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3 Luglio 2024 08:26
3 Luglio 2024 08:26

ILVA. Firmata la transazione: rientrano 1,3 miliardi di euro

Adriano Riva condannato a due anni e mezzo di carcere per bancarotta, truffa e trasferimento fittizio di valori . Il Tribunale di Milano ha accolto la sua richiesta di patteggiamento a due anni e sei mesi di carcere

MILANO – Adriano Riva ha firmato oggi la transazione per il rientro dalla Svizzera in Italia di 1,3 miliardi di euro in gran parte destinati alla bonifica dell’ILVA di Taranto e di cui 230 milioni verranno impiegati per la gestione ordinaria della società. La firma ai documenti che sbloccano la somma è stata apposta stamane in un noto studio legale di Milano,  dopo la pronuncia favorevole della Corte del Jersey (isola del Canale), poichè i fondi  risultavano formalmente nella disponibilità di Ubs Trustee di Saint Helier, capitale dell’isola di Jersey, che amministra i quattro trust proprietari dei beni, riconducibili alla famiglia Riva. Per lo sblocco dei fondi su un conto della Banca Ubs a Zurigo, per il rientro effettivo della somma in Italia bisognerà attendere i tempi tecnici e alcuni passaggi burocratici.

La firma apposta da Adriano Riva imputato per bancarotta, truffa ai danni dello Stato e trasferimento fraudolento di valori, rende esecutivo l’accordo raggiunto lo scorso dicembre tra la famiglia Riva, le società del gruppo, e i commissari straordinari di ILVA. Un accordo mette a disposizione dell’ acciaieria di Taranto “somme e titoli per circa 1,1 miliardi di euro“, che erano bloccati in Svizzera dopo un sequestro disposto dalla Procura di Milano nell’ambito dell’indagine sulla gestione del colosso siderurgico e il “crac” del gruppo Riva a Taranto.

L’accordo prevede degli impegni assunti dalla famiglia Riva e dalle società da lei controllate, che ILVA “rinunci a qualunque pretesa nei confronti degli esponenti della famiglia Riva e delle società loro riconducibili, ponendo fine al vasto contenzioso in essere nell’ambito di una transazione di carattere generale che comprende reciproche rinunce“.

Il gup del Tribunale di Milano Chiara Valori ha accolto la richiesta di patteggiamento a due anni e sei mesi di carcere avanzata da Adriano Riva accusato per bancarotta, truffa e trasferimento fittizio di valori per il processo con al centro il crac dell’ILVA di Taranto. Riva ha rinunciato anche alla prescrizione del reato di trasferimento fittizio di beni. Ora sono attese le proposte di patteggiamento di Fabio e Nicola Riva, i figli del patron scomparso Emilio, per i quali l’udienza preliminare è stata aggiornata al 6 prossimo luglio.

Secondo fonti vicine alla procedura, nei prossimi giorni,  a seguito dell’accordo raggiunto e formalizzato, finalmente senza ulteriori ostacoli da parte di qualche magistrato desideroso di visibilità, si procederà all’aggiudicazione definitiva degli asset del gruppo in amministrazione straordinaria.

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