Ilva: ArcelorMittal, accetta le richieste dei commissari e dei sindacati
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Redazione CdG 1947
Il vero problema di Di Maio è la completa perdita di credibilità del M5S nei confronti dell'elettorato ambientalista-grillino a Taranto a cui i suoi rappresentanti di partito avevano promesso in campagna elettorale la chiusura della fabbrica ed il reddito di cittadinanza.
ROMA – Smentendo le solite “cassandre” della politica ed i soliti quattro mistificatori della verità , cioè qualche noto “pennivendolo” tarantino, ArcelorMittal la multinazionale franco-indiana, leader mondiale nella lavorazione e produzione siderurgica dell’acciaio e mineraria del mondo con una presenza in 60 Stati, ha reso noto oggi ai commissari straordinari dell’ILVA con un comunicato stampa che “accetta tutte le richieste sostanziali di ulteriori impegni riguardo il contratto di affitto e acquisto firmato nel giugno 2017” aggiungendo e chiarendo che “confida che questi impegni aggiuntivi evidenzino al governo (…) il suo pieno impegno per una gestione responsabile di ILVA“.
ArcelorMittal si dice fiduciosa“che con il supporto del governo sarà possibile finalizzare nei prossimi giorni l’accordo con i sindacati per completare rapidamente l’operazione” manifestando il proprio desiderio di “mettere in atto il suo programma di turnaround nel più breve tempo possibile in modo da assicurare un futuro sostenibile per ILVA, i suoi lavoratori e fornitori, i suoi clienti industriali e, nello stesso tempo la tutela dell’ ambiente ed il benessere delle comunità locali“
ArcelorMittal quindi non molla la presa sull’ILVA. Il dialogo tra il quartier generale europeo della multinazionale franco-indiana a Londra e Roma prosegue: l’azienda ha informato questa settimana i commissari straordinari di ILVA che accetta tutte le richieste sostanziali di ulteriori impegni riguardo al contratto di affitto e acquisto firmato nel giugno 2017.
Si tratta quindi di un assoluto cambio di posizionerispetto a venerdì, quando si era ritenuto spettasse all’azienda avanzare una serie di proposte migliorative per fare ripartire il dialogo. Secondo le prime indiscrezioni che filtrano le modifiche al contratto non riguarderanno nè il lato occupazionale (che sarà oggetto di trattativa con i sindacati nei prossimi giorni) nè l’introduzione immediata di tecnologie alternative per la produzione di acciaio da ciclo integrale.
A questo punto svaniscono i protagonismi di Di Maio ed Emiliano diventati dei veri e propri “masanielli” di un teatrino indegno di una società civile ed una politica seria e coscienziosa. Oggi il vicepremier e ministro del Lavoro e dello Sviluppo economico, Luigi Di Maio, a margine dell’assemblea nazionale dell’Alleanza delle cooperative, rispondendo a chi gli chiedeva quando saranno convocati i sindacati per la trattativa sull’ILVA, non ha potuto che dire “molto presto” venendo letteralmente spiazzato dalla mossa strategica di Arcelor Mittal.
Di Maio ha reso noto che “in giornata analizzeremo» la controproposte di ArcelorMittal su Ilva,” aggiungendo che “comunque vado avanti con gli accertamenti dopo le criticità sollevate dall’ANAC. Sia chiaro che le due cose vanno insieme” dimenticando che l’ ANAC ha escluso di fatto nel suo parere qualsiasi atto illegale da parte dei commissari straordinari, in quanto altrimenti Raffaele Cantone avrebbe dovuto trasmettere d’ufficio gli atti alla Procura di Roma e certamente non al Mise.
Il ministro Di Maio esorta alla massima cautela sostenendo che “gli stiamo affidando la più grande acciaieria d’Europa che ha avuto un impatto devastante sulla salute e questo lo dobbiamo evitare. Per evitarlo c’è bisogno di una gara fatta bene” dimenticando due cose: l’ ILVA non è un bene dello Stato, e sopratutto che egli non ha alcuna competenza industriale o professionaleper poter accertare quanto vuole far finta di saper fare o capire.
Infatti il suo vero problema è la completa perdita di credibilità del M5S nei confronti dell’elettorato ambientalista-grillino a Taranto a cui i suoi rappresentanti di partito avevano promesso in campagna elettorale la chiusura della fabbrica ed il reddito di cittadinanza. Ma questa è tutta un’altra storia, farcita di promesse elettorali inattuabili.
Immediate le dichiarazioni dei sindacati. “La società che si è aggiudicata la gara il 5 giugno 2017, ArcelorMittal, ha inviato a governo e sindacato una nota in cui dà la disponibilità a integrare la proposta sin qui fatta” ha dichiarato Marco Bentivogli segretario generale della Fim Cisl, che ritiene che “sia ora di interrompere lo scaricabarile, se ci sono vizi nella gara la si annulli, altrimenti riaprire immediatamente il negoziato sindacale fermo da due mesi e dire definitivamente si vuole un’ ILVA ambientalizzata ma che mantenga la sua vocazione industriale-siderurgica“.
Analoga ma con qualche distinguo la posizione di Rocco Palombella della UILM: “Prendiamo atto che in data odierna Arcelor Mittal ha informato i commissari di aver accettato tutte le richieste di ulteriori impegni sul piano ambientale di ILVA e migliorato le condizioni sui livelli occupazionali. Diventa indispensabile a questo punto, prima del giudizio del Governo, conoscere le proposte formulate da Mittal”, commenta il Segretario generale della Uilm “Vogliamo evitare ancora una volta di trovarci di fronte ad accordi bilaterali, come con il vecchio Governo e vogliamo realizzare un vero confronto per quanto riguarda il piano industriale e soprattutto avere una soluzione occupazionale per tutti i 14mila lavoratori“. Palombella che ricorda come “Nessun esubero abbiamo detto al ministro Calenda, nessun esubero confermiamo al ministro Di Maio” e conclude “Inoltre vogliamo conoscere nel dettaglio anche le migliorie sul piano ambientale che sono determinanti al fine della positiva conclusione del confronto. Per tutte queste ragioni urge un incontro sindacale“.
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