di Antonello de Gennaro
quando se ne va lassù in cielo un amico e collega come Lello Basile, un vero galantuomo tarantino, ci sentiamo tutti più tristi. Oggi siamo tutti tristi per aver perso un amico, uno stile di vita, per non poter rivedere più il suo sorriso, ed è bastato affacciarsi nella chiesa del Carmine per rendersi conto dalla cappella strapiena, dalla gente che affollava piazza del Carmine per tributargli un ultimo saluto, di quanti eravamo a volergli bene.
Lo confesso, oggi sono molto sono triste. Per aver perso un amico (ereditato da mio padre) che è stato per me un esempio di coerenza politica, di correttezza professionale. A Lello non interessava il potere, non intendeva la politica come strumento per raggiungere il successo, il consenso. Per lui la politica era una missione, qualcosa in cui credere. Era importante mettersi al servizio della collettività. Impegnarsi per le proprie idee.
In questi ultimi 5 mesi del 2014, e cioè da quando abbiamo riportato in vita questo giornale che state leggendo, Lello Basile è stato sempre prodigo di consigli legali per tutelarmi dalle strumentali azioni di volgare disturbo ricevuto da quattro giornalisti-sindacalisti disperati. che infatti sono svanite come neve al sole.
Di questo amico, di questo collega, mi auguro rimanga in tutti coloro che hanno avuto la fortuna di conoscerlo ed il privilegio di essergli amico, il ricordo ed il suo buon esempio su come sia possibile confrontarsi civilmente, con ironia ma sopratutto con la schiena dritta. Senza vergognarsi delle proprie idee o cercare di imporle, rispettando sempre e comunque quelle altrui. Io non potrò mai dimenticare il sorriso di Lello, la sua allegra ironia con cui faceva diventare semplici le cose più difficili.
A Lello Basile va il dovuto ricordo e ringraziamento di tutta la città. Io non lo dimenticherò mai, lo ricorderò per sempre e non finirò mai di volergli del bene. Alla sua adorata moglie ed ai suoi amati figli un caloroso forte abbraccio mio personale, e di tutti noi del Corriere del Giorno. Lello era uno dei “nostri”. Uno di quelli che amavano ed amano la propria città.