” difendendo un provvedimento illegittimo; se invece il ricorso è stato valutato infondato, il Governo sta dimostrando un timore ingiustificato e strumentale.
In entrambi i casi le vittime sono i tarantini. Come scrive sui social network un illustre legale di diritto amministrativo, l’ Avv. Piero Relleva: “Sindaco e Governatore potrebbero rinunciare alla sospensiva e far fissare il merito in caso di fallimento del “tavolo”; questa sarebbe forse la via migliore perché qualsiasi avvocato che abbia un minimo di dimestichezza con il giudizio amministrativo farebbe fissare l’udienza di merito in 2/3 mesi. In conclusione la domanda è simile a quella del famoso “comma 22”: Governo, Governatore e Sindaco vogliono veramente risolvere il problema dell’Ilva nell’interesse di Taranto e dei suoi cittadini ? Ai posteri l’ardua sentenza …..“