ROMA -” Certe guerre e’ anche bene non dichiararle” ha detto oggi Teresa Bellanova vice ministro del Mise, a Taranto riferendosi all’annuncio, da parte del Comune di Taranto e della Regione Puglia, di un ricorso al Tar del Lazio contro il Dpcm (Decreto del presidente del Consiglio dei ministri) sul nuovo piano ambientale dell’Ilva.
Il vice ministro Bellanova accompagnata dal parlamentare Pd, Ludovico Vico, e’ stato ieri a Taranto dove ha incontrato prima l’arcivescovo Filippo Santoro in Episcopio e poi in Prefettura il prefetto di Taranto, Donato Cafagna.
“Quella dell’Ilva e’ la piu’ grande e complessa vertenza industriale di questo Paese – ha commentato la Bellanova – e noi abbiamo come interlocutore il piu’ grande produttore mondiale dell’acciaio. Con tutti i pregi e difetti che comporta l’avere questo ruolo. E’ in grado di gestire il negoziato in modo duro e fermo ma al tempo stesso ha pure spalle larghe e dimensioni tali per poter affrontare qualche margine di flessibilita’ in piu‘”.
“Nell’incontro avuto con Mittal dopo l’incontro del 9 ottobre al Mise – ha spiegato Bellanova – gli e’ stato ribadito che due condizioni sono per noi irrinunciabili: la prima i 10mila assunti dalla nuova societa’, la seconda il fatto che i lavoratori assunti trascinano con loro anche contratto nazionale di lavoro, inquadramento, posizioni acquisite lasciando poi alla trattativa tra le parti la negoziazione del salario variabile in quanto legato agli obiettivi del piano industriale.”
“Il fatto che nella nuova gestione dell’Ilva debba esserci discontinuita’ – ha aggiunto Teresa Bellanova – non significa che i lavoratori debbano perdere quello che hanno gia’“. “Sui 10mila da assumere – ha poi detto la vice ministro – e’ vero che non erano nell’offerta iniziale di Mittal, ma comunque l’imprenditore si e’ impegnato ad assumere questi numero di lavoratori prima della sottoscrizione del contratto ed e’ quindi un dato acquisito”.
“Noi puntiamo a ridurre gli esuberi, oggi individuati in circa 4mila – ha detto ancora Bellanova – ed una delle proposte su cui discuteremo e’ quella di fare in modo che Am Investco, qualora dovesse assumere altro personale oltre i 10mila, prenda dal bacino di coloro che rimarranno all’amministrazione straordinaria. In particolare, questa condizione di dover assumere dal bacino, puntiamo ad estenderla sino al 2023, anno in cui sia il piano ambientale che quello industriale dovranno completarsi, e non limitarla solo al primo anno di nuova gestione“.
Bellanova ha poi confermato che si e’ in attesa di ricevere le risposte degli enti locali, Regioni e Comuni sedi di impianti Ilva, per convocarli al tavolo istituzionale. “Questo tavolo sara’ distinto e separato da quello tra azienda, sindacati e Governo – ha detto – affrontera’ sia la parte industriale che ambientale del piano ma in una visione di confronto tra Am Investco e le istituzioni locali. Sara’ ovviamente presente il Governo”.
Il vice ministro ha poi confermato che “si sta studiando la modalita’ per cui i commissari Ilva, in attesa che Am Investco subentri, avviino la cantierizzazione delle prime opere del parco minerali. Bisognera’ trovare un accordo tra commissari e Am Investco con l’impegno di quest’ultimo a restituire all’amministrazione straordinaria quanto questa anticipera’, nelle prime opere della copertura, dai fondi ottenuti dalla transazione con i Riva. Questo per evitare che a livello europeo sia mossa la contestazione di aiuti di Stato“.
La vice ministro Bellanova ha quindi concluso annunciando che per il 13 novembre e’ atteso il responso dell’Antitrust europeo sull’acciaio.