Il co-portavoce dei verdi Angelo Bonelli ha così commentato la decisione della Commissione europea di andare avanti con la procedura d’infrazione nei confronti dell’Italia per il caso ILVA : “La decisione della Commissione europea di depositare un parere motivato e di continuare nella procedura d’infrazione contro il Governo italiano perché non avrebbe fatto abbastanza per garantire gli impegni sull’ ILVA, è una secca sconfessione dell’operato del commissario Piero Gnudi, che proprio ieri aveva parlato dell’attuazione del 75% delle prescrizioni ambientali nello stabilimento siderurgico di Taranto, e del Ministro dell’Ambiente Galletti”.
Incredulità invece quella espressa, da parte del commissario Gnudi: “In realtà, abbiamo approvato una Aia che è una delle più avanzate che esiste al mondo. La stiamo attuando, e mi sono anche un pò meravigliato che ci sia ancora questa procedura di infrazione. Andremo a Bruxelles a cercare di chiarire la nostra posizione”. Parlando ai senatori sull’attuale situazione dell’ azienda siderurgica, il commissario ha messo le mani avanti spiegando che “L’ILVA e’ il piu’ importante problema industriale dell’Italia che abbiamo. ILVA e’ acciaio che e’ la base dell’industria metalmeccanica prima industria del paese” aggiungendo che l’ ILVA coinvolge “25mila persone tra dirette e indirette” e se la “perdiamo, perdiamo un pezzo di industria e impoveriamo il paese“. Gnudi ha spiegato di aver “rafforzato la gestione, cambiando un po’ di manager“. “Mi sono dedicato alla ricerca di nuovi soci e, date le dimensioni dell’azienda, in Italia un singolo imprenditore che possa farsi carico di questa azienda non c’e’. L’esplorazione ha interessato tutto il mondo, da Cina a Brasile. Ma abbiamo continuato a lavorare sull’implementazione del piano Aia. L’ ILVA e’ l’unico altoforno rimasto in Italia. Ilva e’ un importante player europeo, e’ il secondo“.
Secondo Gnudi non è possibile salvare l’ ILVA se non si trova un compratore, annunciando le trattative al momento sono con tre gruppi ArcelorMittal-Marcegaglia, Jindal (che rispetto a un mese fa apparirebbe piu’ defilato o, quantomeno, non avrebbe piu’ dato ulteriori segni di interesse) ed il gruppo Arvedi. Quest’ultimo avrebbe fatto un passo formale verso il commissario Piero Gnudi, a cui aveva gia’ manifestato mesi addietro un interesse per l’ ILVA sottolineando la necessita’ di assicurare una presenza industriale italiana nel riassetto del grande gruppo dell’acciaio, la cui proprieta’ e’ oggi al 90 per cento della famiglia Riva. In realtà solo ArcelorMittal ha formalizzato concretamente il proprio interesse.
“Nel passato si era ritenuto di poter fare da soli, io ritengo che questa strada oggi non sia più percorribile”, salvo un ulteriore eventuale intervento dello Stato che al momento sembra impossibile. In merito alla ipotesi di non far pesare sul futuro acquirente i rischi collegati alla precedente gestione passata, motivo per cui si è parlato come per l’ Alitalia dell’ipotesi di una “bad company“, nell’ audizione di ieri presso la Commissione Industria del Senato Gnudi ha spiegato che “è un altro di quei tasselli che se non lo mettiamo a posto l’azienda non si vende”. In pratica, serve un socio per l’ ILVA “che tra due o tre anni non si ritrovi nella situazione che abbiamo oggi”, ha aggiunto Piero Gnudi . “in Italia non c’è” un acquirente che abbia la forza e dimensioni economiche-industriali per sostenere da solo una operazione di questa portata , e quindi “stiamo cercando in tutto il mondo, partendo dalla Cina ed arrivando al Brasile”. Del resto Gnudi ha al suo attivo una lunga esperienza di commissario e liquidatore governativo, incarico pubblico che anni addietro ha svolto per la Costruzioni Montaggi Agordina, i Cantieri Siderurgia, il gruppo metalmeccanico Mapi e la società di engineering Servco spa e sicuramente secondo noi ha più capacità e competenza degli ambientalisti dalla ricetta magica che nella loro vita non hanno mai lavorato o gestito alcuna impresa. E che sinora hanno cercato solo “protagonismo”.