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22 Novembre 2024 04:37

ILVA. Per la Commissione Industria del Senato “la situazione è migliorata”

Mucchetti (Pd) : "“Grazie al lavoro convergente della procura di Taranto, della procura di Milano e dei governi e delle commissioni parlamentari, in particolare della Commissione industria che ho l’onore di presiedere, è stato possibile recuperare ai fini delle bonifiche e degli interventi di ambientalizzazione la somma di 1,3 miliardi che derivano dall’accordo e dai patteggiamenti fatti con la famiglia Riva“

 “L’impressione che abbiamo avuto con questa seconda visita dello stabilimento siderurgico dell’ ILVA di Taranto  –  ha dichiarato il senatore Massimo Mucchetti, presidente della Commissione Industria del Senato – è quella di  aver constatato al termine della missione di due giorni a Taranto un complessivo miglioramento, anche se non non ancora della fine del percorso, ma è stato fatto un pezzo di strada rispetto alla situazione che avevamo trovato quando eravamo stati in visita due anni e mezzo fa sia allo stabilimento che in prefettura, incontrando i rappresentanti della politica, delle istituzioni e della società civile di Taranto“.

Durante la visita allo stabilimento dell’ ILVA di Taranto , gli ingegneri, i tecnici ed i responsabili delle diverse aree dello stabilimento hanno illustrato il processo produttivo e di trasformazione dell’acciaio, gli interventi di ambientalizzazione e bonifica  finora realizzati  e quelli attualmente  in corso di realizzazione. Il  percorso della visita è stato organizzato rispettando tutte le richieste che erano pervenute dai partecipanti, con delle soste di approfondimento presso l’ Acciaieria 2, l’ Altoforno 1,l’ Agglomerazione,  la Colata Continua, le Cokerie,  i Parchi Minerali ed il  Treno Nastri, attraversato anche altre aree dello stabilimento, tra le quali Acciaieria 1, Altoforno 4 e Reparto Rottami Ferrosi.

Abbiamo ascoltato – ha spiegato Mucchetti il procuratore capo dr. Capristo con i pm che si sono occupati in questi anni dell’ Ilva , il sindaco di Taranto , l’Arpa, i custodi giudiziari, il presidente della Provincia di Taranto, le organizzazioni sindacali, le associazioni ambientaliste, il direttore generale dell’Asl Taranto e Confindustria e abbiamo fatto un sopralluogo nello stabilimento al quale ha partecipato anche il presidente della Regione Puglia Michele Emiliano, con il quale abbiamo fatto un audizione in loco, dentro la fabbrica. Abbiamo registrato dei miglioramenti perché, a partire dallo stabilimento, c’è tutta una serie di opere di ambientalizzazione che è stata fatta. Naturalmente, avremmo anche noi preferito, come tutti, a partire dagli stessi commissari e le organizzazioni sindacali, che fosse stato possibile fare di più e tuttavia abbiamo constatato come parecchio sia stato fatto”.

Il senatore Mucchetti ha spiegato inoltre che “Il ritardo rispetto ai cronoprogrammi della prima ora  è dovuto da una parte alla scarsità dei mezzi finanziari che in questi anni ha accompagnato il salvataggio di questa grande unità produttiva, e dall’altra parte l’oggettiva difficoltà di aggredire le fonti di inquinamento con lo stabilimento in marcia”. Naturalmente – ha aggiunto Mucchhetti  –  avremmo anche noi preferito, come tutti, a partire dagli stessi commissari e le organizzazioni sindacali, che fosse stato possibile fare di più e tuttavia abbiamo constatato come parecchio sia stato fatto“.

Mucchetti nell’incontro con la stampa in  Prefettura (trasmesso integralmente in diretta Facebook dal Corriere del Giornovedi QUI)  ha inoltre fatto presente “Grazie al lavoro convergente della procura di Taranto, della procura di Milano e dei governi e delle commissioni parlamentari, in particolare della Commissione industria che ho l’onore di presiedere, è stato possibile recuperare ai fini delle bonifiche e degli interventi di ambientalizzazione la somma di 1,3 miliardi che derivano dall’accordo e dai patteggiamenti fatti con la famiglia Riva“ aggiungendo che . “come ha spiegato il procuratore capo di Taranto Capristo i patteggiamenti diventeranno operativi e arriveranno ad essere presentati ai giudici per la deliberazione conclusiva nel momento in cui la Corte di Jersey, come ormai si prevede, libererà questi fondi dai vincoli che fino adesso li rendevano inattingibili“.

Tutto questo  ha aggiunto il Sen. Mucchetti ci induce a guardare il futuro con un pò più di ottimismo rispetto al passato è la procedura di gara che ormai andrà ad aprirsi a partire da febbraio per concludersi, riteniamo, entro marzo fra due cordate. Sono in competizione la cordata Arcelor Mittal-Marcegaglia, che in realtà più di una cordata è Arcelor Mittal più un pochetto di investitore italiano (gruppo Marcegaglia n.d.r.) , e la cordata più composita del gruppo Acciai Italia promossa dalla Cassa depositi e prestiti con l’apporto finanziario di Leonardo Del Vecchio tramite la sua società  di investimenti finanziari e con l’intervento di due importanti operatori industriali, il Gruppo Jindal ed il gruppo Arvedi di Cremona“.

Al momento possiamo dire che nelle audizioni in Senato il gruppo Arcelor Mittal aveva assunto una triplice posizione: la richiesta di una riforma dell’Aia, perché così com’era non andava bene secondo loro; l’idea di produrre non più di 6 milioni di tonnellate d’acciaio perché, a loro dire, questo era in grado di assorbire il mercato, ma noi aggiungiamo che si riducono anche le emissioni inquinanti; e che non sarebbe di loro competenza il colossale taglio occupazionale che sarebbe necessario per tenere in equilibrio lo stabilimento con questi livelli produttivi“, ha proseguito ancora Mucchetti nel suo intervento . “Il gruppo Acciai Italia pur partendo anch’esso dai livelli produttivi attuali, che sono determinati dal fatto che l’altoforno principale è fermo e poi bisognerà vedere come sviluppare la produzione, ha sempre indicato come obiettivo quello di arrivare almeno a 8 milioni di tonnellate di produzione e quindi una gestione dei livelli occupazionali certamente meno pesante di quella dell’altra proposta. Un giudizio definitivo lo si potrà dare solo quando tutte le carte saranno sul tavolo“.

Punto qualificante ha spiegato Mucchetti  “è l’impegno a ottemperare alle prescrizioni dell’Aia  ricorrendo a soluzioni tecnologiche che non sono ancora state messe nero su bianco, ma che possono far ottenere i livelli richiesti dall’Aia non solo seguendo le prescrizioni ma adottando tecnologie ibride di produzione piuttosto che soluzioni alternative che, per esempio, prevedono certi interventi sulle cokerie“.


Alla fine dell’intervento del sen. Mucchetti
è piombato alle spalle dei giornalisti il governatore pugliese Michele Emiliano, come sempre alla ricerca di protagonismo mediatico, che ha voluto ringraziare l’intervento della Commissione, chiedendo loro (senza peraltro alcuna competenza) di fare pressione sul Governo per rivedere le posizioni del Governo, nel vano tentativo di imporre le sue idee. Da ricordare e segnalare che Emiliano ha deciso di occuparsi….di ILVA soltanto negli ultimi tempi, e cioè da allorquando ha dichiarato la sua guerra personale politica a Matteo Renzi in Puglia, mentre negli anni precedenti allorquando era segretario regionale pugliese del Partito Democratico, gli archivi delle agenzie di stampa non riportano alcun suo interesse o intervento sulla vicenda del siderurgico pugliese.

Non a caso uno dei senatori della Commissione Industria  presenti in Prefettura al termine della pagliacciata mediatica di Emiliano, soffermandosi a parlare a latere con noi, ha detto in presenza di funzionari della Prefettura “Emiliano cerca solo visibilità mediatica. Non capisco dove trovi il coraggio di fare certi show e certe figure in un contesto istituzionale. Io al suo posto sarei arrossito dalla vergogna“. Ma Emiliano pur di avere le telecamere su di sè, prima di salire in Prefettura aveva consegnato nelle mani di un’inviata del programma Le Iene, la somma di 100 euro (due banconote da 50 euro ben visibili nei nostri filmati) per una maglietta di beneficenza di un’organizzazione tarantina, che ci risulta peraltro priva di alcuna autorizzazione fiscale. Salvo  non rispondere alle nostre domande, che evidentemente devono dargli molto fastidio. Vorrà dire che gliele faremo al Csm a Roma al termine dell’udienza relativa al procedimento intrapreso nei suoi confronti dalla Procura Generale della Cassazione ed arrivata dinnanzi al Consiglio Superiore della Magistratura, dove le sue “boutade” dovrà risparmiarsele….

 

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