di Paolo Campanelli
La Commissione europea ha aperto un’inchiesta su Instagram e Facebook perché sospettate, in vista delle elezioni europee, di non rispettare gli obblighi in materia di lotta alla disinformazione. Le presunte violazioni riguardano le politiche e le pratiche di Meta relative alla pubblicità ingannevole e ai contenuti politici sui suoi servizi, campagne di disinformazione e comportamenti coordinati non autentici nell’Unione Europea.
Riguardano anche la non disponibilità di un efficace strumento di monitoraggio civico e di monitoraggio elettorale in tempo reale di terze parti prima delle elezioni al Parlamento europeo. Inoltre, la Commissione sospetta che il meccanismo per segnalare i contenuti illegali sui servizi (“Notice-and-Action”), nonché i meccanismi di ricorso e di reclamo interni degli utenti non siano conformi ai requisiti della legge sui servizi digitali e che esistano carenze nella fornitura da parte di Meta dell’accesso ai dati disponibili al pubblico ai ricercatori.
L’avvio del procedimento si basa su un’analisi preliminare del rapporto di valutazione del rischio inviato da Meta nel settembre 2023, delle risposte di Meta alle richieste formali di informazioni della Commissione (su contenuti illegali e disinformazione, accesso ai dati, adesione alla politica no-ads e IA generativa), le relazioni accessibili al pubblico e l’analisi della Commissione.
“Questa Commissione ha creato mezzi per proteggere i cittadini europei dalla disinformazione mirata e dalla manipolazione da parte di Paesi terzi. Se sospettiamo una violazione delle regole, agiamo. Questo è vero in ogni momento, ma soprattutto in tempi delle elezioni democratiche”, commenta la presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen. “Le grandi piattaforme digitali devono rispettare i propri obblighi e investire risorse sufficienti in questo ambito e la decisione di oggi dimostra che prendiamo sul serio il rispetto delle nostre democrazie è una battaglia comune con i nostri Stati membri. Oggi a Praga voglio ringraziare il premier Petr Fiala per il suo ruolo attivo nel sollevare la questione a livello europeo, nonché per l’attivazione da parte del Belgio del meccanismo di emergenza per lo scambio di informazioni tra gli Stati membri”, aggiunge.
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