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4 Novembre 2024 23:36

Inchiesta sulla corruzione della giustizia a Trani. L’ex pm Savasta ammette: “Tutto vero commesse irregolarità”.

Il gip Giovanni Gallo del Tribunale di Lecce ha sciolto la riserva sulla richiesta di proroga dei termini di custodia cautelare, confermando  che Nardi,  Savasta e l'ispettore di polizia Vincenzo Di Chiaro, dovranno restare per altri tre mesi agli arresti cautelari,  essendo stati tradotti in carcere lo scorso gennaio.  Savasta grazie al suo comportamento collaborativo suggellato dall'uscita dalla magistratura, è stato l'unico a ottenere la detenzione domiciliare.

LECCE –  L’ex pm di Trani Antonio Savasta, recentemente dimessosi dalla magistratura, sottoposto ieri all’esame dell’accusa nel corso della seconda udienza a seguito dell’incidente probatorio in corso al Tribunale di Lecce, ha cominciato a parlare ammettendo le proprie responsabilità e colpe, e facendo qualche precisazione utile al prosieguo dell’inchiesta.

l’ex magistrato Antonio Savasta ed il pm Michele Nardi incarcerato

I magistrati Nardi e Savasta coinvolti nell’inchiesta sono chiamati a rispondere di associazione per delinquere finalizzata alla corruzione in atti giudiziari e falso per i fatti contestati che fanno riferimento al periodo tra il 2014 e il 2018. Gli inquirenti hanno effettuato accertamenti su numerose cessioni di denaro, alcune milionarie, finalizzate a modificare l’esito dei processi o a pilotare delle inchieste in corso.

Si parla anche di costosi regali pretesi ed ottenuti da Nardi all’imprenditore D’Introno : un orologio Rolex Daytona del valore  34.500 euro,  due diamanti del valore di 27mila, un viaggio a Dubai costato 10mila euro , la ristrutturazione della casa romana di Nardi per 130mila euro e la costruzione della villa di Trani per 600mila euro. Poi ancora mazzette da 600mila euro versate a Savasta, oltre a cene, e regali di vario genere.

Savasta assistito dall’avvocato Massimo Manfreda,  ha confermato di aver commesso delle irregolarità, confermando la veridicità delle accuse a proprio carico , anche rispetto alle accuse rivolte al collega Michele Nardi, gip del tribunale di Trani all’epoca dei fatti, successivamente pm presso la Procura di Roma, ed attualmente detenuto in carcere. L’esame dell’ magistrato è iniziato nel tardo pomeriggio di ieri, e conseguentemente non è stato possibile per l’accusa contestare tutte le accuse, da quelle iniziali, a quelle emerse successivamente,  a seguito dei diversi interrogatori a cui è stato sottoposto.

E’ stato ascoltato anche l’ispettore di Polizia Di Chiaro, che ha sostanzialmente ribadito e confermato quanto già dichiarato. Precedentemente era già stato ascoltato a lungo  il principale accusatore dei magistrati, e cioè Flavio D’Introno l’imprenditore di Corato , che ha depositato una memoria di 65 pagine in cui sono contenuti anche dei nuovi fatti.

D’Introno rispondendo alle domande del pm Roberta Licci che  insieme al procuratore capo della Repubblica di Lecce, Leonardo Leone De Castris ha coordinato le indagini,  ha dichiarato durante il suo esame che il magistrato Michele Nardiera già a conoscenza che dovevo avere questa custodia cautelare e per evitarla, in pratica, mi chiese 200mila euro , in riferimento a un’altra inchiesta che lo aveva riguardato”, aggiungendo che invece in relazione al fascicolo d’indagine della procura di Lecce che si è trasformato in una vera e propria bufera giudiziaria,  che  Nardi era a conoscenza che “l’indagine di Lecce era partita da un audio per un altro procedimento della procura di Trani  e che lui aveva interessato i servizi segreti, quindi era a conoscenza di qualsiasi cosa“.

D’Introno  ha aggiunto:Il dottor Nardi mi disse che nelle sue funzioni svolte presso la procura di Roma (dove era stato trasferito ed in servizio come pm all’atto  dell’arresto, ndr), gli era stata affidata questa indagine grossa dove aveva anche ascoltato come teste o come indagato, non lo so, questo signor Inzerillo che io non conosco e che lui disse che era, che faceva parte del sistema Gladio, di questi servizi segreti, quindi se io mai sia avrei detto qualcosa ai Carabinieri di Barletta, lui aveva la mia foto e quindi mi faceva sparire. Questa fu per me come una minaccia di morte“.

L’imprenditore di Corato ha fatto dichiarazioni anche sull’ormai ex-magistrato Savasta: ” Nardi, prima del primo incontro, mi aveva detto che per quanto riguarda tutti questi sequestri probatori, il dottor Savasta aveva preteso 100mila euro. Io in pratica avevo consegnato questi 100mila euro al dottor Nardi. A detta di Nardi erano per il dottor Savasta. Quando io lo chiesi, nell’incontro che abbiamo fatto personalmente con il dottor Savasta, mi ha detto che in pratica non era così “. Cioè che lui non aveva ricevuto nulla? Ha domandato il pm Licci. “No, non li aveva ricevuti. – ha precisato D’Introno  –  Quindi se l’era tenuti Nardi“.

Il gip Giovanni Gallo del Tribunale di Lecce ha sciolto la riserva sulla richiesta di proroga dei termini di custodia cautelare, confermando  che NardiSavasta e l’ispettore di polizia Vincenzo Di Chiaro, dovranno restare per altri tre mesi agli arresti cautelari,  essendo stati tradotti in carcere lo scorso gennaio.  Savasta grazie al suo comportamento collaborativo suggellato dall’uscita dalla magistratura, è stato l’unico a ottenere la detenzione domiciliare.

L’incidente probatorio proseguirà il prossimo 19 giugno, in cui si proseguirà con l’esame di Savasta, il quale dovrà sottoporsi  dopo per il controesame alle domande degli avvocati .

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