Nella riunione del Consiglio generale, convocata per l’approvazione del bilancio e la definizione degli emolumenti agli organi sociali (per la cronaca, quest’ultima questione è stata rinviata ad altra data) di fronte a richieste sempre più pressanti e numerose, la direttrice generale Mimma Iorio ha assicurato la piena disponibilità degli uffici a fornire ai consiglieri ogni documento da essi ritenuto utile, ed ecco che la Iorio non aveva nemmeno finito di parlare che Enzo Iacopino il presidente dell’Ordine Nazionale dei Giornalisti, membro di diritto del consiglio generale dell’istituto di previdenza, le ha presentato una lista delle domande, con una lista di richieste di documenti per chiarire finalmente alcune questioni fondamentali cruciali per la sopravvivenza e la necessaria trasparenza sul’ istituto di previdenza, che la categoria dei giornalisti ha visto sprezzantemente per troppo tempo eluse dalla precedente gestione sotto la presidenza del sindacalista Andrea Camporese.
Alla direttrice dell’Inpgi è stato chiesto da Iacopino di sapere innanzitutto i nomi delle società nelle quali era inserito l’ex presidente dell’istituto Andrea Camporese e i relativi eventuali compensi allo stesso corrisposti. Su questo versante, sono stati richiesti anche i nomi dei funzionari inseriti in società (da indicare con la specifica della attività) con le quali l’Inpgi era o è in rapporto, nonché il ruolo da questi ricoperto nell’istituto e l’eventuale compenso dagli stessi singolarmente ricevuto.
Solo un mese fa, ad una analoga richiesta, l’Inpgi rispose che i funzionari erano stati nominati seguendo le norme di legge, quasi come se fosse un vanto e non un “dovere” essere in regola con legge, ma il vertice dell’ istituto di previdenza dei giornalisti si era appellata alla privacy per rifiutare e nascondere ogni altra informazione.
Un secondo capitolo di legittima, anzi necessaria, trasparenza riguarda la gestione (attività di diritto pubblico secondo il Consiglio di Stato ) degli immobili dell’Istituto. Iacopino, nella sua lettera indirizzata alla Iorio, ha chiesto di avere l’elenco delle abitazioni attualmente vuote e non locate, il canone richiesto e la data delle cessazione della precedente locazione.
Il terzo elenco di quesiti riguarda la vicenda Sopaf, per la quale l’ex presidente dell’Inpgi, Andrea Camporese è sotto processo, per “truffa” e “corruzione” dinnanzi al Tribunale di Milano, con la richiesta da parte di Iacopino di conoscere la o le relazioni del dottor Giorgio Fano predisposte in relazione all’acquisto delle quote Fip dalla Sopaf, nonché l’ammontare dell’eventuale incentivo corrisposto al dottor Fano quando costui poco dopo interruppe il suo rapporto con l’Inpgi; ma non basta. Anche il costo delle parcelle fin qui corrisposte agli avvocati nell’ambito della vicenda Sopaf, i nomi di questi avvocati e i criteri di scelta di quegli uffici legali. Al momento sono costate 120.000 euro le parcelle degli avvocati, fra cui il civilista Andrea Marani (che ha prodotto due pareri) e del penalista Maurizio Bellacosa, che ha invece rappresentato l’istituto a Milano in quanto parte offesa, i quali sinora hanno assistito l’Inpgi in consulenze per la vicenda Sopaf-Camporese.
Cosa succederà ? Adesso bisognerà aspettare per vedere se dalle solenni “diplomatiche” assicurazioni ricevute nel Consiglio generale INPGI faranno seguito i dovuti comportamenti limpidi e coerenti in tempi ragionevoli. Altrimenti sarà facile rivedere la Guardia di Finanza negli uffici di via Nizza e piazza Apollodoro.