Giornate di accertamenti in corso all’interno dello stabilimento siderurgico di Taranto dell’ ILVA per ricostruire le cause dell’episodio che hanno causato l’incidente mortale in cui ha perso la vita l’addetto alle pulizie Giacomo Campo che lavorava per la ditta Steel Service dell’appalto. Dai primi riscontri interni il nastro trasportatore CV14, che con materiali ferrosi alimenta l’altoforno Afo4 , era stato danneggiato a causa di un taglio longitudinale di circa 200 metri, in conseguenza del quale il materiale di trasporto ha continuato a ricadere sul tamburo di rinvio, fino a ricoprirlo completamente impedendone la rotazione. Per questo malfunzionamento infatti l’Afo4 era stato fermato in nottata non potendo ricevere più la necessaria alimentazione, e quindi di conseguenza interrompendola produzione di ghisa.
I tecnici dell’ ILVA, avrebbero confermato come “le operazioni di pulizia e rimozione dei materiali, effettuate dalla ditta Steel Service siano avvenute soltanto a seguito che ILVA, nel rispetto delle procedure previste, ha messo in sicurezza l’impianto togliendo l’alimentazione elettrica ai motori del nastro. Inoltre risulterebbe che, al momento dell’incidente, non erano in corso altri lavori né sul nastro, né intorno all’area interessata“.
Per quanto riguarda l’attività di pulizia effettuata dall’operaio che ha perso la vita, secondo fonti interne all’azienda è “possibile dedurre che il lavoratore fosse particolarmente vicino alla banda di ritorno del nastro, di fronte al tamburo di rinvio, intento a rimuovere il materiale riverso. Le operazioni di pulizia avviate, ed in particolare la progressiva rimozione del materiale riverso, hanno determinato una variazione delle condizioni di assetto del nastro, carico del materiale trasportato sulla banda di andata, con conseguente rotazione del tamburo che ha intrappolato il lavoratore»”.
In merito alle tempistiche dell’intervento, gli accertamenti “hanno confermato che nessuna azione è stata anticipata rispetto alla predisposizione dei presidi necessari volti a garantire lo svolgimento in sicurezza delle lavorazioni. Inoltre non era assolutamente necessario aspettare l’intervento di alcuna gru, come qualcuno ha sostenuto, per eseguire le attività connesse alla pulizia del nastro trasportatore CV14 (sollevamento contrappeso). L’utilizzo del mezzo, al più, poteva rendersi necessario per la successiva fase di sostituzione del nastro da parte di ILVA, e quindi esclusivamente al termine delle attività di pulizia».