ROMA – È terminato ieri pomeriggio presso un hotel romano l’atteso incontro sull’Ilva tra i rappresentanti sindacali della Fiom, Film, Uilm, Usb ed il vertice di Arcelor Mittal . La trattativa tra sindacati metalmeccanici e Am Investco (la società costituita da Arcelor Mittal) non sembra aver fatto dei passi avanti ed al momento non sono stati fissati nuovi appuntamenti.
Il vertice ristretto era ripreso dopo mezzogiorno a Roma. Secondo quanto si è appreso hanno partecipato gli esponenti di Am Investco e i segretari generali dei sindacati metalmeccanici. Ovvero Bentivogli per la Fim Cisl, Re David per la Fiom CGIL , Palombella per la Uilm, Bellavita per l’Usb. L’incontro precedente tra i rappresentanti di Arcelor Mittal e i sindacati nazionali è durato fino alle due di notte ma ancora una volta non aveva portato ad alcun accordo. “Siamo rimasti a 9 mesi fa – ha detto oggi il segretario genovese della Fiom Bruno Manganaro -. Mittal ha ribadito le sue condizioni spiegando che ha un patto con il governo e ha detto ai sindacati nazionali che se vogliono che entrino più lavoratori occorre tagliare il salario“.
Secondo quanto appreso da fonti sindacali l’apertura di Am Investco avrebbe riguardato solo un centinaio di lavoratori in più: “Forse sono arrivati a 10.100, è chiaro che cosi non si può andare avanti. Probabilmente la prossima settimana faremo una riunione a Roma con tutti i delegati ma la trattativa è impossibile e in ogni caso la delegazione presente in Italia non ha poteri di trattativa e non può far altro che alzare il telefono e parlare con il padrone vero”.
“Non ci sono le condizioni per avviare una trattativa che abbia l’obiettivo di programmare un incontro coinvolgendo le strutture” ha dichiarato il segretario generale della Uilm, Rocco Palombella.”Abbiamo ribadito che tutti i lavoratori devono avere una salvaguardia occupazionale vera – ha aggiunto Palombella – non ci sono punti conclusivi, i temi restano aperti ma confidiamo di poter continuare a discutere“. La segretaria generale della Fiom, Francesca Re David ha ricordato: “Abbiamo sempre parlato del nodo occupazione e abbiamo detto tutto quello che potevamo dirci, aggiungendo che giovedì si terrà il coordinamento Fiom con i delegati Ilva”
Anche sull’accordo di programma non è arrivata nessuna novità positiva : “Mittal dice che per loro gli esuberi vanno nella società per Cornigliano – spiega il segretario genovese della Fiom – ma non è quello l’accordo di programma. Come ha spiegato ieri l’ex sindaco Pericu, firmatario dell’accordo di programma e avvocato: Pericu ha chiarito che quell’accordo è legittimo e chi non lo rispetta può essere sanzionato togliendogli le aree. Non so se Mittal si rende conto del caos che si può aprire a Genova. Vedremo nelle prossime ore quel che succede“.
Nel frattempo, il ministro dello Sviluppo Carlo Calenda , alle sue ultime ore alla guida del dicastero economico, ha annunciato questa mattina che”il Governo tramite l’amministrazione straordinaria è disponibile a mettere sul piatto ulteriori risorse sull’Ilva per chiudere nelle prossime ore” . Sull’Ilva, ha aggiunto, “negoziare si può e si deve, ma occorre fare presto, perché l’azienda finirà la cassa nel mese di luglio e ricominciare tutto da capo o per seguire chi propone soluzioni tecnologiche irrealizzabili rischia questa volta di provocare una chiusura tutt’altro che progressiva».
“In nessun pianeta di nessuna galassia conosciuta o sconosciuta, un investitore che vince una gara e mette 4,2 miliardi sul piatto per risanare il più grande complesso industriale del Sud viene accolto a suon di ricorsi e di piani assurdi del tipo “vogliamo progressivamente chiudere”. Ma di che parliamo? Ma come si chiude progressivamente l’acciaieria più grande d’Europa, con quali soldi, con quali costi per tutta l’industria italiana, con quali soluzioni per i 20.000 lavoratori tra diretti e indotto“, ha continuato il ministro . Quindi, ha concluso,”lasciamo i deliri dei populisti, alle vongole, sull’Ilva “alle cozze pelose” per essere più precisi, fuori dai tavoli sindacali”.