Alle 12 di oggi, cioè allo scadere del termine, sono state due le le cordate che hanno presentato le offerte dovevano finire sul tavolo del notaio Marchetti di Milano, lo stesso dove entro il 10 febbraio scorso furono depositate le 29 manifestazioni di interesse da parte dei pretendenti sia all’intero gruppo Ilva che ai singoli asset delle partecipate le offerte vincolanti per partecipare alla gara per l’acquisizione (anche in forma di affitto) dei complessi aziendali del gruppo siderurgico Ilva spa in Amministrazione Straordinaria. I soggetti che hanno presentato le offerte corredate dalla documentazione richiesta sono la newco AcciaiItalia che vede uniti il Gruppo Arvedi, la Cassa Depositi e Prestiti Equity e Delfin la holding finanziaria di Leonardo Del Vecchio, e la Am Investco Italy srl la joint venture ArcelorMittal-Marcegaglia . Lo hanno comunicato ufficialmente i commissari straordinari Corrado Carrubba, Piero Gnudi ed Enrico Laghi.
Vanno infatti sul mercato sia la capogruppo Ilva con gli stabilimenti siderurgici di Taranto, Genova, Novi Ligure e Racconigi, che sette aziende partecipate dalla stessa Ilva, che vanno da Ilva servizi energie, che gestisce le centrali elettriche dello stabilimento di Taranto, a Ilva servizi marittimi, che amministra la flotta delle navi per il trasporto delle materie prime per l’acciaio, a Insee Cilindri ed altre aziende ancora. Oggi, però, in base alle nuove scadenze del decreto legge, è il giorno delle sole offerte per l’intero gruppo Ilva, quindi la capogruppo più le sette controllate, mentre gli asset che rimarranno dopo questa procedura seguiranno un percorso a parte.
La comunicazione è arrivata, con note separate, da parte di entrambi i gruppi dopo la scadenza del termine per le offerte previsto per oggi a mezzogiorno. ArcelorMittal e il Gruppo Marcegaglia annunciano in una nota di aver presentata offerta per acquisire Ilva, con un business plan che prevede una spesa importante per rafforzare capacità impianti per portare la produzione acciaio a oltre 6 milioni di tonnellate annue entro il 2020.
I Commissari comunicheranno al Ministro dell’Ambiente Gian Luca Galletti, la presentazione dei Piani Ambientali. L’esame preliminare dei piani ambientali sarà espletato da parte del Comitato degli Esperti, costituito in base all’ultimo “decreto Ilva“. Il Comitato dovrà entro 120 giorni completare l’esame dei Piani, al termine del quale i Commissari negozieranno con i proponenti il contratto definitivo. Le buste con le offerte economiche ed il Piano Industriale, presentate dai due raggruppamenti, sono state “secretate” e non saranno aperte quindi fino al termine dell’esame ambientale.
Secondo una fonte a conoscenza del dossier, si tratterebbe delle uniche due offerte vincolanti. Un’altra fonte ha riferito all’agenzia di stampa economico-finanziaria Reuters, che la cordata di cui fa parte anche una controllata del gruppo Bolloré ha presentato un’offerta per rilevare la società Servizi Marittimi e l’intera logistica del gruppo Ilva. La Saga, società del gruppo Bolloré logistics, ha presentato una proposta insieme a Ionian Shipping Consortium (Isc) e a Multi Marine Services (Mms), con cui ha dato vita alla newco Siderlog. Non si tratta di un’offerta direttamente vincolante, ha riferito la fonte. La newco si candida alla gestione della logistica di tutto il gruppo Ilva, “ma solo in associazione alla cordata aggiudicatrice”. “Servizi Marittimi, da tutte le analisi compiute, non può essere scorporata dal resto della struttura aziendale”, ha detto la fonte.
Della cordata AcciaItalia faceva parte fino a un certo punto anche la società turca Erdemir che poi ha deciso di smarcarsi. Secondo quanto riferito da una fonte l’altro ieri, la cordata ha a messo sul piatto un impegno finanziario complessivo “compreso tra 500 milioni e meno di un miliardo“. Nei giorni scorsi , il manager lombardo dell’acciaio, Giovanni Arvedi ha dichiarato di puntare a costituire una società nazionale dell’acciaio che integri i vari stabilimenti e che sia possibilmente quotata in borsa, con una produzione annua che arrivi a 12 milioni di tonnellate di acciaio. Vi sarebbe comunque spazio nel salvataggio dell’Ilva all’interno del progetto AcciaItalia anche per i turchi dell’ Erdemir . Lo schema attuale è solo quello della prima; in una seconda fase è previsto che la “newco” arrivi a controllare Ilva al 70% con il restante 30% che sarà riservato, nel caso di accordo, al gruppo turco Erdemir che scioglierà la sua riserva a novembre. Il finanziamento del progetto prevede l’emissione di un bond a cui saranno chiamate a partecipare le banche creditrici dell’Ilva. La società di equity della Cdp interverrebbe con circa 400 milioni, la Delfin (la finanziaria di Del Vecchio) con una quota prevista tra i 300-350 milioni e Giovanni Arvedi, al quale verrebbe affidata la gestione operativa del turnaround, con una quota che dovrebbe essere di circa 200 milioni e la possibilità di aumentarla ancora.
Nel 2015 Ilva ha prodotto circa 4,5 milioni di tonnellate, le acciaiere Arvedi 4 milioni. Per ridurre l’inquinamento e l’emissione di CO2, Arvedi ha proposto di ristrutturate l’impianto di Taranto utilizzando il gas al posto del carbone per almeno metà della produzione. Ma per questo, ha detto, servirebbe che il prezzo del gas calasse a 10 centesimi al metro cubo, contro gli attuali 20 circa. Perché avvenga, servirebbe far arrivare anche a Taranto il Tap (il nuovo gasdotto europeo che dovrebbe giungere sulle coste pugliesi nel 2020) e comunque acquistare gas a buon mercato nel Mediterraneo.
Dopo le indiscrezioni, sono arrivati infatti i comunicati ufficiali: “Acciaitalia, società partecipata da acciaieria Arvedi (22,2%) come socio industriale, Cdp (44,5%) e Delfin (33,3%) come soci finanziari, ha presentato l’offerta finalizzata a consentire la partecipazione alla prima fase della procedura per il trasferimento dei complessi aziendali di Ilva” ed il cda sarà composto da tre membri, presidente sarà Giovanni Arvedi. come ha specificato una nota. Ed anche la cordata Am Investco Italy composta da ArcelorMittal-Marcegaglia ha dettagliato il proprio piano per l’acciaieria che prevede “l’impegno a migliorare le performance ambientali di Ilva, un considerevole programma di investimenti, l’impegno a garantire livelli occupazionali in linea con le migliori pratiche del settore”. L’azionariato della joint-venture franco-indiana-italiana verrà partecipato all’ 85% da ArcelorMittal ed al 15% da Marcegaglia. Il piano prevede l’obiettivo di “incrementare l’utilizzo degli impianti principali di Ilva, portando la produzione annua di acciaio grezzo dagli attuali 4,8 milioni di tonnellate a oltre 6 milioni di tonnellate entro il 2020, e di mantenere operativi almeno tre altiforni”. Il piano di investimenti previsto nell’offerta è orientato “all’ottimizzazione della capacità delle risorse di Ilva, all’aumento dei suoi livelli di produttività e alla riqualificazione delle prestazioni aziendali in termini di salute e sicurezza”.
Il piano di ArcelorMittal-Marcegaglia prevede anche “l’introduzione di nuove e innovative varietà di acciaio che consentano l’aumento del numero di prodotti siderurgici ad elevato valore aggiunto offerti da Ilva“evidenziando e mettendo in risalto “le significative economie di scala di cui Ilva godrebbe entrando a far parte del gruppo ArcelorMittal, sfruttandone le competenze globali in tema di ricerca e sviluppo, la rete distributiva e di vendita, il potere d’acquisto, le tecniche di produzione e la profonda conoscenza del mercato”.
In un decreto del 31 maggio, il Governo ha sancito che le offerte economiche saranno valutate solo sulla base di piani ambientali considerati ammissibili, anche grazie a una perizia indipendente, con una procedura che durerà almeno 6 mesi. In base a un precedente decreto, la scelta dell’acquirente avrebbe dovuto concludersi invece entro la fine di giugno.
“Oggi sono state presentate le proposte. Ovviamente non ne conosciamo il merito ma, come abbiamo detto anche alla Commissione Industria che si sta occupando del decreto, siamo molto preoccupati perchè fin dall’origine il bando non aveva i due criteri dell’integrità del gruppo e della dimensione occupazionale” dice Susanna Camusso. segretario generale della Cgil. Intanto, mentre procede la vicenda sul lato societario, il relativo decreto legge, ora all’esame delle Commissioni Ambiente e Attività produttive della Camera: riprendono oggi le audizioni sul decreto legge Ilva.