ROMA– Il Governatore della Regione Puglia Michele Emiliano continua a sfruttare la vicenda ILVA per attirare su di sè l’attenzione politica e degli organi di informazione, pur di occultare la disastrosa gestione della regione pugliese, e continua la sua patetica e vergognosa polemica con il ministro dello Sviluppo Economico Carlo Calenda che è stato sin troppo chiaro “Ho convocato il tavolo per il 20 senza voler escludere nessuno. Sarei felice se partecipasse anche Emiliano, ma è ovvio che bisogna prima ritirare i ricorsi: non si può discutere contemporaneamente su un tavolo negoziale e in aula di Tribunale“, ha infatti ribadito anche ieri sera il ministro. “La mia visita era una forma di rispetto verso Taranto. Non sapevo – ha aggiunto Calenda, parlando di Ilva, a Roma, a margine di un convegno del Partito Democratico europeo – che avrei dovuto chiedere il permesso a Emiliano. La prossima volta lo farò…!”. con evidente ironia.
Immancabile la risposta di Emiliano : “Il ricorso resta in piedi – ha detto il presidente della Regione – fin quando non saranno discusse le osservazioni“. “Calenda ha fatto il blitz a Taranto perché era disperato. L’azienda – sostiene il governatore – non gli dava più ascolto, perché aveva capito che il Governo non era l’interlocutore, e quindi aveva bisogno di tornare indietro rispetto a una sciocchezza che aveva combinato, ossia l’esclusione di Regione e Comune dalla trattativa. Se farà saltare il tavolo se ne assumerà le responsabilità“.
In realtà se c’è qualcuno che la multinazionale franco-indiana Arcelor Mittal non ha mai considerato nè ascoltato è proprio Emiliano. Da leader mondiali del settore capiscono bene quando vale la pena interloquire con la politica, e quando è inutile perdere tempo con i “politicanti” come il levantino barese !
Emiliano nutre qualche dubbio sulla multinazionale franco-indiana che lo ha sinora sempre ignorato . “C’è il rischio che Arcelor Mittal la voglia chiudere e non farla funzionare”, ha sottolineato Emiliano. “Noi – ha aggiunto – dobbiamo assicurarci che il suo scopo sia di farla funzionare e non semplicemente togliersi davanti un concorrente“. Purtroppo ai magistrati di provincia come lui non hanno mai spiegato che il codice penale è ben altra cosa da quello civile, ed una multinazionale non partecipa a gare come quella per l’ ILVA ed impegna miliardi di euro a caso o per chiudere un concorrente ! Ma evidentemente Emiliano a queste valutazioni e considerazioni non ci arriva. E’ limitato. Lui pensa solo a spendere denaro publico dei contribuenti pugliesi per pagare l’esercito di persone che lavorano per lui sui social network.
Sulla vicenda Ilva è entrato in campo anche Matteo Salvini in Puglia per partecipare ad alcuni incontri. “In un momento come questo – ha detto il leader della Lega – è fondamentale tutelare i posti di lavoro, e permettere che ci sia gente che finalmente spende i soldi per le bonifiche e la tutela ambientale“.
E non è un caso se i sindacatati a livello nazionale e provinciale, la Confindustria e persino la Chiesa si sono schierati dalla parte del Governo, e quindi contro le posizioni di Michele Emiliano e del suo “fido” sindaco improvvisato (sino a quando ?) Rinaldo Melucci che di “istituzionale” non hanno assolutamente nulla, e cercano di trarne qualche vantaggio politico ma anche economico sulla pelle dei circa 20mila tarantini e delle oltre 300 imprese che lavorano fra ILVA ed indotto. Ma cosa aspettarsi da un sindaco che fino a qualche mese fa aveva come interlocutore gli scaricatori e fornitori portuali ed un magistrato-politicante ancor oggi sotto inchiesta della Commissione Disciplinare del Consiglio Superiore della Magistratura ?
Questa non è politica…cari lettori, questa è soltanto “monnezza” levantina a cielo aperto !