Il procedimento penale della Procura di Palermo (n.18679/16) sulle firme false apposte per la presentazione della lista di M5S alle elezioni comunali del 2012 non è più a carico di ignoti e, secondo indiscrezioni, ci sono degli indagati nell’inchiesta per i quali sarebbero pronti gli inviti a comparire per essere interrogati nei prossimi giorni dall’aggiunto Dino Petralia e dalla pm Claudia Ferrari, magistrati titolari dell’inchiesta.
La magistratura palermitano procede per il reato di falso nella compilazione di liste elettorali o di candidati. La norma di Legge, facente parte del testo unico del 1960, infatti prevede la punizione con la reclusione da due a cinque anni, a “chiunque forma falsamente, in tutto o in parte, liste di elettori o di candidati od altri atti destinati alle operazioni elettorali, o altera uno di tali atti veri oppure sostituisce, sopprime o distrugge in tutto o in parte uno degli atti medesimi“. “Chiunque fa uso di uno dei detti atti – continua la legge – falsificato, alterato o sostituito è punito con la stessa pena, ancorché non abbia concorso nella consumazione del fatto“.
La vicenda ha inizio grazie ad un servizio televisivo del noto programma “Le Iene“, all’interno del quale Vincenzo Pintagro attivista del M5S (già sentito dalla Procura palermitana come persona informata sui fatti) denunciava il fatto che le firme presentate in Tribunale erano state ricopiate in realtà di proprio pugno da due esponenti grillini del Movimento5stelle, la deputata Claudia Mannino e Samanta Busalacchi collaboratrice del gruppo del M5S all’Assemblea Regionale Siciliana, per rimediare a un precedente errore materiale.
Mannino e Busalacchi a loro volta hanno negato di avere commesso l’illecito ed hanno annunciato querele nei confronti di Pintagro. Resta il fatto inconfutabile che le firme sulle liste del M5S siano false, infatti davanti alle telecamere de “Le Iene“, alcuni sottoscrittori della lista hanno disconosciuto la paternità delle firme apposte sui moduli presentati dai 5 stelle. Riconoscendo invece per vere altre firme, ovvero quelle presenti sugli elenchi mai consegnati al Tribunale. Ben due periti incaricati hanno accertato che gran parte delle firme sulla lista ufficiale con il simbolo del movimento non sono autentiche.
Il leader del Movimento5Stelle Beppe Grillo, aveva dichiarato appena esploso il caso, di voler fare chiarezza: “I portavoce di M5S si sono dichiarati assolutamente estranei e non coinvolti nei fatti – aveva affermato il leader pentastellato –Se sarà accertato che i colpevoli sono iscritti al Movimento 5 Stelle saranno presi adeguati provvedimenti disciplinari”.