ROMA – La Prima Commissione del Consiglio Superiore della Magistratura, cioè quella che si occupa del Disciplinare, durante un plenum piuttosto “teso” a Palazzo dei Marescialli ieri ha reso pubblico in maniera sicuramente proprio ortodossa una propria conclusione che scagiona il pm di Napoli Henry John Woodcock inizialmente accusato di aver passato ai giornalisti l’intercettazione della telefonata intercorsa fra il Gen. Adinolfi (ex n.2 della Guardia di Finanza) e Matteo Renzi in occasione nella quale Enrico Letta veniva definito come un “incapace“.
I membri togati e laici hanno dovuto affrontare ieri a seguito delle polemiche conseguenti alla pubblicazione del verbale del Procuratore di Modena Lucia Musti consegnato da una “talpa” (che nella storia del CSM non manca mai…) la scorsa settimana nella mani della solita “stampa amica”… Il corpulento ordine del giorno del plenum prevedeva in realto ben altro, come ad esempio il bilancio e alcune nomine in Cassazione, ma molti consiglieri a partire dal magistrato Antonello Ardituro il quale nel suo intervento ha parlato di una “responsabilità collettiva per questo gravissimo fatto” cioè interna all’organo di autogoverno dei giudici.
Il togato Luca Palamara, relatore in Prima Commissione su Consip, gli ha replicato che “non è rispettoso del lavoro della Prima commissione annunciare l’esito sulla divulgazione delle intercettazioni e tenere al plenum comizi politici solo perchè ci sono i cronisti“. Il primo a partire all’attacco in un clima che si andava surriscaldando sempre di più, è stato il membro laico del centrodestra Pierantonio Zanettin il quale ha invocato l’applicazione della ‘par condiciò nella desecretazione. Zanettin ha aggiunto che dopo il caso Consip, toccava al faldone su Banca Etruria e il pm Roberto Rossi, chiedendo a sua volta che “la desecretazione delle pratiche dal contenuto politicamente sensibile costituisca a questo punto la regola e non l’eccezione, altrimenti – ha aggiunto – saremmo tutti autorizzati a concludere che il diverso grado di segretezza dipende dal fatto che i contenuti siano più o meno graditi al Governo di turno».