di Silvia Signore
Si allarga l’inchiesta sulla morte del 19enne egiziano Ramy Elgaml, deceduto per l’incidente stradale del 24 novembre all’incrocio tra via Ripamonti e via Quaranta, nel quartiere Corvetto a Milano mentre scappava come passeggero in sella a uno scooter inseguito dai carabinieri. L’inchiesta è affidata ai pm Marco Cirigliano e Giancarla Serafini della Procura di Milano, co-assegnatario del fascicolo d’indagine anche il procuratore capo Marcello Viola, che oltre sull’omicidio stradale, indaga anche sulle ipotesi di “falso” e “frode processuale e depistaggio” per il comportamento di almeno due militari dell’Arma dei Carabinieri coinvolti nella vicenda.
Dal verbale dei carabinieri non emerge nessuna traccia dell’impatto, avvenuto invece tra l’auto e il mezzo a due ruote e di cui parla un testimone; testimone che ha messo a verbale anche di essere stato costretto a cancellare un video dell’incidente. Ora resta da chiarire, tramite analisi sul cellulare del testimone, l’esistenza o meno del video di quanto accaduto quella notte. Da quelle immagini, se venissero recuperate nella memoria del telefono, si potrebbe avere uno spaccato più chiaro di quanto accaduto ed elementi in più per l’indagine.
Le indagini proseguono e in queste ore la difesa di Fares Bouzidi, che era alla guida, ha chiesto di poter esaminare lo scooter. Nell’istanza viene anche chiesto di poter esaminare la vettura dei carabinieri, denominata “Volpe“, “nonché il luogo dove sono stati custoditi lo spray urticante e la catenina di colore giallo, al fine di poter fotografare ed esaminare tutto il materiale”. Proprio in relazione alla catenina, la difesa sostiene la tesi secondo la quale non sarebbe il risultato di una rapina o di un furto con strappo. “Risulterebbe di proprietà di Fares e non provento di alcun reato“, hanno dichiarato.
In particolare, le contestazioni riguardano la redazione del verbale dell’intervento che ha portato all’arresto per resistenza a pubblico ufficiale di Fares Bouzidi e al video dell’incidente realizzato da un testimone che sarebbe stato fatto cancellare dai militari. Erano già indagati per omicidio volontario il vicebrigadiere al volante dell’autoradio, che avrebbe urtato il Tmax, e il 22enne tunisino. Nell’istanza viene anche chiesto di poterra dei carabinieri, denominata “Volpe”, “nonché il luogo dove sono stati custoditi lo spray urticante e la catenina di colore giallo, al fine di poter fotografare ed esaminare tutto. Gli inquirenti hanno anche acquisito il video della puntata di ieri della trasmissione televisiva ‘Le Iene’.