di Antonello de Gennaro
È stato siglato a Bari, il rinnovo dell’accordo della convenzione in essere tra Regione Puglia, Istituto per il Credito Sportivo e Puglia Sviluppo con la firma del protocollo d’intesa, che dovrebbe consentire ulteriore impulso alla crescita degli impianti sportivi a livello regionale, attraverso gli incentivi sia come contributi in conto capitale sia come riduzione dei tassi di interesse dei mutui ICS.
Presenti all’incontro l’ assessore regionale allo sport Raffaele Piemontese , Andrea Abodi presidente dell’Istituto per il Credito Sportivo, il presidente Coni Puglia Angelo Giliberto, Grazia D’Alonzo e Antonio Devito , rispettivamente presidente e direttore di Puglia Sviluppo, il dirigente sezione promozione della salute e del benessere della Regione Puglia Benedetto Pacifico ed il chiacchierato e poco educato Elio Sannicandro direttore generale dell’ Asset – l’ Agenzia regionale e strategia per lo sviluppo ecosostenibile del territorio.
Dopo tante slides e tante chiacchiere, da cui si è salvato il solo Abodi, che ha dimostrato ancora di essere un manager di alto livello istituzionale, essendo presente alla conferenza ho ringraziato il Presidente dell’ Istituto per il Credito Sportivo per aver “risparmiato” alla città di Taranto e sopratutto ai suoi contribuenti un indebitamento di oltre 20 milioni di euro dell’ Amministrazione Comunale di Taranto, il cui sindaco Rinaldo Melucci voleva ottenere per organizzare la “Ocean Race” competizione velica che peraltro da circa quattro anni non si svolgeva più…Un risparmio che si è basato anche sulla rigida posizione contraria della Corte dei Conti di Puglia che si è ben guardata dal dare semaforo “verde” all’ Istituto per il Credito Sportivo.
“Abbiamo previsto 50 milioni di euro per i prossimi 3 anni a sostegno dello sport pugliese – ha affermato nel suo intervento Andrea Abodi -. L’accordo sottoscritto è finalizzato ad ottimizzare gli interventi finanziari utilizzando il Fondo regionale per l’impiantistica, compresa anche la realizzazione di spazi sportivi all’aperto e playground, e per concedere contributi in conto interessi, in una logica integrata e complementare con altre misure finanziarie in conto capitale messe in campo dalla Regione Puglia e da Pugliasviluppo. Un passaggio importante per incentivare la pratica sportiva, rendere gli impianti più moderni e accessibili, più efficienti energeticamente, migliorando anche l’impatto ambientale per uno sviluppo ecosostenibile“.
“Confermiamo l’impegno della Regione Puglia per le politiche sportive incrementando ulteriormente gli investimenti. Quest’anno abbiamo investito 17 milioni di euro per l’impiantistica ed ulteriori 5 milioni per la promozione di azioni che favoriscono e promuovono la pratica motoria e sportiva ad ogni livello – ha detto l’assessore Raffaele Piemontese (Pd) -. Abbiamo approvato la programmazione triennale 2019-2021 per le attività sportive. Ci siamo attivati per definire nuove strategie per ottimizzare gli interventi e definire nuove opportunità di finanziamento dell’impiantistica mediante nuovi accordi con l’ Ics e con PugliaSviluppo . L’Ics ed il Coni hanno in Puglia una regione all’avanguardia nell’utilizzo delle risorse disponibili ed estremamente ricettiva per sperimentare nuovi modelli di sviluppo dello sport“.
Dopodichè abbiamo fatto qualche domanda al più che “chiacchierato” Elio Sannicandro, dirigente regionale molto “vicino” a Michele Emiliano, che esattamente un mese fa è stato rinviato a giudizio dal GUP del Tribunale di Bari Rosa Anna Depalo. Il grave reato d’accusa che gli è stato contestato e di cui dovrà rispondere è quello di “calunnia“, previsto dall’articolo 368 del Codice Penale, che prevede la reclusione compresa tra un minimo di due anni e un massimo di sei anni. e che, ai commi due e tre contempla anche delle ipotesi aggravate in cui la pena è aumentata. Domande dalle quali Sannicandro è letteralmente scappato persino fisicamente !
La vicenda per cui Sannicandro verrà processato risale al 2014 quando l’uomo, oggi a capo dell’ ASSET, l’ Agenzia regionale Strategica per la Sviluppo Ecosostenibile del Territorio, aveva accusato l’Accademia Pugilistica Portoghese di abusivismo edilizio, occupazione illecita di alcuni locali dello Stadio della Vittoria di Bari e manomissione degli impianti termici, procedimento penale questo che si è concluso qualche mese fa con l’assoluzione , a seguito del quale, Antonio Portoghese, titolare della palestra, e Mariarosaria Autorino, ex presidente dell’associazione sportiva hanno deciso di denunciare Sannicandro .
Il presidente dell’ ASSET a seguito di una segnalazione, con relativa documentazione, da parte del Procuratore generale dello sport, il Garante del codice di comportamento sportivo, nel 2017 decise di infliggere la sanzione della censura al membro del Consiglio nazionale del Coni, Elio Sannicandro. in occasione della 1066ª riunione della Giunta nazionale Coni tenutasi al Foro Italico. La Giunta nazionale del CONI in quell’occasione ha anche recepito le dimissioni presentate dallo stesso Sannicandro da delegato del Coni della provincia di Bari. per evitare di essere cacciato.
L’ex “padre-padrone”dello sport pugliese era finito nella bufera a causa dell’affidamento della progettazione preliminare della pista di atletica nello stadio di Barletta che fu di Pietro Mennea con un finanziamento da 3,5 milioni, che contemplava un studio di fattibilità da 785mila euro, a suo nipote, Luca La Bombarda, e al suo socio-collega di studio, Pierino Profeta. Due persone che Elio Sannicandro conosce bene. E non solo perché il Comune di Giovinazzo, dove Sannicandro è stato assessore fino a poco tempo fa, aveva affidato incarichi allo studio dove lavorano i due professionisti. Ma perché, come aveva denunciato l’estate scorsa il Comitato per la salute pubblica di Giovinazzo, Sannicandro potrebbe avere un conflitto di interesse con questi professionisti.
“Il nostro Comune le ha assegnato un incarico nel novembre 2013 relativo al collaudo statico di opere per un campo a 5. – scrivevano in una nota a Sannicandro all’epoca dei fatti presidente del Coni Puglia – Per queste sue attività lei indica lo studio che ha sede in corso Alcide de Gasperi 340, in Bari, con telefono […], numero che compare ancora nel curriculum da lei depositato. Alla stessa sede – continuavano – fanno riferimento gli ingegneri Pierino Profeta e Luca La Bombarda, soci della società cooperativa Architesis che ha sede allo stesso indirizzo“.
In pratica Sannicandro lavorava nello stesso studio dei tecnici che nominava come assessore al Comune di Giovinazzo prima e come presidente regionale del Coni poi. Ma c’è di più grave : Sannicandro conosce La Bombarda da quando è nato: è suo nipote, essendo figlio della sorella di sua moglie. Ciò nonostante, come avevano denunciato a Giovinazzo, il 5 agosto del 2015, da assessore al Comune di Giovinazzo, gli ha dato un incarico di manutenzione straordinaria per la manutenzione straordinaria della palestra di una scuola media.
Il Coni Puglia presieduto da Sannicandro si candidò al il rifacimento della pista di Barletta integrato nel progetto “Sport per le periferie” che si avvaleva di soldi pubblici per ristrutturare impianti in zone degradate. In tutta Italia vennero finanziati sette progetti , compreso quello di Barletta., il cui finanziamento era di 3,5 milioni di euro. Il 21 gennaio di quell’anno è “stato approvato – si legge nella delibera di giunta del Comune – lo schema del protocollo d’intesa fra il comitato regionale del Coni e il Comune“. Una settimana dopo, esattamente il 28 gennaio, a tempi di record, il Coni “presenta uno studio di fattibilità con l’indicazione degli interventi necessari e indispensabili per il completamento e adeguamento dello stadio“.
Uno studio di fattibilità che prevedeva una serie di interventi per 785mila euro. Progetto firmato dal Servizio impianti sportivi del Coni. Un ente che come si si legge sulle pagine web del Coni “svolge attività di programmazione, coordinamento, studi e ricerche sugli impianti“. Ma i nomi dei tecnici che si occupano del “fascicolo Barletta” non sono quelli che vengono riportati in alcune pagine ufficiali del Coni come consulenti abituali cioè l’architetto Marco Costanza e l’ingegner Gianluca Natale, ma bensì altri due professionisti: l’ingegner Pierino Profeta e l’ingegner Luca La Bombarda (a lato nella foto). Cioè il nipote di Elio Sannicandro.
Il Coni nazionale aveva aperto un’inchiesta interna e convocato Sannicandro a Roma. Al termine dell’incontro era stato trovato un compromesso: il Coni non avrebbe infierito sulla questione Barletta, occupandosene però da quel momento direttamente. E Sannicandro avrebbe annunciato che alla scadenza del suo mandato, tre mesi dopo, avrebbe fatto un passo indietro. La questione sembrava chiusa e risolta. E invece, mentre i tecnici romani del Coni erano a Barletta per incontrare il sindaco (all’epoca dei fatti) Pasquale Cascella e affrontare il tema pista, Sannicandro (che era “indagato2 per abuso di ufficio dalla Procura di Bari in un’inchiesta sulla gestione della palestra Portoghese) tenne una conferenza stampa a Bari nella quale si difese dall’inchiesta di Repubblica “le informazioni diffuse sono false o fortemente distorte nella sostanza”, diceva, pur confermando tutto quello che era stato scritto, ed annunciando querele civili e penali spiegava: “Io candidato? Lo scenario non è ancora chiaro. Abbiamo rinviato eventuali decisioni a dopo le Olimpiadi quando ci saranno regolamenti aggiornati. Chi deciderà? Non Roma né la politica, ma il consiglio regionale del Coni, nel quale apriremo il dibattito e nel quale deciderò se candidarmi o meno“.
Dichiarazioni che fecero infuriare il Presidente nazionale del Coni: nel giro di qualche ora la pagina con il report della conferenza stampa sul sito del Coni Puglia venne oscurata, a cui fece seguito una lunga e durissima nota di Malagò contro Sannicandro. “Leggo con vivo stupore le affermazioni del signor Elio Sannicandro che contraddicono apertamente quanto da lui affermato nel mio ufficio lo scorso 7 aprile – scriveva Malagò – di fronte a quattro testimoni: con me c’erano il segretario generale del Coni, Roberto Fabbricini; l’amministratore delegato di Coni Servizi, Alberto Miglietta, e la responsabile dell’Organizzazione territoriale del Coni, Cecilia D’Angelo“.
“In quell’occasione è stato illustrato a Sannicandro che, sulla base delle relazioni emerse dagli uffici, non c’erano gli estremi per un commissariamento del Comitato – continuava Malagò – ma si è convenuto con Sannicandro, come da lui stesso confermato, che per evidenti ragioni di opportunità e stile la sua esperienza alla guida del Coni Puglia si sarebbe esaurita a scadenza naturale al termine del quadriennio senza riproporsi per un nuovo mandato. L’incontro è durato circa un’ora – continuava Malagò – come si può facilmente vedere dalla mia agenda personale disponibile in segreteria. A questo punto la credibilità personale di Sannicandro ha raggiunto un livello tale che eviterò in futuro di avere rapporti con lui. Resta inteso che la priorità del Coni è quella di restituire alla cittadinanza di Barletta la pista di atletica in cui mosse i primi passi al grande Pietro Mennea e a tale scopo i tecnici e gli uffici della Coni Servizi a Roma sono già al fianco del Comune di Barletta per ogni necessità. “.
Nasceva da tutto ciò la nota “ufficiale” della giunta nazionale del Coni, riunitasi il 24 ottobre 2017 al Foro Italico, con la quale si comunicava la conclusione del procedimento a carico dell’ingegnere barese Elio Sannicandro che per sedici anni aveva guidato il Coni regionale prima di lasciare il timone, a marzo 2017 e tra le polemiche, al suo vice Angelo Giliberto. Sannicandro con scarso senso etico rimase però ugualmente ai vertici degli organismi sportivi ottenendo la nomina di delegato provinciale del Coni per Bari, rimanendo nel consiglio nazionale.
Ma non c’era soltanto Barletta fra gli scheletri nell’ armadio di Sannicandro. Secondo quanto scrivevano i colleghi di REPUBBLICA vi erano anche vecchie segnalazioni. Tra cui un esposto al Coni datato 2013 firmato dall’avvocato barese Davide De Vivo, rappresentante dell’associazione sportiva dilettantistica Apulia Nuoto, con i qualeil legale segnalava delle irregolarità nella gestione della piscina comunale di Bitonto affidata prima direttamente al Coni e poi, a seguito di una lettera di “suggerimento” da parte di Sannicandro al Comune di Bitonto, alla Acquazzurra srl. Società che come scriveva Sannicandro, “ha affiancato il Coni negli ultimi due anni”. E nonostante ci fossero altre società disposte a prendere in gestione a titolo oneroso la piscina comunale , il Comune l’aveva affida ad Acquazzurra senza pretendere soldi. “Tra i collaboratori di Acquazzurra – si leggeva nell’esposto – vi sarebbero la moglie e la sorella del segretario del Coni Puglia. Si potrebbe scorgere in questa tenace sponsorizzazione un danno all’immagine di un’istituzione che invece di tutelare le società sportive, verrebbe ridotta a mero soddisfacimento di interessi patrimoniali dei singoli collaboratori».
Per finire al caso del sito internet sportpuglia.net , che Sannicandro ha tenuto in vita a lungo. Un sito web “parallelo” a quello “ufficiale” del Coni Puglia , nonostante le ripetute sollecitazione di chiusura di quel sito ritenuto “fuorviante”… Ciliegina sulla torta, il Comune di Bari che Emiliano portava ad esempio di legalità ed etica dinnanzi al Csm nel procedimento disciplinare che lo ha visto sanzionato. Comune dove l’ingegner Sannicandro è stato per anni assessore ai tempi delle giunte di Michele Emiliano: ed anche qui Profeta ha ottenuto numerosi incarichi, ma all’epoca nessuno ha sollevato l’inopportunità. Alla faccia della “legalità” millantata dal plurindagato Emiliano.
Il “caso Sannicandro” era stato sollevato dai colleghi del quotidiano La Repubblica nel marzo 2016, che aveva indotto il presidente del Coni Giovanni Malagò ad aprire un’inchiesta per violazione del regolamento sul conflitto di interessi. Il Codice di comportamento sportivo, all’articolo 10 è molto chiaro : “i tesserati, gli affiliati e gli altri soggetti dell’ordinamento sportivo sono tenuti a prevenire situazioni, anche solo apparenti, di conflitto con l’interesse sportivo, in cui vengano coinvolti interessi personali o di persone ad essi collegate“. E fu proprio a causa della “sussistenza anche solo apparente di un conflitto di interessi ” e “considerando le finalità anche preventive della norma suddetta” recitava il provvedimento firmato dal Garante, che Elio Sannicandro, in qualità di membro del consiglio nazionale del Coni, aveva ricevuto la sanzione disciplinare.
Elio Sannicandro ex-assessore al Comune di Bari nelle Giunte comunali guidate nei due mandati da Michele Emilian0, ed al Comune di Giovazzo, si è dovuto “accontentare” … del suo attuale ruolo di guida della nuova agenzia regionale “Asset” che maneggia non pochi soldi ed incarichi “pubblici”, nella quale Sannicandro era già stato nominato come sempre dal governatore pugliese Michele Emiliano a febbraio 2017. A Sannicandro, commissario dell’Arem arrivò un incarico da 108mila euro annui, e nello scorso mese di settembre è stato nominato direttore generale di ASSET per una durata di tre anni, rinnovabile una sola volta, il cui trattamento economico è equiparato a quello lordo omnicomprensivo previsto per i Direttori di Dipartimento della Regione Puglia.
Dichiarazione redditi 2018 SannicandroQuesto nuovo organismo creato dalla Regione Puglia per volere di Michele Emiliano, è una delle tante agenzie create ad hoc per collocare i suoi fedelissimi, avrebbe dovuto avere sulla “carta” maggiori competenze e più poteri (rispetto alla vecchia Arem) venendo chiamato a dare supporto tecnico agli uffici della Protezione civile, Enti locali e concessionari di opere pubbliche quanto alla prevenzione ed alla salvaguardia del territorio dai rischi idrogeologici e sismici. Peccato che Sannicando pur profumatamente pagato non si sia mai accorto di quanto risulta dagli atti del Comune di Taranto (a seguito di una perizia tecnica disposta dall’ ex-Sindaco Ippazio Stefàno), e cioè che la piscina comunale di via Bruno, affidata per 30 anni in gestione dall’ ex-sindaco Rossana Di Bello (Forza Italia) alla famiglia Cassalia, con un incasso per quest’ultima di 18 milioni di euro di soldi comunali e quindi “pubblici”, non sia in possesso dei requisiti anti-sismici e quindi priva di agibilità ai sensi di Legge !
Eppure Sannicandro, come risulta dal suo curriculum dovrebbe avere una certa “competenza” sull’agibilità delle piscine, essendo stato “Omologatore Ufficiale” della FIN (Federazione Italiana Nuoto) dal 1983 al 2001,omologando alcune delle più importanti piscine omologate: Piscina olimpica coperta Bellariva a Firenze, Piscina olimpica Villaggio SNAM a Pugnochiuseo (Foggia), Piscina coperta comunale di Foggia, Piscina coperta comunale di Matera, Piscina olimpica Villaggio Montedoro a Trepuzzi (Lecce), Piscina coperta comunale a Rubo (Bari): Piscine coperte Società sportiva ICOS a Lecce e Tricase (LE): Piscina coperta Hotel Majestic a Bari, e persino la Piscina olimpica del FORO ITALICO a Roma.
Al termine della conferenza e presentazioni di tante slides, abbiamo chiesto all’ assessore Piemontese quale sia il contributo finanziario della Regione Puglia all’organizzazione dei “Giochi dei Poveri”, cioè i “Giochi del Mediterraneo”, che nessun Paese-Stato voleva organizzare, e che costeranno ai contribuenti italiani la bellezza di 290 milioni di euro previsti dallo studio-progetto dell’ ASSET, costato peraltro circa mezzo milione di euro (ma sul quale Sannicandro non risponde, non nega e non conferma) che nessuno sa come siano stati spesi.
Infatti mentre il governo giallo verde (M5S-Lega) ha stanziato 100 milioni di euro grazie all’intervento del’ ex-sottosegretario alla Presidenza del Consiglio on. Giancarlo Giorgetti (Lega) e grazie all’interessamento dell’ deputato barese Rossano Sasso (Lega) , abbiamo appreso che ad oggi nè il governo giallorosso in carico (M5S-Pd-Leu), nè la Regione Puglia e tantomeno i comuni pugliesi interessati e coinvolti hanno ancora stanziato nulla. ZERO assoluto !
Alla nostra contestazione sulla fattibilità e mobilità prevista dal progetto dell’ ASSET, e sulla circostanza di aver deciso di utilizzare un villaggio turistico in provincia di Castellaneta (Taranto) di proprietà dell’imprenditore massafrese Antonio (Tonino) Albanese attualmente sotto processo dinnanzi al Tribunale di Taranto, e pluri-indagato per reati contro lo Stato e la giustizia, Sannicandro è andato via dal tavolo dell’evento, dicendomi davanti a tutti “Lei già si è salvato da mia una querela, stia attento a quello che dice, che questa volta se parla ancora gliela faccio ! “ e quindi letteralmente scappato via aggiungendo “se ne vada via lei non è gradito“ dimenticandosi poveretto che la Regione Puglia è un “ente pubblico“, e non a casa sua. Ma forse un nostro articolo precedente non deve essergli andato molto giù, visto che subito dopo ha sguinzagliato i suoi sgherri a prendere informazioni su chi vi scrive.
Adesso però sarà il sottoscritto a procedere legalmente dinnanzi alla Procura di Bari, della quale Sannicandro è già un “cliente” affezionato. Nonostante Elena Laterza la portavoce del Governatore Emiliano, sia stata informata dell’ accaduto, tutto tace, nessuno della Regione Puglia ha avuto l’educazione ed il buon gusto istituzionale di chiedere scusa. Nessun problema.
Come sempre ci affidiamo alla giustizia, quella “vera”, e non quella che cerca di utilizzare la toga senza indossarla, un abitudine molto “cara” più volte esercitata dal pluri-indagato Michele Emiliano, sanzionato dal Consiglio Superiore della Magistratura, che starebbe per aprire un nuovo procedimento a suo carico.