Da ieri, 5 gennaio, è in vigore il decreto salva Ilva, approvato dal Consiglio dei Ministri tenutosi la vigilia di Natale a Palazzo Chigi e pubblicato ieri sera sul sito della Gazzetta Ufficiale dopo la firma del Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, che consentirà allo Stato di poter intervenire, attraverso società partecipate e da costituire, per il salvataggio dello stabilimento siderurgico ILVA di Taranto per il rilancio della produzione di acciaio tutelando i livelli occupazionali, con le dovute garanzie per il risanamento ambientale previsto, nel rispetto dell’attuazione delle prescrizioni A.I.A. Il decreto fortemente voluto dal premier Matteo Renzi comprende anche una serie di norme a sostegno della ripresa e riqualificazione dell’area di Taranto, e prevede un “piano nazionale della città” con programmi di bonifica, interventi e finanziamenti per l’Arsenale, l’ampliamento del Porto, e per la città vecchia .
Il sottosegretario alla presidenza del consiglio Graziano Delrio ha commentato la pubblicazione del decreto per l’ILVA e per lo sviluppo di Taranto sulla G.U. . “Finalmente un progetto integrato per un intero territorio. Si procederà in diverse fasi”., mentre a chi gli ha chiesto come mai non fosse incluso nel decreto anche il finanziamento da 30 milioni annunciati dal premier Renzi per il progetto di ricerca sui tumori infantili da realizzare all’ospedale di Taranto, ha risposto: “il progetto si farà in collaborazione con la Regione Puglia, ma con fondi nazionali. Confermo la disponibilità di questi fondi, sono già stati accantonati. Costruiremo il progetto di ricerca sui tumori insieme alla Regione e il governo metterà risorse“.