Ampio consenso dell’Aula del Senato alla relazione della Giunta per le Immunità di palazzo Madama con 112 voti a favore ( i voti contrari 18, tre gli astenuti) della relazione ha detto no alla richiesta della magistratura di Firenze di procedere al sequestro delle chat del senatore di Italia Viva Matteo Renzi, per poterle utilizzare nel procedimento aperto sulla Fondazione Open. Prima la Consulta aveva dato ragione a Renzi ed equipara e-mail e whatsapp alla “corrispondenza”, poi – di conseguenza – i pm chiedono al Senato la necessaria autorizzazione e oggi Palazzo Madama ha fatto scudo attorno a Renzi, dopo che lo scorso 13 marzo la Giunta per le immunità aveva detto “no” alla richiesta. Ora invece è stata l’assemblea chiamata ad esprimersi ad averlo fatto con una maggioranza schiacciante.
Renzi, si chiude vicenda dolorosa
“Si chiude una vicenda umanamente molto dolorosa”. ha detto il leader di Italia viva, Matteo Renzi, intervenendo nell’aula del Senato. L’assemblea è chiamata a votare il parere della Giunta per le Immunità di palazzo Madama che, a maggioranza, ha negato alla magistratura l’autorizzazione a sequestrare mail, sms e chat di Renzi per il procedimento che riguarda la vicenda della fondazione Open. “”Se lo ritenete un atto di sfida nei confronti dei pm, sappiate che è esattamente così – ha continuato Renzi nel suo intervento – ritenendo questo processo una farsa senza precedenti. Per il processo non cambierà niente perché al termine della votazione io depositerò” in Procura “questi 4 sms whatsapp anche ove voi votiate per respingere la richiesta di autorizzazione“. E questo perché “ritenendo questo processo una farsa senza precedenti, una volta che il Parlamento dirà che non c’è il diritto di violare l’articolo 68 della Costituzione, nessuno possa dire che il processo finisce per la mancata autorizzazione” ma finisce ha aggiunto Renzi “perché’ non doveva iniziare”.
Secondo Renzi, “o siamo garantisti o la politica perde dignità. Questa vicenda ha distrutto la mia privacy, messo a dura prova la vita della famiglia, ha violentato i miei finanziatori, ha danneggiato il mio partito. Ma non ha fatto venire meno la voglia di combattere perché lo slogan giustizia giusta” coniato dai radicali ai tempi di “Tortora sia ancora da difendere e da cercare di attuare”.
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