Ad attivare l’inchiesta condotta dal pubblico ministero Maria Rosaria Petrolo della Procura della Repubblica di Lecce, oche ha portato alla notifica dell’avviso di conclusione delle indagini preliminari ai due indagati, è stata la confessione della minorenne ad un’insegnante che in un primo momento preoccupata aveva mantenuto per se quel segreto affidatole. E stato così la vicenda è arrivata a conoscenza dei Carabinieri. Convocata in caserma dai militari per essere ascoltata, la madre della ragazzina pur ammettendo di essere a conoscenza di quanto accaduto alla figlia avrebbe però tentato di coprire l’indagato: prima indicando quale responsabile (come già riferito alla maestra) un non meglio identificato “zio” della bambina, ed in seguito rifiutandosi di fornire indicazioni utili per identificare il presunto molestatore.
La mamma della ragazzina adesso dovrà affrontare il processo insieme al pedofilo chiamato a rispondere dell’ accusa di violenza sessuale aggravata perché compiuta su un minore, la mamma con l’accusa di favoreggiamento personale, sarebbe stata comprata dal quarantenne per 600 euro: “Avevo paura di una reazione violenta di mio marito“.
La vicenda risale all’estate 2020 e si sarebbe verificata sulla spiaggia di Porto Cesareo, una delle mete balneari più frequentate del Salento. Secondo la ricostruzione degli investigatori dell’Arma dei Carabinieri, il presunto pedofilo che con la scusa di fare un bagno in mare assieme, avrebbe palpeggiato la giovanissima ragazza che aveva soltanto 9 anni , allungando le proprie mani sulle sue parti intime. Abusi che l’uomo, un quarantenne di Copertino, avrebbe fatto dopo avere afferrato con forza la ragazzina ed averla stretta a sé, raccomandandole poi di non riferire nulla alla madre.
Verificata la sua capacità di testimoniare, la ragazza che adesso ha 11 anni, nel corso dell’incidente probatorio davanti al Gip Marcello Rizzo ha confermato le violenze subite dal pedofilo. I due indagati sono difesi dagli avvocati Raffaele Leone e Luigi Rella.