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22 Luglio 2024 16:58
22 Luglio 2024 16:58

Indagato Nicola Pepe giornalista della Gazzetta del Mezzogiorno per la fuga di notizia nell’indagine su Michele Emiliano

Nicola Pepe il 9 aprile del 2019 si recò presso la sede della presidenza della Regione Puglia rivelando ad Emiliano quanto aveva appreso poco prima nella redazione della Gazzetta del Mezzogiorno, e cioè la notizia coperta da segreto d'indagine, dell'imminenza di una perquisizione da parte della Guardia di Finanza e della nuova ipotesi di reato che sarebbe stata contestata al governatore

La Procura di Bari ha chiuso le indagini sul giornalista Nicola Pepe, della Gazzetta del Mezzogiorno, con l’accusa di “favoreggiamento personale” nei cui confronti è più che concreta la conseguente richiesta di rinvio a giudizio. Pepe risponde delle accuse di aver rivelato a Michele Emiliano presidente della Regione Puglia, il quale all’epoca dei fatti era indagato per finanziamento illecito ed abuso d’ufficio in relazione alla campagna elettorale per le primarie del Pd, della imminente perquisizione sia domiciliare che presso gli uffici della presidenza regionale, con sequestro ed acquisizione di documenti, da parte della Guardia di Finanza di Bari.

Sulla base delle contestazioni avanzate dalla pm Savina Toscani, a seguito di indagini delegate, Nicola Pepe il 9 aprile del 2019 si recò presso la sede della presidenza della Regione Puglia rivelando ad Emiliano quanto aveva appreso poco prima nella redazione della Gazzetta del Mezzogiorno, e cioè la notizia coperta da segreto d’indagine, dell’imminenza di una perquisizione da parte della Guardia di Finanza e della nuova ipotesi di reato che sarebbe stata contestata al governatore, l’abuso d’ufficio che si aggiungeva al finanziamento illecito ai partiti. Notizie queste trapelate presumibilmente da qualche “gola profonda” della Procura di Bari.

Michele Emiliano, nello stesso giorno della rivelazione, da magistrato in aspettativa, presentò una denuncia alla magistratura per rivelazione del segreto d’ufficio rivelando quanto accaduto. A seguito della sua rivelazione il giornalista Nicola Pepe è accusato di aver provocato “un grave nocumento all’attività investigativa” consistita nel rinvio delle perquisizioni e nella conoscenza da parte degli indagati dell’indagine a loro carico e dei provvedimenti da eseguirsi. 

Questa volta l’ Assostampa pugliese non ha potuto alzare gli scudi per difendere un loro collega, come è solito fare, e persino l’ Ordine dei giornalisti della Puglia si è vista costretta di fatto a dover prendere le distanze, con una dichiarazione del suo presidente Piero Ricci, giornalista in servizio presso la redazione barese del quotidiano La Repubblica: “Nessun comportamento deontologicamente scorretto da parte dei suoi iscritti sarà tollerato dall’Ordine dei Giornalisti della Puglia” in relazione all’accusa di favoreggiamento personale con cui la Procura di Bari ha chiuso le indagini su Nicola Pepe.

Nicola Pepe, giornalista della Gazzetta del Mezzogiorno

” Anche in questo caso vale la presunzione di non colpevolezza – aggiunge il presidente Riccima ricordo, soprattutto agli iscritti, che si può essere sanzionati anche se il comportamento non si dovesse configurare come reato ma come illecito disciplinare. Per questo il caso sarà segnalato al consiglio di disciplina territoriale per le attività istruttorie, compresa la richiesta alla magistratura degli atti non coperti da segreto, per accertare se le accuse configurino oltre che una lesione del patto di lealtà con i lettori, anche una violazione degli obblighi di lealtà nei confronti dei colleghi“.

Pepe nell’ ottobre 2022 era stato condannato per diffamazione, dopo aver perso anche una causa di lavoro contro il precedente editore Ladisa. ma ad onor del vero non ci risulta che nessuno, tanto meno l’ Ordine dei Giornalisti di Puglia abbia aperto un procedimento disciplinare nei suoi confronti ! Chissà se la Procura di Bari avrà la stessa determinazione nello scoprire chi ha passato ai giornali e le televisioni a Tribunale chiuso, di domenica, le immagini filmate dalle microcamere della Guardia di Finanza che filmarono il passaggio di tangenti da un imprenditore pugliese all’ ex dirigente della Protezione Civile, Lerario. Stranezze baresi…

Chiaramente queste notizie la Gazzetta del Mezzogiorno, non le pubblica. E tutto questo spiega come mail giornale abbia perso credibilità, autorevolezza e lettori. Chi potrà credere mai a questo giornalismo infetto e corrotto ?

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