ROMA – Partono oggi, con le attività preliminari, i lavori per la copertura dei parchi minerali dell’ILVA di Taranto. I dettagli saranno illustrati dal gruppo friulano Cimolai, che si è aggiudicato la commessa, nel corso di una conferenza stampa all’interno dello stabilimento siderurgico. La consegna dei lavori, in base al piano industriale di Am InvestCo (cordata formata da ArcelorMittal e Marcegaglia), era prevista per il 2023 ma il Governo Gentiloni con l’azione del ministro Calenda ha chiesto di accelerare i tempi e la scadenza ora è stata fissata per il 2020.
L’investimento viene quindi anticipato dall’azienda in amministrazione straordinaria, che poi verrà rimborsata dall’acquirente Am InvestCo. La copertura delle colline di minerale (stoccate a cielo aperto su un’area di oltre 70 ettari) avrà una lunghezza di 700 metri, una larghezza di circa 500 metri e un’altezza di 80 metri. Per la realizzazione dell’opera saranno impiegate 33mila tonnellate di acciaio, in larga parte prodotte dallo stesso stabilimento tarantino.
Puntuale il “piagnisteo” del Sindaco di Taranto , che inizia a soffrire di manie di protagonismo, come dimostra la sua dichiarazione: “Certo, spiace rilevare che Cimolai non abbia ancora ritenuto di voler mostrare il proprio lavoro anche al Comune di Taranto“, sulla scia di Emiliano che voleva partecipare a suo tempo alle visite della Commissione Europea allo stabilimento dell’ ILVA venendo gentilmente e diplomaticamente ignorato.
Qualcuno spieghi all’ex-mediatore portuale Melucci, che l’ ILVA è una società “privata” e non comunale. E che i suoi interlocutori sono il Governo e la società ILVA in Amministrazione Straordinaria. Il Comune di Taranto non ha alcuna competenza, e non ha tirato fuori neanche un centesimo di euro (anzi li ha incassati) quindi assolutamente giustificata la sua assenza, di cui non si accorgerà nessuno.
Due giorni dopo la lettera dei ministri dell’ Ambiente, Mezzogiorno, Salute e Sviluppo Economico, che respinge quasi totalmente le illegittime richieste del Comune di Taranto e della Regione Puglia pur aprendo a un accordo di programma per Taranto, il presidente della Regione Puglia Michele Emiliano non ha proferito parola, sapendo molto bene di rischiare molto in questa imminente campagna elettorale . La Regione secondo quanto gli “adepti” di Fronte Democratico, l’ Armata Brancaleone (pardon…la corrente) di Michele Emiliano, riferiscono che sarebbe intenzionata a disertare l’“Osservatorio Permanente per il Monitoraggio dell’Attuazione del Piano Ambientale” dell’ ILVA che è stato convocato per il 13 febbraio. Un secco comunicato del Ministero dell’Ambiente ricorda che “La Regione Puglia più volte invitata a nominare un proprio rappresentante, non ha ritenuto di provvedere“.
Il presidente del consiglio Paolo Gentiloni nel suo consueto stile “soft” ha dichiarato: “Io non ci posso credere che ci sia un rischio” per l’ILVA, dice il premier ad Uno Mattina (RAIUNO) . “Capisco e rispetto – aggiunge – il punto di vista del presidente della Regione Puglia e del sindaco di Taranto ma qui stiamo parlando di un investimento di miliardi che da un lato salva 10-15 mila posti di lavoro, prevalentemente al Sud, e dall’altra parte investe moltissimi quattrini per bonificare una delle zone piu’ inquinate del Sud. Non credo che gli enti locali lavoreranno per far saltare tutto. Noi – dice Gentiloni – siamo aperti al dialogo ma tutto possiamo fare tranne che far scappare gli investitori che hanno messo miliardi e miliardi su questo progetto“.
L’ investimento previsto dall’offerta aggiudicataria della cordata Am InvestCo per diventare effettivo deve superare il passaggio dall’Antitrust Europea, sul quale oggi ha parlato Aditya Mittal, direttore finanziario e responsabile della attività europee, erede dell’impero ArcelorMittal, durante la presentazione dei conti 2017 in crescita e che vede il ritorno al dividendo: ” Siamo fiduciosi che riusciremo a finalizzare l’acquisizione dell’ ILVA . Stiamo lavorando con la Commissione Europea ed i negoziati con l’Ue sull’Ilva dovrebbero chiudersi ad aprile” . Il manager indiano ancora una volta ha esternato il suo interesse ed apprezzamento per l’ ILVA: “E’ una grande opportunità per Arcelor Mittal, ha delle ottime prospettive grazie ai bassi costi” aggiungendo “ L’obiettivo è quello di rilanciarla facendola tornare il leader italiano dell’acciaio” ma “le attività dell’ILVA meno produttive e attualmente non sfruttate in pieno richiedono una ristrutturazione adeguata”.
E’ stato 2017 da ricordare per ArcelorMittal. Il maggior produttore siderurgico mondiale, infatti, ha reso noto di aver registrato un incremento di oltre il 150% dell’utile nel corso dell’esercizio, conseguendo anche un incremento dell’attività produttiva. Secondo quanto reso noto dalla società guidata da Lakshmi Mittal, l’anno scorso l’output di ArcelorMittal è stato pari a 93,1 milioni di tonnellate, con un incremento del 2,5% rispetto all’anno precedente. Nel periodo anche la produzione di minerale ferroso è salita (da 55,2 a 57,4 milioni di tonnellate), così come le vendite di prodotti finiti in acciaio (+1,5% a 85,2 milioni di tonnellate). Dal punto di vista economico, il fatturato è cresciuto del 20,8%, arrivando a 68,7 miliardi di dollari, grazie soprattutto all’aumento del costo medio di vendita (+20,4%), a cui si è accoppiato un contenuto miglioramento dei volumi. L’utile netto è stato pari a 4,568 miliardi di dollari, con un +156,8% rispetto al 2016.
La performance europea Le vendite sul mercato europeo rimangono cruciali per ArcelorMittal, con una quota sul fatturato del 52,7% nel 2017 contro il 51,5% del 2016. Il giro d’affari è stato di 36,208 miliardi di dollari (+23,7%), con un Ebitda di 3,560 miliardi di dollari (+42,2%). La produzione siderurgica è salita da 42,635 milioni di tonnellate a 43,768 milioni di tonnellate, con le consegne che sono state di 40,941 milioni di tonnellate (+1,7%).
In merito agli investimenti ambientali, nelle slide diffuse per la conference call è stato specificato che nel 2018 per lo stabilimento siderurgico di Taranto verranno investiti 240 milioni di euro. Si tratta della prima parte dei 1.150 milioni previsti per l’ambientalizzazione che verrano investiti nei 7 anni previsti dall’offerta di gara aggiudicataria.