Il dramma di Taranto, città assediata da polveri, fumi e gas provenienti dall’Ilva, raccontato in un corto già insignito della menzione speciale “Green cross” alla Mostra del cinema di Venezia. Per la prima nazionale è andato in scena ieri sera al cinema Orfeo di Taranto, esaurito in ogni ordine di posto, il corto ‘Oltre le Nubi‘, ideato da Fabio Matacchiera e dalla giornalista Annagrazia Angolano. Il film rientra tra i progetti di sensibilizzazione della onlus Fondo Antidiossina.
Erano presenti i protagonisti del film, fra cui lo stesso Matacchiera, Annarita Del Piano, Elisa Tugliani, il direttore della fotografia e delle riprese Blasco Giurato e la regista Marcella Mitaritonna (vincitrice al festival internazionale del Cinema “Mendicino Corto“). La serata è stata aperta e preceduta da un concerto jazz e dalla presentazione del libro ‘Legami di ferro‘ scritto da Beatrice Ruscio, nel quale si racconta la storia di inquinamento e resistenza che accomuna Taranto all’Amazzonia.
“La questione Ilva l’ho vissuta nel periodo in cui giravamo il film ed è terribile. Dico solo una cosa: vedere i muri dei giardini imbrattati è come rubare un giocattolo a un bambino. E’ una cosa terrificante” ha dichiarato Blasco Giurato, che si è imposto a livello internazionale per aver curato le immagini e le luci del film premio Oscar di Giuseppe Tornatore “Nuovo Cinema Paradiso“, partecipando ieri sera a Taranto alla prima nazionale del cortometraggio sull’Ilva “Oltre le nubi“, di cui è stato direttore della fotografia e delle riprese.
“Quando abbiamo girato la scena finale degli angeli che rappresentano le vittime dell’inquinamento e si dirigono verso l’Ilva in una zona tra le più contaminate del mondo, eravamo in difficoltà perchè era molto pericoloso andarci, peraltro a piedi nudi, e alcuni si sono tirati indietro“.
“Mentre si girava – ha spiegato Blasco Giurato – sono arrivate pattuglie di Polizia e Carabinieri chiedendoci: cosa siete venuti a fare? Ho fatto vedere loro nel monitor l’inquadratura e uno di loro si è commosso. La vicenda dell’Ilva non è paragonabile a nulla al mondo. Rispetto a noi in Amazzonia sono dei privilegiati. E’ stata raccontata una tragedia vera. Nel film c’è una ragazza che si ammala di cancro e chiude il cerchio di tutto quello che c’è a Taranto, la morte improvvisa soprattutto. Ha una piccola tosse che la tormenta e dopo un po’ un cancro fulminante se la porta via. Questa non è finzione. La targa che ho ricevuto dal Fondo antidiossina per questa esperienza la metterò accanto al premio Oscar“.