Sul Camp Nou di Barcellona nessuno ha visto entrare in campo 11 calciatori bianconeri dai piedi notoriamente alati, ma 11 spartani che minuto dopo minuto hanno riscattato anni ed anni di insulti internazionali per un calcio italiano troppe volte bistrattato. Gli 11 “eroi” di una delle notti più lunghe per ogni singolo tifoso, la cui attesa diciamolo era iniziata già alle 23.50 dell’11 aprile 2017, hanno irrimediabilmente cancellato ogni impegno dall’agenda per assistere la loro unica Signora che le ha generosamente offerto un regalo senza eguali.
Nessuno ci avrebbe scommesso un solo centesimo, nemmeno dopo il super acquisto a matrice argentina di Gonzalo Higuain, lo ripeto forte e chiaro nessuno. L’atmosfera da brivido, un’emozione concessa a pochi terrestri. Ormai nessuno si fa promotore di idee che in Italia non circolano più, nessuna fiducia nel calcio nostrano sempre definito “inferiore”. Ma loro si i calciatori in primis, ma anche i loro tifosi hanno avuto fiducia e trasformato qualcosa di impossibile in facilmente realizzabile.
Una partita perfetta all’andata, senza errori e distrazioni ma un match sbalorditivo, un ritorno eccellente con il raggiungimento dell’obiettivo . La squadra con l’attacco più forte del mondo contro la squadra con la difesa più inaccessibile della storia. Tutte le stelle blaugrana hanno a più riprese cercato di attaccare una porta murata con “Santo” Gigi Buffon sempre pronto all’impresa ma ad un certo momento sembravano arrendersi. Qui non si passa, che muro ragazzi, tutti partecipano nella fase difensiva come insegna il calcio moderno di qualità.
Questo scontro è stato vero spettacolo per gli amanti del calcio giocato, assoluto, sanguigno. Con 180 minuti minacciosi come una tempesta shakespeariana potevano uccidere ogni speranza o mantenerne una viva dopo 6 anni di Champions, colmi di uscite rapide, una finale persa proprio con chi questa sera è stato annientato rendendoci ancora più orgogliosi di una squadra che porta fieramente il Made in Italy nel mondo. Dopo il 3-0 dell’andata per la Juventus si facile è più semplice forse, ma dopo la “remontada” compiuta contro il Paris Saint Germain, ogni paura riaffiorava forte e testarda. Ogni protagonista di questa prode impresa ha contribuito a sigillare con il proprio personalissimo marchio quest’opera.
La storica difesa, la graffiante grinta di Chiellini con la sicurezza e le brucianti ripartenze di Bonucci, la solidità di Buffon ormai un mito vivente con l’organizzazione esemplare di un centrocampo che costantemente ha visto cambiare la sua composizione perdendo pezzi pregiati, quali Pogba, Vidal, Pirlo; alcuni inseguendo sogni di gloria mai davvero realizzati, altri si sono spenti nel nulla.
Il sacrificio di una vita di Claudio Marchisio (a sostenere l’amore di una vita in panchina, senza esitare o contestare le scelte del suo tecnico), i piedi tattici di Khedira, la pregevole maestria del gioco direzionale di Pjanic, la sconvolgente promessa mantenuta di Alex Sandro, l’esperienza avvelenata di Dani Alves, ma il vero asso nella manica rimane Cuadrado capace di risolvere al momento giusto ogni problema, ah che acquisto sublime immancabile nella testa e nel cuore.
Ma non trascuriamo chi ha reso tutto questo possibile un piccolino comprato dal Palermo tra mille critiche per la cifra spesa stiamo parlando di lui la “joya” Dybala, l’immenso talento di Higuain sostenuto dall’instancabile Mandzukic. Ma soprattutto “mister” Allegri che in questa grandiosa scommessa ci ha messo tutto il cuore, dato per perdente si è rialzato come un mitico super eroe portando la passione in mezzo ai ragazzi, grandioso e sapiente.
A tutti loro l’ Italia deve dire grazie. Grazie per averci dato la possibilità di sperare ancora da “italiani”, perché la Juve da grande club sa benissimo che non è finita, entrare in quell’arena gloriosa spaventosamente spaventosa, persino per un tifoso che non può non lasciarsi affascinare dalla storia di un club che negli ultimi anni ha dettato legge nel mondo del bel calcio; entrare lì in punta di piedi ed uscire da padroni con in tasca il biglietto di un dominio europeo ora consolidato, prima nel ranking mondiale meritatamente allora.
Una squadra completa, attenta in ogni settore, il gioco espresso mostra sicurezza dimostrazione, basta con l’idea che il gioco italiano è solo difensivo, questo gioco è soprattutto dominio dell’avversario e motivazione e stasera anche emozione. Testa tanta testa tutta testa per fermarli, idea azzeccata direi. Tutte le possibili avversarie sperano di evitare una squadra che ormai fa davvero paura.
Ma dopo tanti finali maledette l’obiettivo sembra essere ancora lontano ma questa volta possibile. Riuscirà una parata di stelle super pagata e sponsorizzata a battere un gioco di squadra più concreto ed unico con un gioco solidissimo? In questa partita si, è successo ora c’è solo l’infinita attesa dei sorteggi ed alle partite successive la sentenza del campo di gioco !
Che continui questa intensa storia d’amore tutta italiana.
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