Dopo “dieci ore” di guerriglia i militari israeliani sono riusciti a prendere il controllo di una “roccaforte” di Hamas nella zona di Jabalya, nel nord della Striscia di Gaza secondo le ultime news di oggi 9 novembre. Lo hanno reso noto le forze israeliane (Idf), riferendo sul social X (ex Twitter) di un’operazione della fanteria. Secondo quanto comunicato, i soldati hanno combattuto con uomini di Hamas e della Jihad Islamica sia “in superficie che lungo un percorso sotterraneo nell’area”.
Le Idf hanno confermato l’uccisione di “terroristi” e di aver trovato armi e scoperto tunnel “dei terroristi”, con un ingresso vicino a un asilo che portava a “un lungo percorso sotterraneo“. Non è chiaro se vi siano state perdite tra le fila dei militari israeliani nella battaglia – di cui danno notizia i media israeliani – per la “roccaforte” di Hamas indicata come “avamposto 17“. Nel frattempo l’agenzia palestinese Wafa ha riferito di almeno 30 palestinesi uccisi e decine di feriti in raid israeliani ieri sul campo profughi di Jabalya.
Trattative serrate per una tregua: ipotesi di intesa
Diventano sempre più serrate le trattative per una tregua umanitaria a Gaza. Un’intesa per garantire il rilascio di un gran numero di ostaggi detenuti da Hamas a Gaza appare ancora vaga, nonostante continuino attivamente i negoziati che coinvolgono Stati Uniti, Israele, Qatar e Hamas. A portare avanti in prima fila la mediazione sarebbe l’Egitto: si punta su uno scambio, che prevede il rilascio di ostaggi israeliani in cambio di detenuti palestinesi. Secondo quanto riporta una fonte al corrente dei colloqui, citata dalla Bbc, sul tavolo ci sarebbe il rilascio di 12 ostaggi nelle mani di Hamas, la metà dei quali americani, in cambio di una pausa umanitaria di tre giorni. La pausa, evidenzia la fonte, consentirebbe ad Hamas di rilasciare gli ostaggi e all’Egitto di fornire aiuti umanitari sia al sud che al nord di Gaza. Il nodo riguarda la durata della pausa e la situazione nel nord, dove si registrano intensi combattimenti.
Le posizioni di Israele e di Hamas
Dal canto suo il primo ministro israeliano, Benjamin Netanyahu, secondo quanto riportano i media locali ha ribadito che “non ci sarà alcun cessate il fuoco senza il rilascio dei nostri ostaggi”. Sul fronte opposto anche Hamas continua a tenere il punto. “Ribadiamo che l’unica strada” per il rilascio degli ostaggi “è un accordo globale per lo scambio totale o parziale dei prigionieri“, ha fatto sapere Abu Obeida, portavoce delle Brigate al-Qassam, l’ala militare di Hamas.
Onu: “Crimini guerra commessi sia da Hamas sia da Israele”
“A Rafah, sono stato alle porte di quello che è l’incubo che vivono a Gaza. Sento, nel profondo, il dolore e l’immensa sofferenza di ogni persona i cui cari sono stati uccisi. Dobbiamo tutti sentire questo dolore condiviso e porre fine a questo incubo“. Lo ha detto l’Alto commissario per i diritti umani delle Nazioni Unite, Volker Turk, che ieri ha visitato il valico tra l’Egitto e la Striscia di Gaza. E ha accusato sia i gruppi armati palestinesi che Israele di aver commesso crimini di guerra, in relazione all’attacco del 7 ottobre ed alla “punizione collettiva dei civili” e alla loro “evacuazione forzata illegale“.
Sei persone sono rimaste uccise in un raid delle forze israeliane su un edificio residenziale a Khan Younis, nella parte meridionale della Striscia di Gaza. Ne dà notizia Al Jazeera, citando l’agenzia di stampa palestinese Wafa. “I corpi di sei persone sono stati recuperati a seguito di un attacco israeliano su un edificio residenziale nella città di Bani Suhaila, a est di Khan Younis, nella parte sud di Gaza”, scrive Al Jazeera.
Polizia Israele: identificati finora 845 civili uccisi
Sono 845 i civili israeliani uccisi finora identificati nel centro allestito all’interno della base militare di Shura fa sapere dal canto suo la polizia israeliana, citata da ‘Ha’aretz‘.
Oms: “Rischio rapida diffusione malattie infettive, già segnali”
“Mentre morti e feriti a Gaza continuano ad aumentare a causa dell’intensificarsi delle ostilità, l’intenso sovraffollamento e l’interruzione dei sistemi sanitari, idrici e igienico-sanitari rappresentano un ulteriore pericolo: la rapida diffusione di malattie infettive. Alcune tendenze preoccupanti stanno già emergendo”. A lanciare l’allarme è l’OMS-Organizzazione mondiale della sanità.
“La mancanza di carburante ha portato alla chiusura degli impianti di desalinizzazione, aumentando significativamente il rischio di infezioni batteriche, come la diarrea, che si diffondono dal momento che le persone consumano acqua contaminata – riporta l’ Oms in una nota – La mancanza di carburante ha inoltre interrotto tutta la raccolta dei rifiuti solidi, creando un ambiente favorevole alla rapida e diffusa proliferazione di insetti e roditori che possono trasportare e transitare malattie. La situazione è particolarmente preoccupante per i quasi 1,5 milioni di sfollati presenti in tutta Gaza, in particolare per coloro che vivono in rifugi gravemente sovraffollati con scarso accesso a strutture igieniche e acqua potabile”, condizione che aumenta il rischio di trasmissione di malattie infettive.
“Gli attuali trend di malattia sono molto preoccupanti. Da metà ottobre 2023 sono stati segnalati oltre 33.500 casi di diarrea. Oltre la metà riguardano bambini sotto i 5 anni: un aumento significativo rispetto a una media di duemila casi mensili negli under 5, registrata nel corso del 2021 e del 2022. Si registrano poi 8.900 casi di scabbia e pidocchi, 1.005 casi di varicella, 12.635 casi di eruzioni cutanee e sono stati segnalati anche 54.866 casi di infezioni delle vie respiratorie superiori”, elenca l’Agenzia Onu per la salute, ribadendo la richiesta di “un accesso urgente e accelerato agli aiuti umanitari – inclusi carburante, acqua, cibo e forniture mediche – all’interno e in tutta la Striscia di Gaza,, del rilascio incondizionato di tutti gli ostaggi e di un cessate il fuoco umanitario per prevenire ulteriori morti e sofferenze”.
Wafa: 6 morti in raid nella parte meridionale della Striscia di Gaza
Sei persone sono rimaste uccise in un raid delle forze israeliane su un edificio residenziale a Khan Younis, nella parte meridionale della Striscia di Gaza. Ne dà notizia Al Jazeera, citando l’agenzia di stampa palestinese Wafa. “I corpi di sei persone sono stati recuperati a seguito di un attacco israeliano su un edificio residenziale nella città di Bani Suhaila, a est di Khan Younis, nella parte sud di Gaza“, riporta Al Jazeera .
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