di Antonello de Gennaro
Cari lettori e sopratutto cari amici, quel maledetto 12 giugno di 38 anni fa si spegneva tenendomi la mano sino all’ultimo respiro mio padre, Franco de Gennaro, avvocato e giornalista, co-fondatore nell’ormai storico e lontano 1947 del quotidiano che state leggendo.
E’ inutile raccontarvi e descrivervi quanto per me sia pesante ma esaltante nello stesso momento onorare ogni giorno la sua eredità morale, professionale ed umana. E’ grazie ai suoi insegnamenti, al suo esempio di rigore morale ed onestà professionale, se sono riuscito in questi lunghi 35 anni di carriera professionale svolta ed esercitata in mezzo mondo, ad onorare e rispettare il cognome che porto addosso.
Il destino a volte è a dir poco beffardo, pesando che proprio una settimana fa, festeggiavo il 6° compleanno online del CORRIERE DEL GIORNO, 6 anni di vero giornalismo costellato da tanti sacrifici, sforzi, difficoltà, battaglie professionali e guerre legali, ma anche di altrettante soddisfazioni.
Lasciatemelo ricordare e sopratutto lasciatemi raccontare a chi non ha avuto la fortuna di conoscere chi sia stato mio padre. Era un uomo buono, generoso, altruista (e lo ha dimostrato sfornando decine e decine di giornalisti dalla brillante carriera), sorridente, solare, umile, ma dalla spina dorsale rigida ed inflessibile. Ha sempre pensato al bene comune, amato la sua città, che non ha mai tradito, rinunciando a importanti proposte professionali che aveva ricevuto dal CORRIERE DELLA SERA, e rinunciato dicendo a mia madre “non me ne posso andare, qualcuno deve pure pensare alla nostra Taranto“.
Una decisione, una scelta difficile, presa contro tutta la mia famiglia che non vedeva l’ora di trasferirsi nella Capitale, ma che abbiamo sempre rispettato nella consapevolezza di quanto mio padre amasse la sua Taranto.
Io spero che lui da lassù sia orgoglioso del mio percorso di vita e professionale, e sopratutto sia felice che io abbia fatto rientrare in “famiglia” questo giornale che insieme ai suoi tre amici, colleghi e soci aveva fondato. E’ sempre pensando al suo esempio di vita ed insegnamento professionale giornalistico che faccio questo lavoro e spero di essere all’altezza di portare il suo cognome ed eredità morale ed etica.
E grazie a voi tutti amici e lettori che ogni giorno mi date la forza di andare avanti contro tutto e tutti a testa alta, sempre in difesa dei più deboli, di quelli che non hanno nessuno che li difende e tutela, sempre dalla parte della legalità, amando Taranto. La mia città. Che nonostante tutto porto sempre nel mio e nei miei pensieri ogni giorno della mia vita.
Ciao papà mio, Dio solo sa quanto mi manchi ogni giorno della mia vita. Ti voglio bene e ti porto sempre nel mio cuore e nei miei pensieri.