ROMA – Si è svolto oggi presso il Ministero dello Sviluppo Economico il confronto tra il Ministro Carlo Calenda ed il viceministro Teresa Bellanova, i commissari ILVA Carrubba , Gnudi e Laghi ed i rappresentanti sindacali nazionali e territoriali della Fim , Fiom e Uilm, nel corso del quale sono state illustrate le due proposte ricevute dalle cordate Am InvestCo (ArcelorMittal, Marcegaglia e Intesa san Paolo) e AcciaItalia (Jindal, CdP, Arvedi e Delfin) per l’acquisto del Gruppo siderurgico ILVA.
Am InvestCo ha rappresentato i seguenti obiettivi: riportare la produzione entro il 2024 a 8 mt (rispetto all’attuale produzione di 5.7 mt) con il mantenimento del ciclo produttivo in atto, sostenendo la produzione anche attraverso l’ utilizzo di semilavorati (bramme) a Genova e Taranto. Secondo il piano presentato la ripresa produttiva sarà sostenuta ripristinando l’ area a caldo di Taranto, delle cokerie e dell’ agglomerato e degli altiforni 1, 2, 4 fino al completamento del piano ambientale e la successiva riattivazione di Afo5. Prospettiva questa che secondo il commissario Laghi permetterebbe una crescita delle spedizioni dalle odierne 5,6 mt , alle 9,5 nel 2024. Prevista l’ estensione del portafoglio prodotti che sue entrambe le offerte punta settore dell’ automotive, costruzione, mezzi pesanti e packaging.
Nel confronto tra i due piani presentati da Am InvestCo. e AcciaItalia è emerso un costo medio annuo del personale che per Am InvestCo è di 52 k euro , mentre nel piano presentato da AcciaiItalia è di 43K euro. La cordata guidata dalla multinazionale franco-indiana ArcelorMittal prevede un impegno di 9407 lavoratori nel 2018 mentre la cordata guidata da Jindal ne prevede 7.812 . La proiezione occupazione di Am InvestCo prevede di arrivare a 8480 dipendenti nel 2024 mentre l’offerta della cordata AcciaItalia prevedeva una forza lavoro di circa 7.800 addetti alla fine del 2018 per poi far risalire l’occupazione fino a 10.812 , anche se quest’ ultima ha spiegato il Ministro Calenda prevede un costo medio complessivo stabile è disponibile ad aumentare il numero di personale al 2024.
Sui 14.200 dipendenti attuali, ArcelorMittal prevede 4800 esuberi a partire dal 2018 , mentre Jindal ne ha previsti 6400 per lo stesso periodo . Gli investimenti previsti dalla cordata Am InvestCo, sia sul fronte tecnico che ambientale sono pari a 1.256mln euro per impianti tecnici e 1.137mldn per il risanamento ambientale, per un totale di 2.393 mln da investire. Previsti investimenti anche sulle aree produttive di Taranto, su Genova e Novi, tra gli interventi più rilevati sul piano ambientale quello di 301 mld per la copertura dei parchi minerari da completarsi entro il 2013, 196mld per interventi sulle e cokerie, 179 sul piano acque e 129 per chiusura nastri ed edifici. Am InvestCo ha proposto anche una serie di tecnologie innovative per ulteriori riduzione impatto ambientale. Nel proprio piano Am InvestCo ha previsto anche investimenti su R&S a beneficio del territorio di Taranto, e si è resa disponibile ad estendere la validità dell’ offerta vincolante fino al 31 marzo 2018, confermando i propri impegni sul piano occupazionale
Il Ministro dello Sviluppo Economico Carlo Calenda ha dichiarato che sulla questione antitrust sollevata, ha richiesto una liberatoria da eventuali contenziosi, soprattutto dopo aver ricevuto il “warning” dalla Commissione Europea. Grazie all’ accordo transattivo raggiunto con la famiglia Riva ci sarà un sostegno sociale per le famiglie disagiate per un impegno di 10 mld per il triennio 2017-2019.
Secondo lo stesso comunicato, sono stati anche illustrati gli elementi di valutazione considerati nella procedura di vendita (oltre al piano industriale anche il piano ambientale, l’utilizzo di risorse pubbliche per gli investimenti ambientali e il prezzo) che non prevede la possibilità di offerte di rilancio, come peraltro chiarito agli offerenti nel corso del procedimento. Infatti i rilanci avrebbero dovuto riguardare tutte le componenti delle offerte presentate, ivi compreso il piano ambientale e il piano industriale, e ciò avrebbe comportato un significativo prolungamento dei tempi della procedura, incompatibile con il rispetto delle norme di legge che regolamentano il completamento degli interventi a tutela della salute e dell’ambiente e con le residue risorse ancora nella disponibilità dei Commissari per assicurare la prosecuzione delle attività industriali.
Secondo la fonte “ventriloqua” (nel senso che non si firma) dei commissari non costituiva elemento di valutazione il cosiddetto rischio regolatorio recentemente richiamato dalla Commissione Europea non essendo evidentemente stimabile e apprezzabile a priori nel corso del procedimento. Peraltro i Commissari hanno avuto cura di richiedere ed ottenere dai due concorrenti l’impegno a mantenere fermo il piano industriale offerto (e i connessi effetti occupazionali) indipendentemente dalle eventuali prescrizioni antitrust adottate dalla Commissione. Con un successivo secondo comunicato in serata, le solite ben note fonti riguardo precisano che alle preoccupazioni emerse in ordine ai livelli occupazionali indicati nelle offerte, l’organico attuale del Gruppo Ilva è di 14.200 dipendenti, con CIGS autorizzata per 4.100 dipendenti.
L’offerta di AM Invesco prevede come primo livello occupazionale 9.400 dipendenti. La CIGS in ogni caso copre e coprirà la gran parte degli esuberi e potrà essere incrementata all’occorrenza in linea con l’accordo sindacale che dovrà essere stipulato quale condizione per l’efficacia del contratto di trasferimento degli asset di ILVA al soggetto che sarà aggiudicatario della gara. I dipendenti potranno rimanere in CIGS per tutta la durata dell’esecuzione della attività di risanamento e decontaminazione del sito di Taranto che saranno realizzate dall’Amministrazione Straordinaria a valere sui fondi acquisiti a seguito della transazione sottoscritta con la Famiglia Riva. I fondi a disposizione della procedura sono circa 1,1 miliardi di euro di cui oltre 800 milioni di euro finanzieranno investimenti ambientali da realizzare a cura della Amministrazione Straordinaria.
LE REAZIONI DEI SINDACATI. “I rilanci determinerebbero l’annullamento della gara“, ha detto Bentivogli (FIM CISL) commentando le parole del ministro dette nel corso della riunione, durante la quale si è anche parlato dell’eventualità di rilanci. “Se dovessero essere dei rilanci su tutti e tre i capitoli dell’offerta (piano ambientale, piano industriale, occupazione) la gara dovrebbe essere rifatta”, ha aggiunto ancora Bentivogli. Quanto ai piani ambientali, i sindacati hanno riferito che questi non sono stati oggetto dell’incontro e che comunque, ha continuato Bentivogli, “tutte le misure ambientali vanno ottemperate entro il 2023“.
“Si continua ad addossare sul lavoro – ha detto Landini – la responsabilità di tenere in piedi aziende strategiche per il Paese“, evidenziando che in entrambi i piani oltre all’alto numero di esuberi è presente anche una riduzione degli stipendi sul costo annuo medio degli addetti. “In questi mesi i sindacati non sono mai stati coinvolti nelle valutazioni dei piani industriali e ambientali per il rilancio dell’Ilva. Ancora adesso ci sono cose che non sono chiare e che vogliamo capire“, ha aggiunto ancora Landini. Palombella prima dell’incontro ha detto: “Se i tagli restano questi non li facciamo entrare a Taranto“, riferendosi ai nuovi acquirenti.
I sindacati sono stati riconvocati al Mise giovedì 1° giugno per un nuovo confronto, questa volta con l’obiettivo di ridiscutere queste posizioni contrastanti. Al momento sembra pressochè difficile se non impossibile che possa rientrare in gioco l’offerta presentata dalla cordata Acciaitalia, anche se Sajjan Jindal ha incontrato il ministro Calenda per tentare un rilancio sul prezzo dell’offerta per l’ILVA. Secondo le indiscrezioni circolate abbondantemente sarebbero stati offerti ulteriori 600 milioni di euro in più per alzare il prezzo d’acquisto offerto agli 1,8 miliardi di euro, cioè lo stesso offerto dai concorrenti. Una procedura che i sindacati definiscono un pò scorretta, sopratutto nel momento in cui con decreto del ministro dello Sviluppo economico avverrà l’aggiudicazione ed il passaggio degli asset alla cordata vincente e si aprirà un confronto vero sul piano industriale e sugli esuberi. “A questo punto il parere dei sindacati sarà vincolante“.
LE CRITICHE DI CONFINDUSTRIA. “Avremmo avuto piacere “dice Enzo Cesareo presidente di CONFINDUSTRIA Taranto al CORRIERE DEL GIORNO – se il Ministero ci avesse convocato insieme ai sindacati per illustrarci i piani di rilancio delle cordate, ma anche per capire le sorti delle varie aziende del territorio di Taranto che vantano non pochi crediti nei confronti dell’ attuale gestione commissariale” ed aggiunge “Una volta approvato lo stato del passivo l’attuale gestione commissariale dovrà provvedere a ripartire l’attivo (cioè i soldi provenienti dall’ accordo giudiziario con la Famiglia Riva n.d.r.) e saldare i crediti preducibili e quelli chirografari“.
“Ovviamente ci aspettiamo – conclude Cesareo – che le nostre aziende possano rientrare in massima parte nelle posizioni preducibili in funzione dell’ ultimo decreto Legge emanato dal Governo”