Il gip del Tribunale di Taranto dr.ssa Vilma Gilli ha respinto la richiesta di archiviazione dei pubblici ministeri della Procura di Taranto ed ha disposto nuove indagini nei confronti di Enrico Bondi, commissario ILVA nel periodo giugno 2013- giugno 2014, e del suo successore Piero Gnudi, commissario dal 2014 a tutt’oggi, nonchè degli ex direttori dello stabilimento Antonio Lupoli e Ruggero Cola, per getto pericoloso di cose e gestione dei rifiuti non autorizzata.
La richiesta di archiviazione si fondava sull’assunto “per cui i fatti non costituiscono reato” poichè “non sono ancora scaduti i termini entro cui i responsabili aziendali sono tenuti ad attuare le prescrizioni dell’Aia, confluite nel ‘Piano delle misure e delle attività di tutela ambientale e sanitarià approvato con Dpcm del 14 marzo 2014” in quanto “prorogati, ancora e da ultimo, al 30 giugno 2017“.
I sostituti procuratori della repubblica di Taranto procedenti (cioè l’accusa) avevano messo in evidenza l’esimente prevista dal decreto salva-Ilva emanato nel gennaio 2015 dal Governo in carica, che contemplava una malleva penale per i commissari straordinari del siderurgico e per i loro delegati durante l’adempimento delle prescrizioni del piano ambientale.
Analoga richiesta di archiviazione non era stata accolta e rigettata nel maggio 2016 dal gip Rosati che fissò la discussione. Successivamente il fascicolo è passato al gip Gilli. L’inchiesta mira ad accertare l’eventuale sussistenza di reati connessi all’inquinamento e la corretta attuazione del piano ambientale in epoca successiva al commissariamento. Il gip ha ordinato, tra l’altro, alla Procura di “verificare, attraverso una indagine tecnica a mezzo dei custodi giudiziari, quali e in che misura percentuale sono state le prescrizioni previste dal Piano (Dpcm 2014) attuate da Ilva in amministrazione straordinaria sino al 31 luglio 2015″ richiedendo indicazione nei confronti di tali adempimenti “dei periodi di incarico formale e/o concreta operatività degli indagati“. Inoltre il Gip Gilli ha richiesto di “comparare tali dati con quelli elaborati dai consulenti di parte” ed inoltre di “indicare se e quali siano state le ragioni giustificatrici di eventuali ritardi“.
Il provvedimento del gip riporta 12 ottobre 2016, ma è stato depositato in cancelleria solo il 2 maggio, cioè ieri. Il giudice Gilli nel suo provvedimento spiega che “il termine intermedio del 31 luglio 2015 per l’attuazione dell’80% delle prescrizioni non solo non è stato alterato da alcuna previsione normativa successiva ma è pure un termine ampiamente scaduto alla data di entrata in vigore del Decreto Legge 9 giugno 2016, n. 98, sì da non rientrare in quelli sostituibili” entrando nel merito anche del Piano ambientale che conseguentemente “non opera alcuna sanatoria per le inadempienze pregresse il 9 giugno 2016“.
Il gip ribadisce nel suo provvedimento che è stato notificato contestualmente alla Procura di Taranto, agli indagati, al Comune di Taranto ed al Ministero dell’Ambiente , ritenute parti lese dai reati contro l’incolumità pubblica in quanto, anche “a voler ipotizzare che tale previsione normativa non sia relegata, come invece sembra, alla cessione/aggiudicazione del complesso aziendale ma valga, soggettivamente, pure per i vertici aziendali di Ilva in amministrazione straordinaria“.