di Antonello de Gennaro
Il colonnello Sergio De Caprio noto a tutti come “capitano Ultimo” è certamente e senza alcun dubbio il carabiniere più famoso d’Italia, dal 15 gennaio 1993 quando era ancora un capitano ed assieme alla sua squadra investigativa CRIMOR formata da agenti “straccioni” come lui stesso amava definirli arrestò in Sicilia dopo una latitanza durata da 24 anni. il “capo dei capi” di Cosa Nostra, il mafioso Totò Riina.
Conosco bene il Colonnello De Caprio ed ho per lui una stima ed ammirazione infinita. So anche che nella sua concretezza ed umiltà non si è mai fatto illusioni sul suo destino, ben consapevole che l’eccessiva notorietà ed i troppi onori sono sempre portatori di problemi e guai, subendo le minacce dei cattivi, le puntuali prevedibili invidie e velenose frustrazioni dei mediocri e frustrati.
Alcuni giornali controllato dal “potere corrotto” agli ordini di qualche partito, politico o imprenditore dedito al malaffare che questo Ultimo ha sempre analizzato, mappato e colpito hanno diffuso informazioni manipolate sul suo conto . Su di lui sono stati scritti libri: il primo “Ultimo, il Capitano che arrestò Totò Riina” scritto dal collega Maurizio Torrealta (1995) e recentemente il collega Pino Corrias ha realizzato un libro intervista dal titolo “Fermate il Capitano Ultimo!“ (maggio 2019) . Su “Ultimo“, interpretato dall’attore Raoul Bova, è stata realizzata una fortunata e seguitissima serie televisiva trasmessa da Canale 5, trasmessa nelle varie edizioni dal 1998 al 2018, che hanno amplificato e fatto conoscere a tutti gli italiani le gesta di questo “servitore dello Stato” che in realtà è per chi vi scrive, un esempio di vita ed un vero eroe.
Le sue indagini realizzate insieme ai suoi collaboratori non si sono fermate all’arresto di Totò Riina, e per vent’anni infatti Ultimo ha fatto barcollare anche i palazzi del potere, la politica, sino a quando il potere utilizzando “seri” sciocchi si è vendicato nei suoi confronti costruendo fantomatiche accuse pur di screditarlo professionalmente e umanamente. I suoi nemici non si sono fermati alla diffamazione. Infatti, per ben due volte hanno smembrato la sua squadra investigativa con l’evidente vergognoso scopo di isolarlo ed annientarlo, raggiungendo il massimo della follia nel revocargli la scorta !
Il colonnello Sergio De Caprio, “capitano Ultimo” da 26 anni, cioè da quando è al servizio nell’ Arma dei Carabinieri, è costretto per motivi di sicurezza a nascondere il suo volto dietro un passamontagna per garantirsi l’invisibilità, condannandosi a una vita da braccato ( è in cima alla black-list della Mafia che vorrebbe ucciderlo) ed a un’esistenza sempre in pericolo. Una scelta questa che ha fermato anche la sua carriera al grado di colonnello. Non esiste alcun tipo di risarcimento per tutto quello che ha subito e sta subendo ancora oggi. La mafia, prima ti lascia solo, e poi ti uccide. Ma qui siamo di fronte a colui che ha arrestato un pericoloso latitante esponente di Cosa Nostra. E non solo.
Anche lui come accadde quel lontano 3 settembre 1982 all’indimenticato Generale Carlo Alberto Della Chiesa, è stato abbandonato dalle Istituzioni, ma tutto ciò per lui non conta. Capitano Ultimo continua a difendere i valori che per lui rappresentano, o meglio che dovrebbero rappresentare le vere istituzioni. L’insegnamento più ammirevole che ci arriva dal Colonnello Sergio De Caprio è quello di aiutare i più deboli, motivo per il quale ha fondato un’associazione. che vi invito a seguire e se potete, sostenere.
Pino Corrias nel suo libro “Fermate il Capitano Ultimo!“ così scrive :
“Lo hanno accusato di avere inscenato la cattura di Riina, assecondando l’accordo tra Bernardo Provenzano e i carabinieri: il vecchio boss fuori controllo in cambio della tregua.
Lo hanno accusato di non avere perquisito la villa di Riina, dando il tempo ai mafiosi di ritirare e nascondere le sue carte.
Lo hanno accusato di avere partecipato alla trattativa Stato-mafia che ha garantito la sopravvivenza dei Corleonesi dopo le stragi.
Lo hanno accusato di avere una squadra di carabinieri a sua immagine e somiglianza che finisce per rendersi troppo autonoma rispetto alle alte gerarchie e alle procure.
Lo hanno accusato, al contrario, di essere uno strumento in mano a Henry John Woodcock, il pubblico ministero «che ha intercettato mezza Italia» con inchieste spericolate.
Lo hanno accusato per alcune delle sue indagini finite con l’assoluzione degli imputati dopo i tre gradi di giudizio, come se lui fosse il titolare del processo.
Lo hanno accusato di avere danneggiato gli affari di Finmeccanica e dunque dell’Italia, durante l’inchiesta che generò l’arresto del suo vertice.
Lo hanno accusato di avere attaccato la Lega di Bossi, Maroni e Salvini e di averla danneggiata con l’arresto del tesoriere Belsito e di essere troppo intrusivo nelle indagini.
Lo hanno accusato di avere attaccato il mondo delle cooperative, quando ha indagato sulla Cpl Concordia e di avere arrestato il suo presidente, assolto a Napoli, condannato a Modena.
Lo hanno accusato di avere complottato contro Matteo Renzi.
Lo hanno accusato di essere un carabiniere esagitato, esaltato, anzi un carabiniere eversivo.
Capitano Ultimo, non usa mezzi termini, la diplomazia non gli appartiene e parla molto chiaramente in merito: “Se arresti zingari e tossici va bene, di più no perché diventi un pericolo per le lobby e cominciano i guai. Ma quello che mi fa più male è la rappresaglia contro i miei uomini. Era già accaduto dopo Riina. Lo hanno rifatto vent’anni dopo.”
Il Colonnello De Caprio così come tutti coloro che hanno scelto questa missione contro il crimine da veri “combattenti” sul campo, è sempre stato consapevole delle possibili conseguenze, soprattutto quelle scaturite dall’aver avuto successo lì dove altri non avevano o non volevano agire. Il libro da lui stesso scritto “Lotta anticrimine – Intelligence e azione “ che più che un libro è una traccia, un vero e proprio manuale di riferimento per i veri “servitori dello Stato” che verranno e per quelli avranno la forza ed il privilegio di poter continuare una lotta che non deve finire mai !
Alcuni mesi fa degli anonimi funzionari del Ministero dell’ Interno, così come hanno limitato la scorta al sottoscritto soltanto per la provincia di Taranto, dove sono stato aggredito a bastonate finendo in ospedale in “codice rosso” con un braccio ed una mano fratturati, hanno fatto ancora peggio con Capitano Ultimo: gli hanno revocato la scorta (un’auto non blindata ed un operatore). Ma il Tar del Lazio , provvedimento poi annullato dalla Sezione I Ter del Tar Lazio, dopo il ricorso del legale che assiste e difende i diritti del Colonnello Sergio De Caprio.
La diffidenza che lo circonda, la sfiducia nei suoi confronti, i sospetti fatti circolare ad hoc da troppi anni ci devono preoccupare moltissimo. Essi lambiscono la sua reputazione. Mirano a distruggerlo personalmente e professionalmente. Bisogna sgombrare il campo, liberare da equivoci spiacevoli e insopportabili la sua nobile figura. Ed è imperativo categorico il suo diritto ad essere difeso. E noi siamo e saremo sempre al suo fianco.
Ma per la seconda volta i soliti funzionari del Ministero dell’ Interno l’ hanno revocata nuovamente . “Capitano Ultimo” ha chiesto attraverso una propria legitittima istanza di accesso agli atti amministrativi di conoscere i nomi dei componenti della Commissione Centrale Consultiva per l’ adozione delle misure di sicurezza personale che gli hanno revocato la scorta ed il Prefetto Alberto Pazzanese Direttore dell’ UCIS ha così risposto : ” richiesta deve ritenersi sottratta al diritto di accesso, per evidenti ragioni di sicurezza e riservatezza degli interessati“ . E’ accaduto in Italia a Roma il 7 ottobre 2019.
Lo scorso 16 ottobre 2019, dopo un “coraggioso”…. percorso, il Direttore dell’ UCIS Prefetto Alberto Pazzanese ed il Comandante Generale dell’ Arma dei Carabinieri Giovanni Nistri hanno revocato il servizio di tutela a favore del Capitano Ultimo. Recupereranno due militari. Evidentemente i Superiori del Colonnello De Caprio, che vogliono dietro ad una scrivania, demansionato, dequalificato e senza giusta tutela, non lo ritengono un bersaglio facile. La Mafia di Leoluca Bagarella, Biondino Salvatore e Matteo Messina Denaro brinda felice: hanno vinto tutti . Sì, le Iene festeggiano sul cadavere dei Leoni. Ma le Iene rimangono iene e i leoni rimangono Leoni. Non dimenticatelo.
Costoro con un pacca sulle spalle sanno camuffare la finta amicizia molto bene. Vogliono vendicarsi, perché sul campo li hai oscurati essendo degli incapaci o peggio dei complici. Questa è la zavorra dello Stato purtroppo! Che usa legnate e bastonate per chi non è allineato. Il complotto c’è, caro Ultimo, e l’hanno ordito bene: sono bravi, lor signori, a tramare, impartire direttive malvagie, e a congiurare. Gli affronti, gli sfregi e gli insulti che stai ricevendo, feriscono tutti i cittadini onesti. C’è, in generale, una negligenza, un menefreghismo, una noncuranza, e una trascuratezza che ci inquietano. Lo Stato è ammalato, agonizzante e malconcio nella lotta alla mafia se non è in grado di aiutare un suo vero e fedele “servitore”. Nessuna decisione è irreparabile, irreversibile e irrevocabile. L’ Arma riveda presto e subito questa folle decisione. Orrenda e scellerata. Impedisca, nella maniera più assoluta, di intrappolare Ultimo nelle braccia della mafia.
Abbiamo bisogno di rettitudine, equanimità, dirittura da chi ci governa. Ora basta. Date sicurezza, fiducia, e speranza a Ultimo. Difendetelo, proteggetelo, senza condizioni. Senza “se” e senza “ma” con la consapevolezza che l’Italia ha, nei confronti di Ultimo e dei suoi uomini, un debito di riconoscenza che non può avere comparazioni. Noi continueremo a sostenere e ad appoggiare Ultimo, anche a costo di scrivere un articolo alla settimana per rinfrescare la memoria a chi di dovere per caldeggiare un diritto inalienabile e fondamentale di Ultimo, e non una cortesia, sia ben chiaro a tutti.
Il Colonnello Sergio De Caprio non si esponga con i Superiori: a scuoterli ci pensiamo noi che nelle “battaglie” ci sguazziamo. E siamo formati per farle e vincerle. Tutto questo è secondo noi indegno di un Paese civile, è una cosa abietta, vile, e immorale, che grida vendetta davanti al cospetto di Dio e davanti agli uomini. Il Popolo italiano, i civili che lo sostengono, stanno attuando la loro protesta in maniera civile contro lo Stato che guarda caso, con il ritorno della sinistra al Governo, gli ha tolto nuovamente la scorta.
Io la scorta la assegnerei in base al pericolo effettivo di mettere a rischio la vita di Capitano Ultimo di una persona preziosa che ha dato e fatto tanto in questa lotta alla malavita. La sua scorta la assegnerei in base al valore della persona da tutelare . Insieme dobbiamo e possiamo mandare segnale fortissimo che possiamo e dobbiamo dare dicendo: Ultimo ha diritto alla scorta perché non permetteremo a nessuno di togliercelo perché tutelarlo vuol dire ricordare e sottolineare l’ importanza di ciò che ha fatto nella sua vita per lo Stato, ricordando a certi anonimi “burocrati” e scrivendolo a caratteri cubitali tutto ciò che ha realizzato con la sua squadra.
Oggi anche io provo una profonda amarezza, una forte rabbia civile, perché ancora una volta vedo una giustizia, uno Stato che non mi rispecchia per niente e che già in passato ha dimostrato di aver mal valutato l’ assegnazione delle scorte, usate per esibizionismo, per andare a fare la spesa al supermercato con la moglie. Se mi fosse possibile, rinuncerei alla mia scorta per farla assegnare a lui. Ma tutto ciò per la maledetta burocrazia ( e non solo…) statale, tutto ciò non è permesso.
Siamo persone comuni che manifestano il proprio sostegno e ringraziamento attraverso pacifiche affermazioni, non solo verso il Colonnello De Caprio ma anche verso tutti coloro che, pur non essendo noti o conosciuti come lui, scelgono di sacrificare la propria esistenza per difenderci. Il messaggio di Ultimo più forte è di non arrendersi al sopruso ed è per questo che è nostra intenzione far arrivare potente e duro il messaggio ai finti “servitori dello Stato” che in realtà si piegano al volere di una certa parte politica abituata ad usare le norme dello Stato a proprio abuso e d interesse, come la recente vicenda dello “scandalo Palamara-Lotti” sul Consiglio Superiore della Magistratura ha portato alla luce. Esiste ancora oggi una voce civica e civile che non abbassa lo sguardo, rassegnandosi.
Non posso minimamente immaginare cosa possa provare in questo momento Sergio De Caprio. So che si comporta come sempre nel rispetto della Legge e nelle Istituzioni. Ecco perchè io ho firmato la petizione, ed ecco perchè nel mio piccolo anche io dico “no” . Io non ci sto e sono dalla parte di Capitano Ultimo, accanto a lui, in tutto e per tutto. Ci sono battaglie che si fanno per gli altri, per sopravvivere, affinchè prevalga la dignità degli umili sulla manipolazione e la superbia dei potenti che abusano. Questa è una di quelle battaglie.
Ad oggi mentre scrivo oltre 63.000 persone hanno firmato la petizione per far ridare la scorta al colonnello De Caprio per tutti “Capitano Ultimo” . Se volete firmare anche voi , ed io vi invito a farlo, fatelo attraverso questo link. Non è una semplice Petizione. E’ la lotta coi denti, è la rabbia per resistere, è il nostro Grido! Un urlo, all’ oppressione, all’ abuso del Potente contro l’ Umile. Come la Pioggia, portiamo la Tempesta
Oggi più che mai, siamo tutti Capitano Ultimo.