“Inchiesta Petrolio”: ecco le telefonate di Lo Bello (Confindustria) su appalti, nomine e terreni…
Cronaca Lombardia, Cronache, Italia
Redazione CdG 1947
Un network di contatti e relazioni per "spingere" gli amici e conquistare la presidenza di Unioncamere. Gianluca Gemelli esultò per il trasferimento dell’ammiraglio sgradito: “È un marinaretto”
Dalle nuove carte della procura di Potenza, sembra emergere nei confronti dei faccendieri Nicola Colicchi membro del comitato esecutivodella Compagnia delle Opere , il “braccio” economico dell’organizzazione cattolica Comunione & Liberazione (da molti definita “la massoneria della Chiesa“) ) ed attuale presidente della Camera di Commercio di Siracusae di Gianluca Gemelli, promotori, ideatori e organizzatori più che di una “cricca romana“, di una vera e propria “un’associazione a delinquere” come la descrive la squadra Mobile. Mentre Lobello il numero due di Confindustria e Paolo Quinto, segretario particolare del sen. Anna Finocchiaro (Pd) “il ruolo di partecipanti“. Intorno a loro, un gruppo di burocrati ministeriali e politici e a cui si rivolgevano, tra cui l’ammiraglio della Marina Militare Giuseppe De Giorgi, anch’ egli “indagato”. Secondo l’accusa Lo Bello, Colicchi e Gemelli si sarebbero mossi per commettere una lunga serie di “delitti contra la pubblica amministrazione, un numero indeterminato di delitti di traffico di influenze illecite, abuso di ufficio e turbata libertà del procedimento di scelta del contraente”.
Si passa dagli appalti del Ministero della Difesa, alle concessioni, energia, speculazioni edilizie a Napoli (“si, certo, certo che quel terreno va bene“, diceva Ivan Lo Bello al telefono con l’amico e “collega” confindustriale Gianluca Gemelli sul porto di Augusta, terreni arrivando ad una multa da 700 euro comminata al papà di Gemelli, che era stato fermato dai Carabinieri , alla guida della sua Lamborghini senza assicurazione.
Lo Bello aveva cercato di chiamarsi fuori, appena scoppiata l’inchiesta, dicendosi “deluso” e “tradito” dall’amico Gemelli, scaricando di fatto il fidanzato dell’ex ministro Guidi. Sostenendo sfacciatamente anche che Gemelli non gli aveva mai parlato di un interesse per il pontile nel porto di Augusta. E invece le contestazioni all’associazione, grazie alle intercettazioni telefoniche nelle mani dei magistrati, partono proprio dal pontile nel porto di Augusta per estendersi anche ad altri progetti di impianti energetici e permessi di ricerca e i “Sistemi di difesa e sicurezza del territorio” da attuare in Campania.
Il loro principale obiettivo
La madre di tutte le battaglie, però, era la conquista del pontile nel porto di Augusta e il futuro stoccaggio del petrolio.Obbiettivo era “l’assegnazione e l’aggiudicazione della concessione demaniale di un pontile presso il porto di Augusta”. Il fine: “Realizzare un deposito costiero di prodotti petroliferi”. Ma non si accontentavano, mirando “alla realizzazione di impianti energetici” in tutta Italia ed “al permesso di ricerca di risorse geotermiche per la sperimentazione di impianti pilota”, nonchè ad altri progetti da far confluire in un accordo di programma tra il Mise e singole regioni.
Per gli inquirenti l’organizzazione faceva “leva, soprattutto al fine di ottenere nomine di pubblici amministratori compiacenti o corruttibili, sul contributo di conoscenze ed entrature politico-istituzionali acquisite in anni di militanza politica da Quinto e Colicchi”.
Scopo del sodalizio, tra l’altro, fare del porto di Augusta (Siracusa), città natale di Gianluca Gemelli, uno dei principali poli di stoccaggio di petrolio nel Mediterraneo. Un affare da 20 milioni di euro l’anno.
Il porto di Agusta, Cozzo, Gemelli e Lobello
“Ivanuccio”, dice Gemelli, “sono appena uscito dall’agenzia dove ho comprato il terreno, e gli ho chiesto del discorso che mi dicevi tu, del terreno vicino al mare, eccetera, ci sarebbero dieci ettari, area servizi, tutto confinante con l’autorità portuale, secondo te potrebbe essere buono, oppure là, a parte…”. Lo Bello gli chiede: “Ma di chi è ?” e Gemelli gli risponde “Non lo so, non me l’ha detto, perché quel terreno costa l’ira di Dio, a trentacinque euro, sono centomila metri quadri… ma dico, come area, va bene?”. “E certo, certo, certo che va bene”, lo rassicura Lo Bello, “fammi sapere…”.
“Lo Bello – scrive la Squadra Mobile – s’è interessato in prima persona per assicurare a Cozzo la permanenza al vertice dell’autorità portuale di Augusta, intervenendo personalmente presso il ministro Delrio, ma si è mostrato molto interessato alla questione consortile”, cioè all’affare del porto e dello stoccaggio.
Ivan Lobello vicepresidente di Confindustria e presidente nazionale di Unioncamere, viene quindi coinvolto nella vicenda relativa alla concessione del pontile di Augusta. Concessione alla quale è strettamente e direttamente collegato il trasferimento (con la scusa della promozione) da Augusta dell’ammiraglio Camerini Roberto, che non godeva delle “simpatie” di Gianluca Gemelli. Ed il trasferimento dell’ ammiraglio Camerini venne effettuato in realtà per favorire questa operazione: “Il marinaretto finisce in un posto innocuo. Va fuori dalle balle, già comunicato” così commentava al telefono Gemelli, l’ex-fidanzato dell’ormai ex ministro Federica Guidi.
La “cricca” nel frattempo lavorava sul ministro Delrio con delle continue pressioni per ottenere la riconferma dell’avvocato Alberto Cozzo come commissario dell’Autorità portuale di Augusta. La novità dell’inchiesta certamente è il ruolo decisivo attribuito dagli investigatori lucania a Ivan Lo Bello . Nel rapporto di polizia dove vi è il riferimento alla telefonata in cui Colicchi raccontava della visita all'”amicissimo” Delrio per ottenere un’altra designazione, è scritto che Lo Bello “Ha perorato la nomina di Cozzo“.
Lo Bello avverte Nicola Colicchi che Delrio, dopo aver conosciuto Cozzo, “è rimasto piacevolmente soddisfatto della sua persona”, che secondo gli investigatori, conferma della pressione indiretta effettuata su Del Rio.. E Colicchi ricorda di “essersi presentato a Delrio per perorare la conferma di Cozzo all’autorità portuale”. Cozzo racconta subito tutto a Gemelli: “Ivan (Lo Bello, ndr) mi ha chiamato tre volte, non una, tre… dicendo ‘ma mi ha detto (Delrio, ndr) avevi ragione, è bravo’, glielo ha detto Graziano… però il fatto che me l’ha detto tre volte… l’ho ringraziato…”.
E Gemelli gli dice: “Guarda all’inizio doveva venire Enzo Bianco… come cavolo viene con Enzo Bianco e… il ministro, e tutto, fatto sta che praticamente alle tre decidono di farlo venire da solo…”. Ma la “cricca” riesce a sabotare persino la presenza di Bianco al fianco del ministro Delrio. È un chiaro segnale della forza dell’allegra “brigata”, come si autodefiniscono Quinto e Gemelli, il 27 novembre 2014. Gemelli riferisce a Quinto di aver saputo che il giorno dopo intorno alle 10 saranno da Anna (Finocchiaro, ndr). Quinto gli chiede di unirsi a loro e fa cenno anche al capo di Stato Maggiore ammiraglio Giuseppe De Giorgi: “Ma sì, tanto abbiamo fatto l’allegra brigata: Nicola, Ivan. De Giorgi… e proprio”. Il ruolo di De Giorgi, come già spiegato in precedenza, era quello di rimuovere un ammiraglio scomodo per la brigata, Roberto Camerini, promuovendolo al Nord. In cambio, Gemelli avrebbe esercitato pressioni sulla sua compagna ministro Guidi , al Mise, per accelerare la procedura della Legge Navale. Ed è proprio questo il motivo per cui anche De Giorgi è indagato con l’accusa di “abuso di ufficio”, pur non appartenendo all’associazione.
Quinto, il segretario del sen. Anna Finocchiaro, in una successiva intercettazione del 16 gennaio 2015, riferendosi in particolare al pontile nel porto di Augusta, dice a Gianluca Gemelli: “Se noi vogliamo fare una cosa intelligente, ti conviene prendere il pontile così condizioni l’uso di esso”.
“Ieri ho chiamato Ivan, perché ti ricordi che mi aveva detto quel terreno vicino alle banchine per fare serbatoi, ho trovato…”. Questo riferimento, secondo la Squadra Mobile guidata dal dr. Carlo Pagano, è importante perché dimostra e conferma il coinvolgimento di Lo Bello nell’affare stoccaggio. Il terreno , nel progetto dell’associazione, infatti è fondamentale e Gemelli torna a parlarne pochi giorni dopo proprio con Lo Bello.
Il “caso Napoli”
Uno dei tronconi dell’indagine è relativo ad “un’operazione di speculazione edilizia nella zona del porto di Napoli” di cui parlano l’ ammiraglio De Giorgi e Colicchi , operazione che “coinvolgerebbe – si legge nell’informativa della polizia giudiziaria – un terzo soggetto (sottosegretario al ministero con delega alla gestione del patrimonio immobiliare), che avrebbe interessi personali” spiegando che “De Giorgi afferma di aver intravisto da Caldoro ( ex governatore campano) il Piano regolatore del porto di Napoli. Chiede a Colicchi di apprendere qualche notizia più concreta, quali possano essere cioè i motivi reali per cui quest’uomo (il riferimento è fatto al sottosegretario alla Difesa Gioacchino Alfano) sta facendo questo discorso, perché Napoli non è il suo collegio elettorale, quindi si tratta certamente di un’operazione in cui prenderà dei soldi, un’operazione speculativa“. Informazioni che infatti vengono prese .
La procura di Potenza adesso si chiede: perché l’ammiraglio aveva interesse ad occuparsi di quella speculazione? De Giorgi prendeva inoltre informazioni anche su un’altra questione. Quella dei “Sistemi di difesa e sicurezza del territorio“, un progetto che prevedeva un accordo tra i vari ministeri (Interni, Difesi, Economia, Sviluppo economico) ed al telefono commentano: “Ci va di tutto, dalla videosorveglianza… ai missili!“. L’organizzazione della “cricca” viene definita dagli inquirenti “rudimentale“, secondo i quali “il gruppo di indagati ha mostrato di essere permanentemente impegnato in attività che, seppure connotate da finalità lecite, vengono perseguite attraverso condotte illecite, quali il traffico di influenze illecite e l’abuso d’ufficio”
Il peculato dell’ ammiraglio De Giorgi
Gli investigatori della Squadra Mobile di Potenza è più che convinta che il comportamento di De Giorgi ed i suoi atteggiamenti siano molto spregiudicati. Forse troppo. Ed è questo il motivo per cui stata aperta un’indagine stralcio per i reati di “peculato“, in relazione – come si legge negli atti – all’utilizzo del cellulare di servizio per fini personali, e di abuso d’ufficio “in relazione al transito nella Marina Militare di Scattone Valeria (ufficiale dell’Esercito italiano in congedo) ed alle vicende legate all’affidamento delle attività di smantellamento di una non meglio specificata area denominata “ex campo in ferro” in favore della “Siman srl” e alle ulteriori vicende legate a Cristiana Pagni, presidente del Consorzio Tecnomar Liguria “.
Nelle intercettazioni in possesso degli inquirenti si parla anche di Bordignon, uno degli imprenditori presenti nell’esposto anonimo che accusa l’ammiraglio De Giorgi, e sul quale la procura militare ha aperto un fascicolo.
L’attivismo di Lo Bello in favore del “vice” Montante
Lo Bello si dà molto da fare, è molto attivo. Colicchi lo rassicura al telefono per un intervento su Raffaele Tiscar, vicesegretario generale della Presidenza del Consiglio dei Ministri per rimuovere un ostacolo dentro Unioncamere, che sarebbe stato rappresentato da Antonio Samaritani, direttore dell’Agenzia per l’Italia digitale. Lo Bello garantisce a Colicchi nel corso della stessa telefonata di chiamare Ettore Rosato, capogruppo del Pd alla Camera, per promuovere la sua nomina alla Lega Navale.
Gemelli interviene persino nella delicata fase di accorpamento delle Camere di commercio ed il 27 novembre 2014 invia un sms alla sua compagna (all’epoca dei fatti) ministro Federica Guidi invitandola “a sentirsi con Antonello prima di firmare il decreto“. Il decreto è quello che ha previsto l’unificazione delle Camere di Commercio di Caltanissetta, Agrigento e Trapani. e guarda caso fra i beneficiari di una proroga sine die c’è Antonello Montante, che guida la Camera di commercio di Caltanisetta. Il “pupillo” di Lo Bello.
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