di Marco Ginanneschi
In mattinata, Pietro Gnudi commissario straordinario dell’ ILVA, ha depositato al Ministero dello Sviluppo Economico e contestualmente al Tribunale di Milano, l’istanza per l’ammissione immediata alla procedura di Amministrazione Straordinaria prevista dal Decreto Legge del 23 dicembre 2003 ( si tratta del riferimento alla legge Marzano) convertito con le modificazioni in legge del 18 febbraio 2004.
Il Ministro dello Sviluppo Economico, Federica Guidi, ha deciso e nominato tre commissari straordinari per l’ILVA, la società del gruppo Riva al centro di di diverse procedimenti processuali, con riflessi sull’attività industriale e ambientale. I commissari sono Piero Gnudi, Corrado Carrubba ed Enrico Laghi e la loro nomina verrà formalizzata nel decreto ministeriale di ammissione in amministrazione straordinaria dell’ ILVA .
In occasione delle audizioni dinnanzi alla Commissione Industria del Senato sul “decreto salva-Ilva“, Andrea Guerra, il consigliere economico del presidente del consiglio Matteo Renzi, ha di fatto decretato ieri con le sue dichiarazioni la conclusione delle trattative con i Riva, gli ormai ex- proprietari degli stabilimenti ex-Italsider rilevati anni fa dal gruppo milanese.
Claudio Riva aveva inviato una lettera al commissario Pietro Gnudi, al premier Renzi e al ministro Guidi proponendo un piano di salvataggio e rilancio dell’ILVA, che aveva in realtà l’obbiettivo di evitare l’amministrazione straordinaria, ma la risposta è stata ferma e decisa . “Ai Riva dico: l’arbitro ha già fischiato il fine partita. Tempo scaduto. In due anni e mezzo – ha detto Guerra – i Riva non hanno mai presentato un piano. Io mi sono sempre reso disponibile ma i Riva non si sono mai fatti vivi“.
Uno degli auspici dell’ex top manager di Luxottica , è che arrivino nel più breve tempo possibile il miliardo e 200 milioni dei Riva sequestrati dalla Procura di Milano. L’ azienda siderurgica va “patrimonializzata bene. L’ILVA è un’azienda facile da risanare e da portare agli utili“, ha aggiunto Guerra e su questo punto ha parlato di 250-400 milioni di euro di equity (di investimenti), ed in merito alla composizione societaria della nuova società, il “consigliere” del premier ha detto che “dovrebbe essere per larghissima parte, se non totalmente, a capitale pubblico. Il ruolo dei privati, nel caso, dovrebbe essere di piccola portata“.