di Marco Ginanneschi
Con un comunicato stampa l’ ILVA in amministrazione straordinaria ha reso noto che “si è conclusa la fase di verifica della rispondenza delle manifestazioni ricevute ai criteri di ammissione. Come comunicato in data 10 febbraio 2016, le manifestazioni di interesse relative all’operazione di trasferimento dei complessi aziendali facenti capo ad ILVA S.p.A. in Amministrazione Straordinaria e ad altre Società del medesimo Gruppo sono state 29. Dei 29 soggetti che hanno manifestato interesse per l’intero Gruppo ILVA o per singole Società 17 sono italiani e 12 stranieri.”
I soggetti direttamente ammessi alla fase di due diligence, che prevede l’accesso alla data room, ai siti produttivi del Gruppo e alla management presentation organizzata da Rothschild, global advisor dell’operazione, sono 19, mentre a 6 soggetti istanti è stata richiesta l’integrazione della documentazione prodotta. Per i restanti è stato riscontrato che le manifestazioni di interesse non avevano ad oggetto complessi aziendali.
“All’esito della due diligence – specifica il comunicato stampa – i soggetti ammessi saranno chiamati a presentare le offerte vincolanti, sulla base delle quali si potrà pervenire al perfezionamento dell’operazione, che potrà essere perfezionata mediante cessione o concessione in affitto, con opzione d’acquisto, dei complessi aziendali facenti capo alle Società in Amministrazione Straordinaria“.
Chi ha presentatole domande? Fra i gruppi italiani il gruppo Marcegaglia di Mantova guidato da Antonio Marcegaglia, presidente e amministratore delegato del gruppo di famiglia che detiene al 50% con la sorella Emma, Il gruppo Arvedi di Cremona, il guppo Eusider di Lecco guidato da Eufrasio Anghileri. Una manifestazione di interesse (limitata al tubificio di Racconigi) è stata presentata dalla bresciana Tecnotubi che fa capo al gruppo Amenduni guidato da Michele Amenduni, cugino degli Amanduni-Greseli che controllavano una quota dl 10% dell’ ILVA prima del commissariamento , e che hanno recentemente chiesto per questo motivo alla Presidenza del Consiglio un indennizzo di 300 milioni. Un ruolo importante è quello riservato alla Cassa Depositi Prestiti, attualmente la più grande istituzione finanziaria italiana controllata dallo Stato per oltre l’80%.
È a dir poco ammirevole la manifestazione d’interesse “tarantina” dello Ionian Shipping Consortium a dimostrazione del fatto che quando si ha la capacità e l’umiltà di consorziarsi tra piccole imprese, si può costruire un soggetto giuridico in grado di affrontare e competere su mercati altrimenti preclusi. Esattamente il contrario di quanto gli imprenditori-fornitori dell’indotto tarantino non hanno mai avuto la capacità di fare, preferendo per anni ed anni passare dalla cassa dell’ ILVA.
Dall’estero sono pervenute la domanda del colosso Arcelor Mittal, che già in precedenza aveva presentato un’offerta per l’ILVA insieme al gruppo Marcegaglia, e il gruppo brasiliano Csn Steel- Compahia siderurgica national di cui si era ipotizzato una partnership con il gruppo italiano Arvedi per rilevare l’ILVA. ma che oggi procedono separatamente. Pervenuta anche la manifestazione d’interesse del fondo americano Erp Compliant Fuel controllato dal Virginia Conservation Legacy Found un ente no profit : una presenza molto significatica, visto che per statuto ha come obiettivo ridurre l’inquinamento da Co2.
Questo l’elenco dei 19 gruppi ammessi: Dhi-Di Nardi Holding Industriale, Eusider, Fonderia Boccacci, Tecnotubi, Car Segnaletica Stradale, Faser, Finarvedi e Acciaieria Arvedi, Vesuvius Italia, Marcegaglia Carbon Steel, Lucchini RS, Fonderie Mora Gavardo, Cassa Depositi e Prestiti, Zaklady Magnezytowe Ropczyce, Ionian Shipping Consortium, Csn Steel, Erp Compliant Fuels, Pan Atlantic Shipping Co, Magnesita Refractiories.
Le 6 società a cui è stata richiesta un’integrazione documentale sono Trasteel Internazional, Euroflex, Societé Mosellane de Vente de Fers, Toles et Aciers Enterprise Gans, Etablissement Robert et Compagnie, Erdemir, P&C (Shenzen) Industrye Found Management Partnership Firm.
Scaroni, Ilva e Rothschild . È invece a dir poco pò anomala e sospetta la circostanza che l’ “advisor” di ILVA società “pubblica” in quanto in amministrazione straordinaria, nella fase della selezione, valutazione e scelta del futuro acquirente della società siderurgica sia la Banca Rothschild il cui “vicepresident”, Paolo Scaroni, ex presidente dell’ ENI, abbia recentemente dichiarato di aver incontrato il premier Matteo Renzi e di essersi dichiarato disponibile quale possibile futuro Amministratore Delegato dell’azienda oggetto della cessione (leggi QUI) . Un classico conflitto di interessi normato all’italiana, su cui la stampa nazionale “tace”…in primis il SOLE24ORE edito dalla Confindustria a cui stanno particolarmente a “cuore” le sorti della famiglia e del gruppo Riva !