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3 Luglio 2024 03:21
3 Luglio 2024 03:21

“Informò Emiliano di un’inchiesta a suo carico” giornalista barese (ex Gazzetta del Mezzogiorno) a processo per rivelazione di segreti di ufficio

Il giornalista Nicola Pepe è accusato di aver riferito al governatore pugliese una notizia appresa nella redazione del quotidiano barese: “Giovedì si balla in Regione”. Ma non sapeva che in seguito avrebbe ballato lui e perso il posto di lavoro.

Il pm Savina Toscani della procura di Bari, nel procedimento penale nei confronti dell’ex giornalista de “La Gazzetta del Mezzogiorno, Nicola Pepe accusato di rivelazione di segreti di ufficio, al termine delle indagini preliminari  ha fissato l’udienza di comparizione pre-dibattimentale dinanzi al giudice monocratico Valentina Tripaldi per il prossimo 14 aprile 2025 cioè 6 anni dopo il presunto reato.

La pm della procura di bari dr.ssa Savina Toscani

Secondo l’impianto accusatorio della Procura di Bari, il giornalista barese venuto a conoscenza di un procedimento penale a carico di Michele Emiliano, presidente della Regione Puglia per i reati di finanziamento illecito della campagna elettorale relative alle primarie del Pd del 2017 e di abuso di ufficio, per i quali è stato successivamente assolto dal tribunale di Torino nel 2023 “per non aver commesso il fatto”, e della imminente esecuzione di una perquisizione e sequestro da parte della Guardia di Finanza. di alcuni provvedimenti di acquisizione di documentazione , disposta dell’autorità giudiziaria per tale stesso procedimento, sarebbe corso negli uffici della presidenza della Regione per riferire ad Emiliano quanto aveva appreso.

Il giornalista Nicola Pepe avrebbe appreso di questi dettagli all’interno della redazione de “La Gazzetta del Mezzogiorno”, in qualità di redattore responsabile della pagina internet della testata giornalistica, e secondo la Procura, avrebbe detto che “giovedì mattina si sarebbe ‘ballato’ in Regione”. La pm Toscani sostiene nel suo provvedimento che Pepe avrebbe anche riferito “che l’imputazione a fondamento della perquisizione non era più quella del finanziamento illecito ai partiti, ma il reato di abuso di ufficio, in quanto la finanza aveva di recente scoperto dell’esistenza di alcuni provvedimenti che la Regione Puglia aveva emesso” in favore dell’ imprenditore foggiano Giacomo Mescia successivamente assolto.

Una decisione questa della Procura barese a rilento, che molto probabilmente potrebbe consentire al giornalista Pepe di uscirne indenne penalmente in virtù dell’imminente prescrizione del reato (7 anni e mezzo), considerando che la 1a udienza pre-dibattimentale di celebrerà 6 anni dopo la data di commissione del reato. Quello che non si capisce è la presenza fra le parti offese del suo ex-collega Massimiliano Scagliarini, anch’egli giornalista della Gazzetta del Mezzogiorno la cui presenza non compare nel capo di imputazione. Secondo fonti bene informate sulla vicenda, Pepe nella stanza di Giuseppe De Tommaso (all’epoca direttore del quotidiano barese) nella vecchia sede di piazza Moro avrebbe registrato di nascosto col telefono Scagliarini che riferiva dell’inchiesta. Dopodichè Pepe si recò da Emiliano in Regione e gli avrebbe fatto ascoltare la conversazione dell’inchiesta.

A seguito della immediata denuncia in Procura di Emiliano la Guardia di Finanza sequestrò cellulari e PC di Pepe e Scagliarini ( come risulta dagli atti) e quest’ultimo secondo fonti informate a lui vicine, gliel’ avrebbe giurata, circostanza questa verosimile che spiegherebbe la sua costituzione di parte civile. ln seguito il Tribunale del Riesame di Bari aveva annullato parzialmente il decreto di perquisizione e sequestro dei telefoni cellulari dei giornalisti del quotidiano La Gazzetta del Mezzogiorno, Massimiliano Scagliarini (difeso dagli avvocati Gaetano Castellaneta e Dorella Quarto) e Nicola Pepe (difeso dal legale Francesco Paolo Sisto), eseguito nell’ambito delle indagini sulla presunta fuga di notizie nell’inchiesta a carico del presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano. Corre anche voce che Pepe in seguito si sarebbe si dimesso dalla Gazzetta a seguito di presunte pressioni esercitate da Scagliarini sugli attuali editori. Sarà vero ? Nel processo forse si scoprirà la verità.

Massimiliano Scagliarini e Nicola Pepe

Nel frattempo Nicola Pepe ha lasciato la Gazzetta del Mezzogiorno “ufficialmente” per dei presunti motivi di salute certificata da una commissione INPS, che evidentemente non dovevano essere presenti poco prima quando se n’era partito in vacanza in Giappone con la moglie ed i figli. Adesso Pepe si gode le pensioni (di giornalista ed invalido…), tenendosi in attività giornalistica collaborando con alcuni parlamentari del centrodestra barese a cui è notoriamente da sempre legato.

| © CDG1947MEDIAGROUP – RIPRODUZIONE RISERVATA |

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