Marco Pucci attuale direttore centrale dell’ Ilva in amministrazione straordinaria, e responsabile delle società partecipate, dopo la condanna definitiva a sei anni e tre mesi per il rogo in cui nel 2007 morirono a Torino sette operai della Thyssen, con grande correttezza e stile si è autosospeso dall’incarico nel siderurgico tarantino e dalla retribuzione, comunicando lui stesso ai commissari dell’Ilva Corrado Carrubba, Piero Gnudi, Enrico Laghi la sua esemplare e corretta decisione, a seguito dell’avvenuta conoscenza della sentenza di ieri che lo ha colpito.
I commissari Ilva spiegarono a suo tempo la loro decisione di nominare di Pucci a direttore generale, nonostante non si fosse ancora concluso il processo per il rogo Thyssen, in quanto lo ritenevano dopo una lunga carriera in Thyssen, uno stimato professionista di consolidata esperienza nel settore siderurgico essendo stato in passato anche amministratore delegato di Acciai Speciali Terni, e quindi un ottimo conoscitore della complessa struttura dello stabilimento siderurgico tarantino di cui è era stato direttore commerciale e successivamente responsabile delle società partecipate del gruppo Ilva.
Pucci, nel gennaio scorso abbandonò dopo solo due giorni la nomina di direttore generale ed occupare quella di responsabile delle partecipate Ilva, dichiarando: “Ringrazio i commissari per la fiducia che mi hanno mostrato nel nominarmi direttore generale di Ilva per la fase di trasferimento degli asset della società. Tuttavia non ritengo di accettare l’offerta e preferisco attendere l’esito del ricorso in Cassazione sul processo che mi ha visto condannato ingiustamente per il tragico incidente alla Thyssen di Torino. All’epoca ero nel consiglio di amministrazione della società senza alcuna delega alla sicurezza e con responsabilità nelle aree commerciali e del marketing. Confido che i giudici supremi sapranno dare il giusto peso alle responsabilità penali personali. Sono tornato in Ilva un anno fa e continuerò a collaborare come manager per il risanamento e il rilancio della società”
La difesa di Pucci si basava sostanzialmente sulla circostanza non indifferente che il 6 dicembre 2007 allorquando esplose il violento rogo nelle acciaierie Thyssen di Torino, causando la morte di sette operai, Marco Pucci, era componente del consiglio di amministrazione della società Tk-Ast (Thysssen Krupp-Acciai Speciali Terni) ma sostanzialmente aveva la competenza e deleghe soltanto dell’area commerciale e del marketing, cioè sulle vendite del prodotto. Nessuna competenza e responsabilità riferibili, quindi, alla sicurezza sul lavoro. Ma la Cassazione l’ha pensata in altro modo.