ROMA – I vertici della Cassa Depositi Prestiti con in testa il presidente Claudio Costamagna e all’amministratore delegato Fabio Gallia hanno incontrato e stanno incontrando in questi giorni “diversi attori industriali interessati al salvataggio dell’Ilva“. L’obiettivo è di “valutare l’interesse manifestato dai possibili futuri soci, il loro progetto di turnaround e sviluppo dell’azienda” in vista di una cordata che avrebbe la Cdp come “socio finanziario con una partecipazione di minoranza“. Lo ha dichiarato all’ANSA una fonte vicina all’operazione. “Conditio sine qua dell’ingresso di Cdp è la presenza di almeno un socio industriale” ha aggiunto la fonte.
Secondo le recenti indiscrezioni delle ultime settimane si assisterà probabilmente ad una sorta di “challenge” finale fra i due dei principali gruppi italiani dell’acciaio che si sfideranno facendo parte di rispettive “cordate” con due multinazionali internazionali del settore. Da una parte ci sarà, il gruppo mantovano Marcegaglia che da tempo è l’alleato italiano alleato dei franco-indiani di Arcelor Mittal; l’imprenditore cremonese Arvedi si contrappone grazie ad un accordo in via di definizione con il gruppo turco Erdemir. Nella partita sarà un ruolo importante lo avrà la Cassa Depositi Prestiti: sia come garanzia politica, sia come investitore finanziario. E, a sorpresa, nonostante delle smentite “strategiche” sarebbe della partita anche Leonardo Del Vecchio, il fondatore del gruppo Luxottica nonché uno degli uomini più “liquidi” d’Italia, che è di origini pugliesi, con un patrimonio che la rivista d0’affari americana Fortune ha classificato in quasi 22 miliardi di euro. Il padre di Del Vecchio era originario di Barletta, da dove è emigrato alla volta di Milano negli anni Venti. Inoltre, Luigi Francavilla il suo storico braccio destro, entrato in Luxottica nel 1968 fino a diventarne direttore generale, è nato in un comune in provincia di Taranto.
La presenza di due cordate manifestamente interessate pronte a battersi per rilevare lo stabilimento siderurgico dell’ ILVA di Taranto è sicuramente un buon segnale per l’acciaieria italiana. I punti ancora da chiarire non mancano, così come sono ancora aperte alcune incertezze legate alle cause legali precedenti e ai ricorsi intentati nei confronti del commissariamento dell’ ILVA, come per esempio, è importante da capire come finirà l’iniziativa della Ue attivatasi dopo gli esposti dei “competitors” stranieri sui possibili aiuti di Stato nei confronti dell’ILVA, oltre ai puntuali ricorsi della famiglia Riva (ex proprietaria dell’ILVA) nei confronti del commissariamento, pur avendo la famiglia rinunciato all’eredità dopo la scomparsa del patron Emilio Riva