Audizione al Senato ieri in commissione Industria, convocati chiaramente in audizioni separate i rappresentanti del Gruppo Arvedi e dei turchi di Erdemir, che stanno presentando le loro progettualità e proposte per l’ acquisizione dell’ Ilva . Dopo che nei giorni precedenti la multinazionale franco-indiana Arcelor Mittal, alleato con Marcegaglia, a reso noto che intende attuare per la fase iniziale ad una produzione di 6 milioni di tonnellate e di tenere in attività soltanto 3 dei 4 altiforni presenti nello stabilimento siderurgico di Taranto, l’industriale cremonese Giovanni Arvedi capo dell’omonimo gruppo, parlando con i giornalisti a latere dell’audizione in Senato, sull’accordo controfirmato con i turchi di Erdemir per la gara di acquisizione dell’Ilva indetta dal Governo italiano. ha ribadito che “noi andiamo avanti anche senza Erdemir, non c’e’ più spazio per guerre fra poveri ma c’e’ spazio per accordi intelligenti per un futuro migliore” confermando ancora una volta la sua disponibilità verso il gruppo Marcegaglia.
Arvedi che fa parte di una cordata a 4 insieme ai turchi di Erdemir, la Cassa Depositi e Prestiti e la holding finanziaria Delfin di Leonardo Del Vecchio (che controlla il gruppo Luxottica) ha illustrato al Senato delle prospettive di un futuro ambientalmente più compatibile per l’Ilva di Taranto, concentrato sull’uso del gas e della possibile realizzazione di un grande gruppo siderurgico, attraverso la costituzione di una nuova società destinata essere quotata in Borsa, ma ha precisato una necessità, cioè quelllo di un prezzo del gas a “livelli americani e attorno ai 10 centesimi di euro al metro cubo, rispetto egli attuali 20 cent/m3 che si pagano in Europa“.
Il gruppo Erdemir, secondo quanto ha riportato Giovanni Arvedi in commissione industria al Senato, ha sottoscritto con il gruppo Arvedi un accordo che doveva essere ratificato dal consiglio di amministrazione del gruppo turco entro settembre. Ma il consiglio di amministrazione è stato convocato per i prossimi giorni, ed adesso si attende di conoscerne le decisioni . “In ogni modo – ha detto Arvedi –non è un dramma perchè l’Italia è in grado di far fronte ai suoi impegni”.
Il ministro dello Sviluppo economico, Carlo Calenda, affiancato dal vice ministro Teresa Bellanova ha incontrato martedì al Mise i vertici dei sindacati metalmeccanici, ha spiegato che “Il piano ambientale è una funzione del piano industriale ma è di importanza fondamentale” giustificando le ragioni del nuovo decreto del Governo Renzi, posto all’esame ed approvazione delle commissioni della Camera per la successiva conversione in legge, ha deciso di assegnare una nuova centralità all’aspetto del risanamento posticipando anche i tempi della cessione.